Il bilancio del ministero egiziano della Sanità è di 278 morti, di cui 43 poliziotti. E’ finito nel sangue il tentativo da parte del governo di sgomberare i presidi dei sostenitori del deposto presidente egiziano, Mohamed Morsi, dalle strade del Cairo. In seguito agli eventi della giornata, il vice presidente ad interim El Baradei si è dimesso, comunicando la sua decisione con una lettera al presidente Adli Mansour, e aprendo quindi la possibilità di una nuova, ulteriore crisi politica nel Paese.
Il premio Nobel per la Pace già nei giorni scorsi aveva manifestato la sua contrarietà ai piani annunciati dal governo di usare “tutti i mezzi a sua disposizione” per smantellare i sit-in a sostegno del deposto presidente Mohammed Morsi. L’esecutivo guidato da El Beblawi, intanto, ha dichiarato lo stato di emergenza per il prossimo mese.
Sul numero effettivo delle vittime arrivano dati contrastanti. Secondo alcuni manifestanti i morti sarebbero oltre duemila. I Fratelli Musulmani, invece, parlano di 300 morti. Il governo, a lungo, ha negato la strage. Poi pian piano anche le cifre ufficiali del bilancio hanno cominciato a salire e ad allinearsi almeno a quelle delle agenzie di stampa, se non dei manifestanti. Annunciato, intanto, il coprifuoco in tutto il Paese per tutta la notte.
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Egitto, sgombero presidi pro-Morsi (20)
Durissima la denuncia da parte dei Fratelli Musulmani: “Non è un tentativo di dispersione ma un tentativo di schiacciare in maniera sanguinosa qualsiasi voce che si opponga al colpo di Stato militare. Rabaa chiama gli egiziani a scendere in strada per fermare il massacro”, ha detto il portavoce della Fratellanza, Gehad el Haddad, su Twitter. Il numero delle vittime “aumenta ogni minuto” a causa della “brutalità dell’esercito golpista”, ha aggiunto. La Fratellanza, e anche diversi testimoni, hanno denunciato la presenza di “cecchini che sparano contro i dimostranti”, e l’assassinio di donne e bambini.
CRONACA ORA PER ORA
22.14 – Sale a 278 il bilancio delle vittime. Lo rende noto il ministero della Sanità.
21.09 – Almeno 43 poliziotti uccisi negli scontri. Lo fa sapere il minisro dell’Interno egiziano.
20.52 – Beblawi: “Stato emergenza il più breve possibile”. Il premier egiziano Hazem El Beblawi, intervenendo in tv, ha detto che lo stato di emergenza in Egitto sarà il più breve possibile e ha promesso che il proceso elettorale proseguirà.
20.44 – “Attaccate 22 chiese”. In Egitto i Fratelli musulmani hanno iniziato ad assaltare le chiese e ne hanno attaccate già 22, per lo più copte, ma anche 7 cattoliche, fra cui un monastero e un ospedale di suore. Non ci sono morti ma ci sono feriti e “la situazione per i cristiani è gravissima”, dice padre Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana.
20.25 – Farnesina invita gli italiani a non fare viaggi in Egitto. Il ministero precisa che l’avviso si riferisce alle “destinazioni diverse dai resort in Mar Rosso (Sharm el Sheikh, Marsa Alam, Berenice, Hurghada) e nella costa nord (Marsa Matrouh, El Alamein)”, dove per ora non ci sono elementi di criticità.
19.45 – Arrestati otto dirigenti dei Fratelli musulmani. Tra questi ci sono Mohamed El Beltagui, segretario generale di Giustizia e Libertà dei Fratelli musulmani; i dirigenti Essasm El Erian e Safwat Hegazy; il portavoce Ahmed Aref.
19.08 – Ministero delle Finanze in fiamme. Lo scrive l’agenzia egiziana Mena, secondo cui il palazzo è stato occupato dai manifestanti pro Morsi.
17.58 – Si dimette El Baradei. Il vicepresidente ad interim El Baradei si è dimesso dopo le violenze politiche scoppiate in Egitto. Lo ha comunicato con una lettera al presidente egiziano. Il premio Nobel per la Pace già nei giorni scorsi aveva manifestato la sua contrarietà ai piani annunciati dal governo di usare “tutti i mezzi a sua disposizione” per smantellare i sit-in a sostegno del deposto presidente Mohammed Morsi
17.50 – Ministero: “149 morti”. Cominciano ad allinearsi le cifre ufficiali sui morti del ministero a quelle più allarmistiche diffuse dalle agenzie di stampa: E’ di almeno 149 morti il bilancio provvisorio dei morti in Egitto, secondo il Ministero della Salute egiziano citato dalla Bbc online.
