Salta l’accordo nel governo sulle presidenze delle bicamerali e la scelta per le delegazioni internazionali: il Pd elegge da solo i vertici delle commissioni e il Pdl mette in dubbio il futuro della maggioranza: “E’ la prima avvisaglia di un disegno per rompere il patto che tiene in vita il governo Letta-Alfano“, tuona il senatore Giuseppe Esposito

Nel voto odierno, infatti, Federica Mogherini è stata scelta come presidente della delegazione italiana presso l’assemblea parlamentare Nato; mentre Sandro Gozi sarà presidente della delegazione italiana presso assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Ma “l’elezione dei presidenti senza il voto del Pdl e quindi senza l’accordo tra le forze della maggioranza è un segnale molto negativo”, spiega il vicepresidente del gruppo. “Siamo preoccupati e auspichiamo un chiarimento rapido ed esaustivo rispetto a quanto accaduto”. Parole che suonano come uno strappo pericoloso, in un momento in cui la maggioranza deve già fare i conti con le tensioni derivanti dall’attesa sentenza del processo Mediaset. Il Pdl, per paradosso, non pare molto preoccupato di cosa accadrà in tribunale al proprio leader perché rimarrà tale (“Comunque vada sarà un successo”). Ma è più teso per come potrà reagire il Pd.

Al termine del voto sul decreto Ilva, Renato Schifani ha pertanto convocato “d’urgenza il gruppo” per fare chiarezza sulla rottura degli accordi di maggioranza sulle presidenze delle delegazioni internazionali e di altre commissioni bicamerali. All’uscita dal vertice, Schifani ha gettato acqua sul fuoco, ribadendo il “senso di responsabilità, da parte nostra mai mancato, in convinto appoggio al governo Letta-Alfano, impegnato a fronteggiare le varie problematiche sul tappeto, a cominciare da quelle economiche che continuano ad attanagliare le famiglie e le imprese italiane”. Non è mancata, però, una stoccata a Pd e Scelta Civica: “Consideriamo questo episodio scorretto e auspichiamo, per il ripristino di una leale collaborazione fra le forze di maggioranza, che i presidenti delle commissioni oggi eletti riflettano e assumano tutte le iniziative ritenute idonee a ritrovare un senso comune per un percorso condiviso”. 

Nonostante le parole di Schifani, però, il caso appare tutt’altro che chiuso. Maurizio Gasparri, infatti, ha chiesto le dimissioni dei presidenti appena eletti come atto riparatorio: “Pd e compagni hanno commesso un errore. Votare incarichi nell’assenza di una parte è una scelta grave, ancor di più in un momento delicatissimo e in presenza di un governo di larghe intese. Voglia di poltrone e arroganza hanno giocato un brutto scherzo, che delle tempestive dimissioni potranno cancellare per rifare tutto in un quadro rispettoso del pluralismo“, ha affermato il vicepresidente del Senato. Mentre il presidente della commissione Esteri della Camera, Fabrizio Cicchitto, chiede l’intervento in prima persona di Angelino Alfano.

Scelta Civica, che ha partecipato al voto appoggiando le nomine del Pd, rispedisce le accuse al mittente: “L’elezione non può e non deve essere intesa come una provocazione nei confronti del Pdl”, affermano in una dichiarazione congiunta i capigruppo di Sc alla Camera e al Senato Lorenzo Dellai e Gianluca Susta. Piena soddisfazione, invece, arriva da parte del Partito Democratico: “I parlamentari Pd augurano buon lavoro ai deputati. A Sandro Gozi per questo importante riconoscimento a livello europeo frutto del suo costante impegno svolto, divenendo fondamentale punto di riferimento per tutto il Pd, e a Federica Mogherini che ha l’onore e l’onere di essere la prima donna italiana a ricoprire questo ruolo, importante per le relazioni transatlantiche del nostro Paese”, si legge in una nota.

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