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Unicredit, utili calano del 25% in sei mesi. E si imbottisce sempre più di titoli italiani

Ma l'amministratore delegato Ghizzoni festeggia l'aumento degli utili dell'ultimo trimestre, notando "segnali positivi di un'inversione di tendenza in Italia". Mentre i titoli di Stato italiani nel portafoglio della banca continuano a salire, toccando quota 48,7 miliardi
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Unicredit migliora i conti negli ultimi mesi, ma è ancora presto per cantare vittoria. “Nonostante le perduranti difficoltà dell’Eurozona a uscire dalla recessione e una crescita negativa per l’economia italiana, Unicredit osserva i primi segnali positivi di un’inversione di tendenza in Italia”, afferma Federico Ghizzoni, amministratore delegato della banca, accogliendo a braccia aperte l’aumento degli utili pari al 113,8% nel secondo trimestre dell’anno, a 361 milioni di euro. Considerando i primi sei mesi dell’anno, però, i numeri restano preoccupanti. In questo caso i profitti sono scesi del 25,2% a 810 milioni su base annua, con anche i ricavi in calo del 6,4 per cento.

Preoccupa anche il costante aumento dei titoli di Stato italiani nel portafoglio della banca, che lega sempre più l’istituto alla traballante situazione dell’economia del Paese. Unicredit ha in portafoglio 48,7 miliardi di titoli italiani su un portafoglio totale di obbligazioni di 106,52 miliardi, con un’esposizione pari quindi al 46% del totale. Un dato che non accenna a diminuire. Il 10 maggio scorso lo stesso Ghizzoni aveva infatti fatto sapere che l’esposizione ammontava a 46 miliardi, “3-4 miliardi in più rispetto a dicembre”.

La banca ha poi fatto sapere di avere iniziato a rimborsare una parte dei fondi Ltro (i prestiti triennali della Banca centrale europea), con un totale di 2 miliardi di euro di rimborsi da inizio anno. Solo una parte rispetto al prestito di 26,1 miliardi di euro con scadenza 2015 con cui l’istituto ha aderito all’operazione di rifinanziamento. Unicredit ha visto infine il deterioramento del credito in Italia rallentare per il terzo trimestre consecutivo. I flussi netti a crediti deteriorati, pari a 1,5 miliardi nel secondo trimestre, sono scesi del 23,7% rispetto al primo trimestre.

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