La 19 enne Amina Sboui, nota come la “Femen tunisina” – è attesa entro la serata. A decidere di porla in libertà provvisoria – era in carcere dal 19 maggio – è stato il giudice presidente della “Chambre d’accusation” di Sousse, giudice d’appello a cui si era rivolta la procura di Kairuan per contestare l’alleggerimento delle accuse contro di lei. Il giudice ha disposto che Amina venga processata solo per presunta “profanazione di tombe”. Nei giorni scorsi era stata prosciolta invece dall’accusa di oltraggio alle guardie carcerarie.

L’avvocato Souhaib Bahri, il primo a offrirsi a maggio per la difesa di Amina ha dichiarato al Fatto Quotidiano: “abbiamo fatto un grande lavoro difensivo, il collegio si è allargato a prestigiosi avvocati, abbiamo favorito presssioni di opinione pubblica internazionali, non potevano che spuntarla prima o poi, di fronte alla inconsistenza delle accuse”. Nel frattempo in Tunisia continuano ogni sera le manifestazioni per le dimissioni del governo a guida islamista e la formazione di un nuovo governo di unità nazionale.

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