Divieto di filmare in suolo pubblico e se si trasgredisce “ti faccio vedere io, se vedo qualcosa sul giornale ti vengo a cercare fino a casa”. Con queste parole si sono sentiti redarguire i giovani giornalisti del giornale studentesco Cortocircuito di Reggio Emilia. I quali, mentre giravano un servizio video su un cantiere andato a fuoco dalle parti di via Bazzani, sono stati minacciati a parole mentre le loro attrezzature – microfono e videocamera – sono state prese e manate.
L’episodio è accaduto nella città emiliana lo scorso 30 luglio. Cinque cronisti di Cortocircuito erano usciti per una nuova puntata di un’inchiesta che da mesi stanno conducendo sulle infiltrazioni delle mafie e soprattutto della ‘ndrangheta in zona. A bordo di due auto, hanno deciso però di fare una tappa non prevista, dato che in zona Acque Chiare la notte precedente si era sviluppato un rogo che gli investigatori reputano di natura dolosa.
Dopo aver parcheggiato a 200 metri di distanza dalla zona in cui c’è il cantiere, che appartiene alla ditta Costruzioni Gb, i ragazzi hanno fatto appena in tempo a montare l’attrezzatura quando sono stati raggiunti da un uomo che non si è qualificato. “Dallo scorso novembre”, dice Elia Minari, uno dei giornalisti che era sul posto, “gli incendi dolosi sono stati oltre 30 e abbiamo seguito l’argomento fin dall’inizio, quando a Reggiolo sono stati bruciati 9 camion. Per questo abbiamo deciso di riprendere quel cantiere”.
Ma è stato impossibile. Prima lo sconosciuto ha cercato di allontanare i ragazzi di Cortocircuito dicendo che lì “non è successo niente”. Poi, vedendo che i giovani insistevano, ha detto che quella “è proprietà privata” e ha minacciato di chiamare i carabinieri. Infine il microfono sbattuto via e un colpo alla telecamera. “L’audio del vostro filmato è molto chiaro”, aggiunge Elia Minari. “Ma non ci siamo fatto intimidire e siamo stati noi a fare una segnalazione telefonica alle forze dell’ordine, che ci hanno confermato che potevamo riprendere quello che volevamo, dalla posizione in cui ci trovavamo”.
La vicenda tuttavia non si conclude così. Dopo le spinte, l’ignoto personaggio che ha affrontato i ragazzi ha minacciato di chiamare rinforzi, riferendosi ad altre persone che stavano lavorando lì in quel momento. I ragazzi a quel punto sono tornati alle loro auto e hanno percorso il chilometro che li separava dalla loro iniziale destinazione. “Ma qui abbiamo avuto una sorpresa”, dice ancora Minari. “Ci siamo accorti infatti che è arrivato un furgoncino con il cassone scoperto sul quale c’erano gli uomini del cantiere che avevamo appena lasciato”.
Per i ragazzi di Cortocircuito, che in mesi di attività hanno seguito anche temi come gli affari dietro la costruzione della Stazione Mediopadana o la catena dei subappalti nella gestione dei rifiuti, un episodio così non l’hanno mai vissuto. “Abbiamo organizzato anche molti incontri pubblici su argomenti delicati”, dice ancora Elia Minari. “È capitato che ci si avvicinasse qualcuno che sembrava non apprezzare il nostro lavoro. Ma mai in termini così espliciti. Hanno usato toni più ambigui”.
Cortocircuito è una web tv e un giornalino studentesco indipendente nato a Reggio Emilia nel 2009 e coinvolge studenti universitari e delle scuole superiori della zona. “Continueremo a fare il nostro lavoro”, ha concluso Minari, “ci sembrava giusto pubblicare comunque il video per far vedere cosa succede a chi cerca di scoprire qualcosa di più dell’argomento”.