L’Ue rivedrà nei prossimi giorni le relazioni con l’Egitto e adotterà misure per questo obiettivo. Questo in sintesi il messaggio del comunicato in cui il presidente Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione Manuel Barroso chiedono alle parti di dar prova di moderazione contro una escalation della violenza. E’ la prima risposta dell’Europa da quando sono cominciati gli scontri nel Paese. Scontri che rischiano di continuare ancora oggi: secondo quanto riferito da fonti di polizia, nella giornata odierna sono stati uccisi 38 membri dei Fratelli Musulmani, in seguito ad un assalto della Fratellanza ad un convoglio che stava trasferendo in carcere 45 manifestanti arrestati. Ieri, invece, dopo lo sgombero della moschea al-Fath che ha portato alla morte di 79 persone e all’arresto di 250 con l’accusa di terrorismo, i manifestanti schierati a favore dell’ex presidente deposto Mohamed Morsi avevano annullato le proteste per motivi di sicurezza, ma un corteo è partito comunque dopo la fine della preghiera nella moschea di el Raia al Cairo ed è diretto verso il palazzo presidenziale.
E’ di 79 morti il bilanciodegli scontri di ieri in Egitto. Lo riferisce il governo egiziano citato dall’agenzia di Stato Mena.
Non ci sono invece ulteriori dettagli sullo sgombero della moschea al Fath, dove venerdì sera si erano rifugiati un centinaio di sostenitori del deposto presidente islamico Mohamed Morsi. Le forze dell’ordine hanno “preso il pieno controllo” dell’edificio sparando dai blindati contro il minareto. Davanti al luogo di culto ci sono stati anche scontri tra i sostenitori e gli anti-Morsi. Mentre il partito Giustizia e libertà, braccio politico della Fratellanza, invitava su twitter a dirigersi verso la moschea per “salvare i dimostranti che si trovano all’interno”.
Il premier egiziano ha intanto proposto al governo lo scioglimento dei Fratelli musulmani e l’esecutivo sta ora valutando questa ipotesi. Dopo il “venerdì della collera”, che ha lasciato nelle strade del Cairo 173 morti, non accenna quindi ad abbassarsi la tensione in Egitto. “Il popolo egiziano è sceso in piazza il 30 giugno (giorno della deposizione di Morsi, ndr) contro il fascismo teologico e religioso” dei Fratelli musulmani e di Morsi, ha detto in conferenza stampa a Heliopolis il consigliere strategico della presidenza ad interim egiziana, Mustafa Hagazy. A scaldare ulteriormente il clima è anche la notizia che Aman el Badia, figlio 38enne della guida dei Fratelli musulmani, è stato ucciso ieri da colpi di arma da fuoco a piazza Ramses al Cairo, come ha annunciato la stessa Confraternita.
FERMATI QUATTRO GIORNALISTI ITALIANI – Negli scontri sono stati fermati dai militari quattro giornalisti italiani. “Sono stati identificati e saranno rilasciati a breve e riaccompagnati in albergo”, ha fatto sapere Giovanni Toti, direttore di Studio Aperto e del Tg4, “secondo quanto ci hanno detto ora dall’Unità di crisi e da Palazzo Chigi, con cui siamo in contatto da stamattina dopo aver perso i contatti con la nostra inviata Gabriella Simoni. Mi è stato riferito che oltre ai due di Mediaset, la Simoni e l’operatore Arturo Scotti, sono stati fermati due giornalisti Rai”.
AMNESTY: “INDAGARE SU ABUSO DI FORZA DELL’ESERCITO” – Il ministero dell’Interno egiziano fornisce intanto i dati sugli arresti eseguiti dalla polizia: “Il numero degli elementi dei Fratelli musulmani fermati è arrivato a 1.004“, ha riportato Sky News citando il ministero dell’Interno e precisando che 558 sono stati fermati al Cairo. Amnesty international invece ha sollecitato un’inchiesta “approfondita e imparziale sulla violenza che, a partire dal 14 agosto, ha accompagnato lo sgombero dei sit-in di protesta al Cairo”. In un comunicato dell’organizzazione internazionale per i diritti umani si precisa che secondo i ricercatori di Amnesty presenti nella Capitale egiziana, le forze di sicurezza hanno usato una forza letale non necessaria e violato la promessa di consentire un’uscita sicura dai sit-in alle persone rimaste ferite. Un livello, si legge nel comunicato, senza precedenti di violenza ha causato oltre 600 morti nel Paese. “Ci sono pochi dubbi, sulla base delle prime testimonianze e delle altre prove che abbiamo raccolto, che le forze di sicurezza abbiano agito con un profondo disprezzo per la vita umana. Per questo, c’è urgente bisogno di un’inchiesta approfondita, imparziale e indipendente”, ha dichiarato Philip Luther, direttore del ‘Programma Medio Oriente e Africa del Nord’ di Amnesty international.