17.45 – Manifestanti si allontanano a mani alzate. I sostenitori del deposto presidente egiziano Mohammed Morsi stanno lasciando piazza Rabaa al-Adawiya al Cairo con le mani alzate in segno di arresa. Le immagini vengono trasmesse dalla televisione di Stato
17.35 – Altri 4 agenti morti. Alcuni sostenitori di Morsi hanno attaccato una stazione di polizia al Cairo, uccidendo a colpi d’arma da fuoco almeno quattro agenti: è quanto afferma la tv di stato egiziana.
17.30 – I manifestanti cominciano a defluire. I manifestanti pro-Morsi hannocominciato a lasciare piazza Rabaa el Adaweiya, uno dei due principali luoghi della protesta dei Fratelli Musulmani.
17.25 – Usa: “No a stato d’emergenza”. Gli Stati Uniti “si oppongono fermamente alla dichiarazione dello Stato di emergenza” in Egitto. lo ha detto il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, parlando con i giornalista a Marthàs Vineyard, dove il presidente americano Barack Obama trascorrre le vacanze.
17.05 – Coprifuoco dalle 19 in tutto il Paese. Il Consiglio dei ministri ha deciso il coprifuoco in Egitto dalle 19:00 di oggi alle sei del mattino di domani. Lo hanno detto la tv di Stato e il sito Al-Ahram, ma si ignora per il momento fino a quando la misura resterà in vigore.
16.55 – Più di 500 manifestanti arrestati. Il ministero dell’interno egiziano ha reso noto di aver arrestato più di 540 “facinorosi”, una parte dei quali era in possesso di armi bianche, mitragliatori e munizioni. In un comunicato il ministero fa sapere di contrastare gruppi di ‘terroristi’ in tutti i governatorati del Paese, “con attenzione per evitare spargimenti di sangue”.
16.35 – Testimone in tv: “Uccisi donne e bambini”. “Sono stati attaccati dalle forzedell’ordine che hanno invaso le due piazze anche con gas letali, uccidendo bambini, donne e anziani”: lo afferma il vicepresidente della comunità islamica di Puglia, Sharif Lorenzini, in vacanza ad Alessandria d’Egitto con la sua famiglia, contattato telefonicamente dall’Ansa. “Si vedono immagini di persone -racconta Lorenzini – che, una volta raggiunte dal gas, subiscono uno stato violento di soffocamento, i più deboli perdono conoscenza e si accasciano a terra”. I manifestanti “sono isolati, circondati dai militari, non fanno avvicinare le autoambulanze e sparano agli assistenti sanitari che vogliono soccorrere i feriti”. “Oltre ai cecchini posizionati sui tetti, ci sono anche militari che sparano frontalmente, alla testa, al collo. Assistiamo – dice Lorenzini – a una crudeltà mai vista. La gente è inerme”.
16.13 – Ministero: “95 morti”. Il ministero della salute egiziano aggiorna a 95 morti il proprio bilancio delle vittime degli scontri in tutto il Paese, precisando che “i morti sono sia tra la polizia che tra i civili”. “Stiamo aspettando ulteriori dettagli”, ha aggiunto il portavoce del ministero Hamdi Abdel Karim, dichiarando che i feriti sono 874.
16.05 – Governo dichiara stato di emergenza per un mese. Il governo egiziano ha dichiarato lo stato di emergenza per almeno un mese a partire da oggi pomeriggio. Lo rende noto la televisione di Stato citando un comunicato della presidenza egiziana. La leadership egiziana ha quindi dato mandato all’esercito di prendere tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza nel Paese.
16.02 – Per i Fratelli i morti sono 300. Sono oltre trecento le vittime delle forze della sicurezza egiziana: a denunciarlo l’ex segretario generale del Partito di Libertà e Giustizia Mohamed al-Beltagi. “I proiettili stanno volando sulle nostre teste – ha detto ai manifestanti – Oltre 300 persone sono state uccise”. L’esponente della Fratellanza ha anche smentito la notizia del suo arresto.
15.35 – Per il Ministero 60 morti. Sono 60 le persone che hanno perso la vita negli scontri in Egitto. Lo rende noto il responsabile dei servizi di emergenza del ministero della Salute egiziano, Mohammed Sultan, precisando che 847 persone sono rimaste ferite. Il maggior numero di vittime di registra nei pressi dei due principali sit-in al Cairo, quelli nelle piazze di Rabaa al-Adawiya e al-Nahda, dove si contano 23 morti e 447 feriti. Sultan mette anche in luce le difficoltà che incontrano le ambulanze a soccorrere i feriti nei pressi del sit-in più numeroso, quello a piazza Rabaa al-Adawiya.
