Violenza sessuale con abuso di autorità nei confronti di due allieve (minorenni all’epoca degli incontri) nonché pornografia minorile. Capi d’imputazione pesanti che emergono all’interno di un’accusa ancor più pesante: istigazione al suicidio. Al centro, Valter Giordano, professore di italiano e storia al liceo socio-pedagogico Soleri di Saluzzo, piccolo Comune in provincia di Cuneo.
La vicenda potrebbe riassumersi raccontando la storia di un uomo di 57 anni, colto e preparato, insegnante in un liceo di provincia che sa instaurare con i suoi allievi, ma soprattutto allieve, un rapporto di amicizia e fiducia. Una figura a metà tra il docente e il confidente che utilizza il suo ruolo per avvicinare in particolare due ragazze. Entrambe, come viene riportato nell’ordinanza di custodia cautelare che il 21 agosto ha portato in carcere Giordano, presentano “un quadro evidente di depressione cronica, sfiducia in loro stesse, uno stato di inferiorità psicofisica” nei confronti del professore. E’ attraverso questa “sudditanza” che due minorenni si lasciano andare a rapporti sessuali “non convenzionali” con il loro insegnante. Ma la storia di abusi nei confronti di due soggetti “deboli” è solo una faccia del prisma a cui i carabinieri arrivano indagando su un’altra storia. Più torbida se possibile, dai contorni ancor più sfumati.
Tutto comincia nell’aprile 2012 quando i genitori di un alunno minorenne del liceo socio-pedagogico Soleri di Saluzzo presentano un esposto insieme alla psicologa che lo ha in cura. Sono preoccupati perché il figlio presenta “sintomi da reclutato al satanismo”. Nel suo zaino, un diario piano di croci pagane e un libro: la bibbia di satana di Anton Szandor Lavey. Da quella denuncia, presa in carico dal procuratore capo di Saluzzo Maria Cristina Bianconi, emerge per la prima volta il nome del professor Giordano come destinatario di una lettera da parte di Paola Vairoletti, 18enne, anche lei alunna del liceo Soleri, morta suicida il 7 dicembre 2004. Il suo corpo viene trovato ai piedi di un pilone dell’acquedotto di Savigliano, piccolo comune poco distante da Saluzzo. Dopo di lei, altri quattro ragazzi suicidi. L’ultimo caso il 30 aprile 2011, quando si impicca dietro casa Kim Massenz. A mettere in collegamento queste morti la prima volta è Il Fatto Quotidiano con un’inchiesta pubblicata il 29 maggio 2013.
Ed è in quella lettera che Paola si definisce “satanista” e fa esplicito riferimento al suo desiderio di morire. Non una sola lettera, ma un plico che Giordano cataloga personalmente con tanto di data. L’insegnante, nel dicembre 2004 viene sentito come persona informata dei fatti dai carabinieri, ma in quell’occasione non fornisce nessuna informazione utile. Anche se si premura di accompagnare Vanna Vairoletti, madre di Paola, alla trasmissione “Chi l’ha visto?” per denunciare la scomparsa della sua allieva. I documenti saranno trovati nella sua abitazione solo lo scorso maggio. Non solo lettere, ma anche una scatola contenente la fotografia della ragazza suicida: testi pieni di riferimenti alla sua morte, considerata come “vicina”.
Perché questo materiale viene trovato nell’abitazione di Valter Giordano? Perché l’insegnante non avvisa i genitori di Paola dei suoi intenti suicidi? Perché il professore non fornisce alcun elemento utile all’indagine dei carabinieri nel 2004? Domande a cui l’insegnante, ora indagato per istigazione al suicidio, dovrà rispondere.