Anche Foad Aodi, presidente di Amsi (Associazione medici stranieri in Italia) e Comai (Comunità mondo arabo in Italia) si accoda alla denuncia: “L’atrocità del massacro è tale che arrestano, feriscono ed uccidono chi dà aiuto ai sostenitori di Morsi”. Secondo Aodi, in questi giorni sono stati uccisi 20 medici che recavano aiuto ai feriti ed altri 50 sono stati arrestati.
PAPA FRANCESCO: “FEDE E VIOLENZA SONO INCOMPATIBILI” – “Preghiamo per la pace in Egitto”. Con queste parole Papa Francesco si è rivolto ai fedeli riuniti in piazza san Pietro, al termine della recita dell’Angelus. Il pontefice ha aggiunto che “fede e violenza sono incompatibili“, spiegando: “Il Vangelo non autorizza affatto l’uso della forza per diffondere la fede. E’ proprio il contrario. La vera forza del cristiano è la forza della verità e dell’amore, che comporta rinunciare ad ogni violenza”.
CHIESA COOPTA SI SCHIERA CON ESERCITO CONTRO “TERRORISTI”- La Chiesa copta egiziana ha espresso il suo sostegno alle forze di sicurezza per fermare “la violenza dei gruppi armati”. In una nota diffusa all’indomani del venerdì della collera i religiosi scrivono: “La Chiesa copta egiziana sta seguendo i drammatici sviluppi nel nostro Paese e sottolinea la sua ferma posizione al fianco della polizia egiziana, delle forze armate e delle altre organizzazioni dei cittadini egiziani che si oppongono alla violenza dei gruppi armati e al terrorismo“, si legge nella nota, citata dal sito web di al-Arabiya. “Mentre apprezziamo la sincera e amichevole posizioni di chi capisce la natura degli eventi – è aggiunto – deploriamo le falsità dei media che stanno prevalendo nei Paesi occidentali”. La Chiesa copta ha quindi invitato l’Occidente a “leggere obiettivamente i fatti, senza dare copertura politica internazionale a questi terroristi e gruppi sanguinari”.
FARNESINA: NON PARTITE. MA ALITALIA E MERIDIANA CONFERMANO VOLI – La Farnesina ha sconsigliato i viaggi in tutto l’Egitto, “in ragione del progressivo deterioramento del quadro generale di sicurezza”, ribadendo ai connazionali già presenti nei resort la necessità di “evitare escursioni fuori dalle istallazioni turistiche ed in particolare nelle città”. E precisando che “nelle località turistiche del Mar Rosso (Sharm el Sheikh, Marsa Alam, Berenice e Hurgada) e in quelle della costa nord (Marsa Mathrou, El Alamein), non si registrano al momento incidenti né indicazioni di rischio per l’incolumità dei connazionali presenti, anche se, in ragione del continuo evolvere degli eventi non sono da escludere azioni dimostrative legate alla situazione di generale instabilità del Paese”.
Alitalia ha annunciato di non avere cambiato il proprio operativo dei voli da e per l’Egitto, confermando che i collegamenti con Il Cairo sono al momento “regolari”. E anche Meridiana ha confermato le tratte, sottolineando che i voli operati tutto l’anno su tre località egiziane – oltre a Il Cairo, Sharm El Sheik e Marsa Alam – dagli scali nazionali “sono assicurati, anche per favorire a rotazione il rientro dei molti turisti già prenotati”.
Dalle agenzie di viaggio, però, arrivano indicazioni contrarie. Il tour operator Veratour dopo la comunicazione ufficiale del ministero degli Esteri ha sospeso “per cause di forza maggiore, temporaneamente, tutte le partenze per le destinazioni di Sharm el Sheikh (villaggio Veraclub Queen Village), Marsa Alam (villaggi Veraclub Elphistone e Veraclub El Quseir) e Marsa Matrouh (villaggio Veraclub Jaz Oriental).
E anche la stragrande maggioranza dei tour operator che aderiscono ad Astoi Confindustria Viaggi ha annullato le partenze per l’Egitto e sta contattando tutti i clienti in partenza per fornire loro alternative, congelare il viaggio o concordare il rimborso.
