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Germania, l’asse Berlino-Atene delle tangenti: due inchieste per corruzione

Secondo quanto riportato dalla "Süddeutsche Zeitung" due aziende avrebbero corrotto funzionari greci per la fornitura di attrezzature per sottomarini, oltre che evadere il fisco. Sulla base dei primi riscontri, sarebbero state versate a politici ellenici tangenti per circa nove milioni di euro
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Si rafforza l’asse Berlino-Atene, ma questa volta i prestiti della troika non c’entrano affatto. C’è una sottile linea rossa finanziaria che unisce le due sponde (così lontane) dell’Europa ed è quella rappresentata dai fondi neri e dalla corruzione, almeno stando alle indagini dei magistrati teutonici che indagano su presunte tangenti nel settore sottomarino. Due procure infatti hanno aperto un’inchiesta su due aziende di armamenti a Brema e Wedel (vicino ad Amburgo). Secondo quanto riportato dalla “Süddeutsche Zeitung” si tratta delle società Rheinmetall Elettronica per la Difesa e Atlas Elektronik. Stando ai sospetti della procura di Brema le aziende avrebbero corrotto funzionari greci per la fornitura di attrezzature per sottomarini, oltre che evadere il fisco. Sulla base dei primi riscontri, sarebbero state versate a politici ellenici tangenti per circa nove milioni di euro.

Gli inquirenti hanno attenzionato la EADS e la ThyssenKrupp, che aveva acquistato l’azienda elettronica da Brema, ottenendo riscontri dopo che una filiale comune delle due società era stata perquisita nei giorni scorsi. Già nel 2010 l’inchiesta era stata avviata per verificare flussi di denaro sospetti, ma inizialmente gli investigatori non avevano trovato nulla di rilevante. Lo scorso anno invece, a seguito di una verifica fiscale, la Rheinmetall Defence aveva fornito ulteriori elementi che sono stati ritenuti compromettenti dai magistrati; anche se al contempo la stessa azienda ufficialmente respinge in toto le accuse: non avrebbero “alcun fondamento”, ha detto un portavoce alla stampa tedesca.

Nel 2005 la Thyssen aveva “forgiato” un’alleanza per l’acquisizione di Atlas Elektronik, perno strategico dell’industria militare tedesca nella costruzione di sottomarini. In quell’occasione era nato un consorzio con la società aerospaziale EADS, con i concorrenti sbaragliati in un colpo solo, ovvero i francesi di Thales, i tedeschi di OHB (Brema), i finlandesi di Kongsberg, gli americani di L3 e gli svedesi di Saab.

Oggi altre accuse di corruzione, che fanno il paio con quelle del colosso Siemens. Un legame, quello di fondi neri e tangenti, che ha già legato in passato Germania e Grecia. In occasione delle Olimpiadi elleniche del 2004, costate il triplo del previsto, lo scandalo Siemens era deflagrato in tutta la sua gravità: si verificò un anomalo e ingente flusso di denaro per assicurarsi commesse e appalti. Con la stessa azienda tedesca che ammise (solo in seguito) pagamenti in nero per circa 1,3 miliardi di euro con la conseguente rivoluzione all’interno del proprio management: furono costretti alle dimissioni il presidente Heinrich von Pierer e l’amministratore delegato Klaus Kleinfeld. E ancora, si pensi allo scandalo di due sottomarini venduti da un’azienda tedesca al ministero della Difesa greco: ma con il piccolo inconveniente che pendevano a destra.

twitter@FDepalo

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