Dopo mesi di attività a singhiozzo tra accensioni e stop imposti dall’alto, l’inceneritore di Parma è pronto a ripartire e sul sindaco Federico Pizzarotti piovono già le prime polemiche. Nell’impianto di Ugozzolo si stanno scaldando i motori per l’imminente ripresa dell’attività, prevista entro questa settimana, ma ancora prima che il fumo esca dal camino il Pd si lancia all’attacco del primo cittadino Cinque stelle e del leader del Movimento Beppe Grillo, ricordando nuovamente la frase dell’ex comico genovese che aveva assicurato che per accendere l’inceneritore di Parma sarebbero dovuti passare sul cadavere del sindaco Pizzarotti.

“Cosa ci si può aspettare da un sindaco che non sa mantenere nemmeno la sua principale promessa elettorale? – ha attaccato il capogruppo Pd in consiglio comunale Nicola Dall’Olio – E da un movimento che dopo aver promesso di rivoluzionare la politica vorrebbe ora, per editto del suo capo, andare alle elezioni con il tanto deprecato Porcellum, per mero opportunismo elettorale? Con quale credibilità possono dirsi diversi e pretendere di rinnovare il paese? Qui di cadaveri c’è solo la credibilità politica, di Beppe Grillo e del suo movimento”.

Dopo lo stop imposto a inizio luglio dal Comune di Parma a causa del certificato di agibilità e il successivo via libera del Tar all’accensione ai primi di agosto, Iren ha presentato la richiesta alla Provincia e alle autorità competenti di riprendere l’attività di combustione dei rifiuti a partire dal 28 agosto, anche se la multiutility ha confermato che la data di accensione non è ancora definitiva perché sono in corso le operazioni tecniche per l’avvio dell’impianto. I rifiuti però sono già stoccati nelle vasche, pronti per essere smaltiti già dalle prossime ore con la nuova accensione che questa volta, a meno di nuovi colpi di scena, dovrebbe essere quella definitiva.

Da quando il Municipio ha imposto l’arresto del sistema sono passati 56 giorni. Tanti, troppi per Iren, che già dalle prime ore dopo lo stop aveva giurato guerra al Comune, ipotizzando una richiesta di danni per i mancati introiti derivanti dall’attività di smaltimento che potrebbe superare i 16 milioni di euro. A far luce sulla questione sarà il Tar, che il 9 ottobre dovrà esprimersi sulle presunte irregolarità che hanno portato al blocco dell’impianto. Se Iren risultasse nella ragione, la nuova richiesta di danni al Comune si andrebbe a sommare a quella già in essere di 28 milioni dovuta allo stop del cantiere nell’era dell’ex sindaco Pietro Vignali. Per questo Dall’Olio, riferendosi a Pizzarotti e al tentativo di fermare l’inceneritore, parla di “un’inutile e maldestra battaglia legale con i soldi dei contribuenti, che rischia di costare ancora più caro ai cittadini di Parma per le richieste di risarcimento danni milionarie da parte di Iren”.

Secondo il capogruppo del Pd se Pizzarotti avesse voluto davvero chiudere l’impianto, “invece di condurre una battaglia legale, avrebbe dovuto ricercare una soluzione politica con Iren, società di cui il Comune è uno dei principali soci, mettendo sul piatto le risorse economiche necessarie e le alternative di smaltimento tanto decantate in campagna elettorale”. Da ultimo, l’attacco del Pd si concentra anche sul tempo e le occasioni perse da Pizzarotti e dai suoi, che secondo Dall’Olio in quasi un anno e mezzo hanno trascurato altre questioni ambientali che incidono sulla qualità dell’aria più dell’impianto di Ugozzolo, come per esempio il traffico: “un tema su cui – conclude il capogruppo – questa amministrazione non ha fatto nulla, assolutamente nulla, tanto che risulta ancora vigente il piano della mobilità urbana di Vignali con la previsione della metropolitana”.

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