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“Il mondo senza di noi”: un’utile consolazione

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Il prossimo anno, se ho fatto bene i conti, festeggerò (si fa per dire) quarant’anni di ambientalismo.

In questi quarant’anni potrei dire che “ho visto cose che voi umani…”, ma letto al contrario. Ho visto il progressivo, inarrestabile, degrado dell’ambiente. Ho visto un massiccio consumo del territorio. Ho visto una drastica diminuzione della biodiversità. Solo che tutto questo oggi lo chiamano “sviluppo sostenibile”. Iannacci direbbe “ah beh, sì beh…”.

Quante volte in questi quarant’anni mi sono confrontato con gli altri ambientalisti e ci siamo detti “ma chi ce lo fa fare?” di prendere continue bastonate, che tanto, lo sappiamo, lasceremo un mondo molto peggiore di quando siamo nati e di quando abbiamo cominciato a “lottare”. Ma è tutto inutile. Come il mio amico di Lotta Comunista, non ci sbattiamo perché sappiamo che vedremo un mondo migliore, ma perché non possiamo fare a meno di batterci contro le ingiustizie.

In questo quadro a tinte fosche però un considerevole aiuto negli ultimi anni mi è venuto dopo la lettura di un libro, e non è un libro di un ambientalista. Si tratta di “Il mondo senza di noi” di Alan Weisman. Molti di voi magari già lo conosceranno. Questo post è dedicato agli altri.

Weisman fa un gioco: prova a immaginare cosa accadrebbe alla terra se l’uomo improvvisamente scomparisse. Cosa ne sarebbe delle sue vestigia? Dei suoi edifici? Dei suoi rifiuti di vario tipo? Quanto tempo impiegherebbe la terra a disfarsi dei suoi resti? Un esercizio intellettuale, ma supportato da dati scientifici che attestano che, anche se magari dopo tanto, tanto tempo, la terra riacquisterebbe un suo equilibrio. Non voglio togliere il piacere di svelarvi le modalità: leggete il libro e capirete.

Io dopo la sua lettura sono cambiato. Non vedo più lo squarcio, la bruttura, vedo il dopo: quando l’uomo non ci sarà più e l’equilibrio tornerà. Questo mi consente di acquisire una certa distanza dalle cose e un effetto consolatorio. Un po’ come il saggio di Epicuro. Già, chissà cosa penserebbe il saggio dell’uomo di oggi?

www.worldwithoutus.com

 

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