Mondo
Egitto nel caos. Ue: “Rivedere rapporti”. Fratelli musulmani annullano raduno
Dopo lo sgombero della moschea di al-Fath e gli scontri con esercito e oppositori di Morsi, i Fratelli musulmani hanno deciso di non scendere in piazza per motivi di sicurezza. Ma un corteo è partito comunque al Cairo, diretto verso il palazzo presidenziale. La polizia comunica oggi che 38 membri della Fratellanza sono stati uccisi mentre tentavano di assaltare un convoglio
L’Ue rivedrà nei prossimi giorni le relazioni con l’Egitto e adotterà misure per questo obiettivo. Questo in sintesi il messaggio del comunicato in cui il presidente Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione Manuel Barroso chiedono alle parti di dar prova di moderazione contro una escalation della violenza. E’ la prima risposta dell’Europa da quando sono cominciati gli scontri nel Paese. Scontri che rischiano di continuare ancora oggi: secondo quanto riferito da fonti di polizia, nella giornata odierna sono stati uccisi 38 membri dei Fratelli Musulmani, in seguito ad un assalto della Fratellanza ad un convoglio che stava trasferendo in carcere 45 manifestanti arrestati. Ieri, invece, dopo lo sgombero della moschea al-Fath che ha portato alla morte di 79 persone e all’arresto di 250 con l’accusa di terrorismo, i manifestanti schierati a favore dell’ex presidente deposto Mohamed Morsi avevano annullato le proteste per motivi di sicurezza, ma un corteo è partito comunque dopo la fine della preghiera nella moschea di el Raia al Cairo ed è diretto verso il palazzo presidenziale.
E’ di 79 morti il bilanciodegli scontri di ieri in Egitto. Lo riferisce il governo egiziano citato dall’agenzia di Stato Mena.
Non ci sono invece ulteriori dettagli sullo sgombero della moschea al Fath, dove venerdì sera si erano rifugiati un centinaio di sostenitori del deposto presidente islamico Mohamed Morsi. Le forze dell’ordine hanno “preso il pieno controllo” dell’edificio sparando dai blindati contro il minareto. Davanti al luogo di culto ci sono stati anche scontri tra i sostenitori e gli anti-Morsi. Mentre il partito Giustizia e libertà, braccio politico della Fratellanza, invitava su twitter a dirigersi verso la moschea per “salvare i dimostranti che si trovano all’interno”.
Il premier egiziano ha intanto proposto al governo lo scioglimento dei Fratelli musulmani e l’esecutivo sta ora valutando questa ipotesi. Dopo il “venerdì della collera”, che ha lasciato nelle strade del Cairo 173 morti, non accenna quindi ad abbassarsi la tensione in Egitto. “Il popolo egiziano è sceso in piazza il 30 giugno (giorno della deposizione di Morsi, ndr) contro il fascismo teologico e religioso” dei Fratelli musulmani e di Morsi, ha detto in conferenza stampa a Heliopolis il consigliere strategico della presidenza ad interim egiziana, Mustafa Hagazy. A scaldare ulteriormente il clima è anche la notizia che Aman el Badia, figlio 38enne della guida dei Fratelli musulmani, è stato ucciso ieri da colpi di arma da fuoco a piazza Ramses al Cairo, come ha annunciato la stessa Confraternita.
FERMATI QUATTRO GIORNALISTI ITALIANI – Negli scontri sono stati fermati dai militari quattro giornalisti italiani. “Sono stati identificati e saranno rilasciati a breve e riaccompagnati in albergo”, ha fatto sapere Giovanni Toti, direttore di Studio Aperto e del Tg4, “secondo quanto ci hanno detto ora dall’Unità di crisi e da Palazzo Chigi, con cui siamo in contatto da stamattina dopo aver perso i contatti con la nostra inviata Gabriella Simoni. Mi è stato riferito che oltre ai due di Mediaset, la Simoni e l’operatore Arturo Scotti, sono stati fermati due giornalisti Rai”.
AMNESTY: “INDAGARE SU ABUSO DI FORZA DELL’ESERCITO” – Il ministero dell’Interno egiziano fornisce intanto i dati sugli arresti eseguiti dalla polizia: “Il numero degli elementi dei Fratelli musulmani fermati è arrivato a 1.004“, ha riportato Sky News citando il ministero dell’Interno e precisando che 558 sono stati fermati al Cairo. Amnesty international invece ha sollecitato un’inchiesta “approfondita e imparziale sulla violenza che, a partire dal 14 agosto, ha accompagnato lo sgombero dei sit-in di protesta al Cairo”. In un comunicato dell’organizzazione internazionale per i diritti umani si precisa che secondo i ricercatori di Amnesty presenti nella Capitale egiziana, le forze di sicurezza hanno usato una forza letale non necessaria e violato la promessa di consentire un’uscita sicura dai sit-in alle persone rimaste ferite. Un livello, si legge nel comunicato, senza precedenti di violenza ha causato oltre 600 morti nel Paese. “Ci sono pochi dubbi, sulla base delle prime testimonianze e delle altre prove che abbiamo raccolto, che le forze di sicurezza abbiano agito con un profondo disprezzo per la vita umana. Per questo, c’è urgente bisogno di un’inchiesta approfondita, imparziale e indipendente”, ha dichiarato Philip Luther, direttore del ‘Programma Medio Oriente e Africa del Nord’ di Amnesty international.