15.11 – “Morto cameraman di Skynews”. Un cameraman di Skynews, Mick Deane, è rimasto ucciso durante gli scontri al Cairo. Lo riferisce l’emittente precisando che il resto della troupe è incolume.
15.10 – Ministero: “56 morti”. E’ salito a 56 morti e 526 feriti in tutto l’Egitto il bilancio degli scontri tra manifestanti pro-Morsi e forze di sicurezza, fornito dal ministero della salute. Lo scrive la Bbc online.
14.52 – Manifestanti: “Oltre 2mila morti”. I manifestanti pro-Morsi dichiarano che nello sgombero dei loro presidi al Cairo sono rimaste uccise oltre 2200 persone e che i feriti sono 10 mila. Lo riferisce l’Afp.
14.45 – Afp: “124 manifestanti morti a Rabaa”. Almeno 124 sostenitori delpresidente deposto Mohamed Morsi sono rimasti uccisi nello sgombero di piazza Rabaa da parte delle forze di sicurezza. Lo riferisce un giornalista dell’Afp sul posto che ha contato il numero dei cadaveri in tre obitori improvvisati. Questo bilancio non tiene conto delle eventuali vittime nell’altro presidio pro-Morsi, quello di Nahda.
14.40 – Bonino: “Profondo dolore per vittime”. “Sono profondamente addolorata per quanto sta avvenendo in Egitto e per la perdita di vite umane”, afferma il Ministro degli Esteri, Emma Bonino. E aggiunge: “Mi rivolgo a tutte le forze in campo in Egitto affinché facciano tutto quanto in loro potere per fermare immediatamente la violenza ed evitare un bagno di sangue. E’ necessario che le forze dell’ordine esercitino il massimo autocontrollo e che tutti evitino ogni incitamento alla violenza”, ha aggiunto.
14.30 – Morti sei agenti. Ci sono vittime non solo fra i manifestanti ma anche fra le fila delle forze dell’ordine. Il ministero dell’Interno egiziano annuncia che 6 agenti della sicurezza egiziani hanno perso la vita e 66 sono rimasti feriti nel corso delle operazioni di sgombero, scattate all’alba al Cairo, dei sit-in a sostegno del deposto presidente Mohammed Morsi.
14.25 – Nove morti a Fayoum. La protesta dilaga anche fuori dalla capitale, e almeno 9 persone sono morte negli scontri nella provincia di Fayoum, a sud del Cairo. Lo riferisce il capo dell’obitorio dell’ospedale locale, Saad Kamel.
14.20 – Ministero: “15 morti”. Secondo il ministero della saluteegiziano, il bilancio delle vittime nelle piazze pro-Morsi di Rabaa e Nahda al Cairo è salito a 15 morti e 203 feriti. Lo riferisce la tv di Stato egiziana.
14.10 – Afp: “Cecchini sparano sulla folla”. Colpi di armi automatiche prendono di mira i manifestanti pro-Morsi a Rabaa, apparentemente sparati da cecchini nascosti nei palazzi residenziali attorno alla piazza. Lo ha constatato l’Afp sul posto. Dalla piazza, alcuni uomini rispondono armati di fucili d’assalto, accreditando in parte la tesi del governo che accusava i “terroristi” pro-Morsi di nascondere armi nei presidi di Rabaa e Nahda.
13.55 – “Uccisa figlia guida suprema Fratellanza”. La figlia della vice Guida Suprema dei Fratelli Musulmani Khairat el-Shater sarebbe stata uccisa al Cairo. E’ quanto ha dichiarato una fonte della Confraternita all’emittente al-Arabiya, spiegando che la figlia di el-Shater è stata uccisa insieme a suo marito.
13.50 – Emirati Arabi Xpress conferma: “Uccisa nostra giornalista”. Emirati Arabi Xpress sul suo account su Twitter scrive che la sua reporter Habiba Ahmed Abd Elaziz è stata “uccisa al Cairo”. La vittima lavorava anche per ‘Gulf News’, come si legge sulla sua pagina Facebook. Il padre è un esponente dei Fratelli Musulmani ed ex consigliere per l’informazione del deposto presidente Morsi.