Anche Foad Aodi, presidente di Amsi (Associazione medici stranieri in Italia) e Comai (Comunità mondo arabo in Italia) si accoda alla denuncia: “L’atrocità del massacro è tale che arrestano, feriscono ed uccidono chi dà aiuto ai sostenitori di Morsi”. Secondo Aodi, in questi giorni sono stati uccisi 20 medici che recavano aiuto ai feriti ed altri 50 sono stati arrestati.
PAPA FRANCESCO: “FEDE E VIOLENZA SONO INCOMPATIBILI” – “Preghiamo per la pace in Egitto”. Con queste parole Papa Francesco si è rivolto ai fedeli riuniti in piazza san Pietro, al termine della recita dell’Angelus. Il pontefice ha aggiunto che “fede e violenza sono incompatibili“, spiegando: “Il Vangelo non autorizza affatto l’uso della forza per diffondere la fede. E’ proprio il contrario. La vera forza del cristiano è la forza della verità e dell’amore, che comporta rinunciare ad ogni violenza”.
CHIESA COOPTA SI SCHIERA CON ESERCITO CONTRO “TERRORISTI”- La Chiesa copta egiziana ha espresso il suo sostegno alle forze di sicurezza per fermare “la violenza dei gruppi armati”. In una nota diffusa all’indomani del venerdì della collera i religiosi scrivono: “La Chiesa copta egiziana sta seguendo i drammatici sviluppi nel nostro Paese e sottolinea la sua ferma posizione al fianco della polizia egiziana, delle forze armate e delle altre organizzazioni dei cittadini egiziani che si oppongono alla violenza dei gruppi armati e al terrorismo“, si legge nella nota, citata dal sito web di al-Arabiya. “Mentre apprezziamo la sincera e amichevole posizioni di chi capisce la natura degli eventi – è aggiunto – deploriamo le falsità dei media che stanno prevalendo nei Paesi occidentali”. La Chiesa copta ha quindi invitato l’Occidente a “leggere obiettivamente i fatti, senza dare copertura politica internazionale a questi terroristi e gruppi sanguinari”.
FARNESINA: NON PARTITE. MA ALITALIA E MERIDIANA CONFERMANO VOLI – La Farnesina ha sconsigliato i viaggi in tutto l’Egitto, “in ragione del progressivo deterioramento del quadro generale di sicurezza”, ribadendo ai connazionali già presenti nei resort la necessità di “evitare escursioni fuori dalle istallazioni turistiche ed in particolare nelle città”. E precisando che “nelle località turistiche del Mar Rosso (Sharm el Sheikh, Marsa Alam, Berenice e Hurgada) e in quelle della costa nord (Marsa Mathrou, El Alamein), non si registrano al momento incidenti né indicazioni di rischio per l’incolumità dei connazionali presenti, anche se, in ragione del continuo evolvere degli eventi non sono da escludere azioni dimostrative legate alla situazione di generale instabilità del Paese”.
Alitalia ha annunciato di non avere cambiato il proprio operativo dei voli da e per l’Egitto, confermando che i collegamenti con Il Cairo sono al momento “regolari”. E anche Meridiana ha confermato le tratte, sottolineando che i voli operati tutto l’anno su tre località egiziane – oltre a Il Cairo, Sharm El Sheik e Marsa Alam – dagli scali nazionali “sono assicurati, anche per favorire a rotazione il rientro dei molti turisti già prenotati”.
Dalle agenzie di viaggio, però, arrivano indicazioni contrarie. Il tour operator Veratour dopo la comunicazione ufficiale del ministero degli Esteri ha sospeso “per cause di forza maggiore, temporaneamente, tutte le partenze per le destinazioni di Sharm el Sheikh (villaggio Veraclub Queen Village), Marsa Alam (villaggi Veraclub Elphistone e Veraclub El Quseir) e Marsa Matrouh (villaggio Veraclub Jaz Oriental).
E anche la stragrande maggioranza dei tour operator che aderiscono ad Astoi Confindustria Viaggi ha annullato le partenze per l’Egitto e sta contattando tutti i clienti in partenza per fornire loro alternative, congelare il viaggio o concordare il rimborso.
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Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.