13.13 – Arrestato ex segretario generale Fratellanza. Fra i leader dei Fratelli Musulmani fermati dal governo ci sarebbe anche l’ex segretario generale del braccio politico dei Fratelli Musulmani, Mohammed al-Beltagy. Lo ha riferito l’emittente ‘al-Arabiya’, citando fonti della sicurezza. Al-Beltagy è un esponente di spicco della Fratellanza e leader del partito Libertà e Giustizia.
13.10 – Jamaa Islamiya minaccia la rivoluzione. Il movimento integralista JamaaIslamiya, vicino ai sostenitori di Morsi, ha avvertito che se non cambierà la situazione in Egitto “ci sarà una rivoluzione globale in tutto il Paese”. In un comunicato all’ANSA, l’organizzazione denuncia “i massacri commessi dal regime militare golpista contro sit-in pacifici a Rabaa e Nahda”.
13.05 – “Morti anche una giornalista e un fotografo”. Ci sarebbero anche una giornalista e un fotoreporter tra i 300 morti giunti nell’ospedale da campo di piazza Rabaa al-Adawiyah. E’ quanto sostiene l’inviato di al-Jazeera al Cairo, secondo cui all’ospedale da campo sarebbero stati trasferiti anche 800 feriti.
12.40 Dal governo appello ai manifestanti. Il governo ad interim egiziano fa appello ai manifestanti “a dare prova di saggezza e a mettere gli interessi della patria davanti a tutto”. Ma aggiunge che “il consiglio dei ministri è determinato a fare fronte con fermezza ai sabotatori e a perseguirli”.
12.20 – Arrestati 200 manifestanti. Il ministero dell’Internoegiziano ha reso noto di aver arrestato 200 persone, precisando che 50 sono stati fermati nel presidio pro-Morsi di Rabaa e 150 in quello di Nahda. Lo riferisce la tv al Jazeera.
12.14 – Chiusa ambasciata Usa. L’ambasciata Usa al Cairo chiude “a causa della situazione di incertezza legata agli eventi nelle piazze al-Nahda e Rabaa al-Adawiya”. Nel comunicato, l’ambasciata invita i cittadini Usa ad “evitare le aree dove potrebbero avere luogo i maggiori assembramenti. Anche le manifestazioni pacifiche – è precisato – possono dilagare in violenze”.
11.39 – Scontri non solo al Cairo. Otto persone sono morte e 30 sono rimaste ferite in un assalto da parte di sostenitori dell’ex presidente egiziano, Mohamed Morsi, al commissariato di Abu Qurqas, località poco distante da Minya, 250 km a sud del Cairo. La protesta dilaga anche ad Alessandria, Assuan, Assiut e a Suez.
11.35 – Assalto a piazza Rabaa. Migliaia di sostenitori diMohamed Morsi stanno cercando di sfondare il cordone delle forze di sicurezza che assediano piazza Rabaa al Cairo. Secondo una fonte della sicurezza, tutti gli accessi alla piazza sono stati chiusi da blindati dell’esercito che ha sparato colpi d’arma da fuoco.
11.25 – Il Ministero ammette: “10 morti”. Prime ammissioni da parte del Ministero della Saluta, che dopo aver negato la presenza di vittima, ora parla di 10 manifestanti uccisi e 98 feriti. Cifre comunque molto inferiori a quelle diffuse dai Fratelli Musulmani.
11.20 – Ambasciata italiana: “State lontani da assembramenti”. L’Ambasciata d’Italia al Cairo invitai connazionali al Cairo a “tenersi lontani dagli assembramenti”. “Siamo sempre raggiungibili allo 0227943194/5”, si legge su Twitter. “Al momento – aggiunge – non ci risultano italiani coinvolti negli scontri”.
11.10 – “Esercito apre fuoco su manifestanti”. Secondo testimonianze riferite dalla Reuters, sarebbe l’esercito egiziano ad aver aperto il fuoco contro i manifestanti che lanciavano pietre al Cairo. Il giornalista della Reuters ha riferito di aver visto circa 20 persone ferite alle gambe da colpi di arma da fuoco.
11.05 – “Dalla folla spari contro forze dell’ordine”. Le forze di sicurezza egiziane sonosotto il fuoco dei manifestanti dall’interno dell’ospedale da campo del presidio pro-Morsi di Rabaa al Adawiya. Lo riferisce la tv di Stato Nile news, citata dalla Cnn.
10.22 – “I morti sono 50”. Una nuova stima viene fornita anche da Foad Aodi, presidente di Amsi (Associazione medici stranieri in Italia) e Comai (Comunità del mondo arabo in Italia), in base a quanto appreso da fonti mediche egiziane. E il bilancio ammonterebbe a “più di 50 morti e 600 feriti”. Anche secondo un giornalista di Afp “43 manifestanti sono stati uccisi”.
10.08 – Arrestati leader dei Fratelli. Il ministero dell’Interno egiziano ha riferito che diversi leader dei Fratelli musulmani sono stati arrestati. Non sono stati ancora forniti i loro nomi.
10.02 – “Nessun morto”. Il Ministero della salute egiziano ridimensiona significativamente la portata della tragedia. Secondo le fonti ufficiali del governo, infatti, non ci sarebbero vittime, ma solo 26 feriti.
9.58 – Oltre 200 morti e 8mila feriti. Il bilancio dei Fratelli Musulmani è salito a oltre 200 morti e 8.000. Lo riferisce la Cnn, mentre la Cbc parla di almeno 250 morti.
9.50 – Treni bloccati. Il governo egiziano ha fermato la circolazione dei treni per evitare manifestazioni al di fuori dalla capitale. L’emittente panaraba Al Jazira riferisce che ad Alessandria i cittadini sono già scesi in piazza e la principale strada è stata bloccata.
9.33 – Scontri anche tra civili. Violenti scontri sono scoppiati anche tra sostenitori e oppositori di Morsi. Fonti della sicurezza riferiscono che un manifestante è rimasto ucciso, mentre altri 10 sono rimasti feriti.
9.23 – Arrestati 150 uomini armati. Secondo l’emittente Al-Arabiya, le forze di sicurezza egiziane hanno rinvenuto armi e munizioni nel corso delle operazioni. Il ministero dell’Interno ha poi riferito che le forze di sicurezza egiziane avrebbero arrestato “150 uomini armati”. Tuttavia la Bbc, che cita la tv di Stato egiziana Nile News, parla dell’arresto di 35 manifestanti in possesso di armi e munizioni.
9.07 – Una piazza sotto controllo. Secondo il ministero dell’Interno una delle due piazze delle proteste pro-Morsi è “totalmente sotto controllo”. Un giornalista dell’agenzia Reuters ha constatato che le forze di sicurezza hanno bloccato tutti gli accessi al campo di Nahda, il più piccolo dei presidi, dove si sentono nell’aria i gas lacrimogeni. Immagini della tv di Stato mostrano gli agenti perquisire le tende.
8.52. Oltre 100 morti e 2mila feriti. Parla di oltre 100 morti e più di 2mila feriti il nuovo bilancio fornito dal portavoce dei Fratelli Musulmani egiziani, Gehad El-Haddad, via Twitter secondo il quale il numero delle vittime “aumenta ogni minuto” a causa della “brutalità dell’esercito golpista”.
8.50 – Due agenti uccisi. Alcuni residenti nelle zone del blitz hanno riferito che le strade intorno alle aree dei due sit-in sono bloccate, mentre il ministero dell’Interno ha annunciato che due membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi durante lo sgombero affermando che i manifestanti hanno aperto il fuoco contro contro la polizia. Le operazioni delle forze di sicurezza egiziane sono scattate dopo che martedì alcuni media egiziani, citando fonti delle guardie di Morsi, hanno riferito che il deposto presidente avrebbe minacciato lo sciopero della fame nel caso in cui le autorità ad interim avessero deciso di ricorrere alla forza per sgombrare i sit-in dei suoi sostenitori.
8.43 – Trenta morti. I Fratelli Musulmani hanno fatto appello ai propri sostenitori a scendere in piazza per fermare il “massacro” a Rabaa al-Adawiya. Secondo gli islamici nel blitz delle forze di sicurezza sarebbero morte finora 30 persone.
8.15 – Quindici morti. Un giornalista dell’agenzia France Presse ha potuto contare 15 cadaveri allineati in un obitorio improvvisato in piazza Rabaa al-Adawiya, occupata dai pro-Morsi da più di un mese.
8.09 – Niente scudi umani. Secondo Al-Arabiya, dopo l’irruzione in piazza Rabaa al-Adawiya un’analoga operazione per disperdere i manifestanti pro Morsi scatterà a piazza al-Nahda, l’altro luogo dove si è concentrata la protesta dei Fratelli Musulmani che chiedono il reintegro di Morsi. Nelle ore precedenti all’inizio del blitz, la polizia egiziana aveva annunciato che non sarebbero stati arrestati i dimostranti che avessero lasciato volontariamente le piazza. Il ministero dell’Interno, con una nota, ha ammonito gli islamici a non usare donne e bambini come scudi umani durante le operazioni delle forze di sicurezza.