“Un bravissimo docente, con una tensione mistica molto forte. Aveva il culto della vergine Maria”. Chi conosce il “professore”, lo descrive così. Lui è Valter Giordano, vicepreside e docente di italiano e storia alle scuole Soleri di Saluzzo, indagato per istigazione al suicidio, violenza sessuale e produzione di materiale pedo-pornografico. Eppure il piccolo centro del cuneese, nel cuore della provincia granda, si stringe attorno al prof e lo assolve: “Valter, siamo qui per difendere te”, recita una lettera firmata da oltre cento ex allievi e recapitata a un quotidiano; “Invenzioni”, fanno eco i colleghi; e il sindaco taglia corto: “Basta fango sulla nostra città”.
Un’assoluzione a prescindere. Poco importa che nelle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare si apprenda che Giordano, attraverso “manipolazione psicologica”, abbia costretto due sue studentesse, all’epoca minorenni e “affette da aspetti depressivi significativi”, a compiere atti sessuali estremi e giochi erotici degni della peggiore pellicola hard. Senza scendere nei particolari, le carte parlano di “sesso non convenzionale” frutto della “sudditanza psichica” determinata dal rapporto allieva-docente. E poi i filmini porno e una corrispondenza compulsiva, fino a 100 sms al giorno nei quali le ragazze continuano a dargli del “Lei”.
Saluzzo come Twin Peaks, dove chi sa non parla e chi parla difende l’indifendibile: il suo vicepreside “malato di sesso” che plagiava le allieve per portarsele a letto in cambio di qualche buon voto. 57 anni, 20 di carriera, espertissimo di Dante. In classe è il numero uno: riesce a fare appassionare alle sue materie anche i più svogliati. Ma fuori dall’aula è un’altra persona. E questa doppiezza la conoscono bene anche l’ex moglie e il figlio Erich che del padre dice: “E’ affetto dal male di vivere”. Una depressione sfociata, nell’ultima settimana dopo l’arresto, in un tentativo di suicidio. Tanto basta, perché il paese alle pendici del Monviso trovi già i “veri” colpevoli. “Sono le ragazze”, dicono alcuni studenti. “E’ l’ex moglie che vuole metterlo in cattiva luce”, sostengono altri. Come se quel lembo di terra piemontese, al pari di quella americana raccontata da David Lynch, non voglia affrontare il proprio lato oscuro. Che pure c’è.
Ma qui non c’è da scoprire chi ha ucciso Laura Palmer e soprattutto non siamo in una serie tv. Questa è la realtà di un cittadina di 16mila persone: un territorio ricco e a forte vocazione cattolica dove, secondo le indagini in corso, il sesso si mischia con satanismo e morte. Dove, negli ultimi 8 anni, cinque giovani, legati a vario titolo a presunti riti neri e alla scuola di Giordano, si sono suicidati in circostanze ancora da chiarire.
La vicenda è stata svelata lo scorso 27 maggio da uno scoop del Fatto Quotidiano (leggi l’inchiesta). Ecco i fatti: nell’aprile 2012 arriva in procura un esposto fatto dal genitore di Pietro, uno studente della Soleri-Bertoni. Il ragazzo, secondo il referto della psicologa che lo ha in cura, presenta i tratti caratteristici del “reclutato” al satanismo. Nella segnalazione si parla anche di una gita scolastica durante la quale alcuni ragazzi vengono sorpresi celebrare una sorta di messa nera e una ricerca, commissionata dalla docente di religione, che come argomento ha parafilie e satanismo.
L’inchiesta parte e si concentra sul legame fra il liceo e i suicidi. A cominciare da quello di Paola, che nel dicembre 2004 viene trovata morta dopo essere scappata di casa. Dopo di lei altri quattro casi: l’ultimo risale all’aprile 2011, quando Kim s’impicca.
Il 10 maggio Giordano viene iscritto nel registro degli indagati: l’ipotesi accusatoria è istigazione al suicidio. Sì, perché il vecchio prof non solo era l’insegnante di Paola, ma anche il “destinatario delle sue confidenze”. E’ a lui che la giovane, prima di scappare e uccidersi, scrive una lettera confidando di essere satanista. L’ultimo atto di una fitta corrispondenza che Giordano si guarda bene dal consegnare ai pm quando, nel 2004, cominciano le indagini sull’episodio. Né parla con la famiglia della ragazza, con la quale era così in buoni rapporti da accompagnare la madre negli studi di Chi l’ha visto? per denunciare la scomparsa della figlia.
Quelle lettere le consegnerà agli inquirenti solo 8 anni dopo rendendo, si legge nell’ordinanza, “dichiarazioni piuttosto confuse”. Fatto sta che nelle righe che Paola verga e indirizza al suo beniamino emerge “più volte l’intenzione di togliersi la vita”. Una confidenza terribile che Giordano decide di tenersi per sé. “Non mi ha mai detto niente delle lettere e delle paure di mia figlia”, racconta la madre.
Il 22 maggio cominciano le intercettazioni telefoniche e chi indaga sulle morti scopre i rapporti sessuali di Giordano con le sue allieve. Passano un po’ di mesi e gli investigatori riescono a ricomporre il quadro: si fa luce sullo stato di depressione psicologica e prostrazione del quale il prof si approfitta per schiavizzare le giovani.
Il sospetto è che i rapporti intrattenuti con Paola prima del suicidio “siano simili” a quelli con le due vittime. E simile potrebbe essere anche l’epilogo. Così scatta la custodia cautelare, prima in carcere, poi in una struttura protetta. Anche perché quando esce l’inchiesta del Fatto su satanismo e suicidi, l’utenza del docente è sotto controllo. Ecco cosa gli scrive una ragazza ricevendo come risposta l’ordine di non utilizzare più sms: “Sono davvero tanto preoccupata e sono tentata di compiere un atto”. E ancora: “Nonno mi vuole”, dove il riferimento è al parente che la ragazza aveva visto morire all’età di nove anni. In un’altra occasione il docente disdice un “concertino”, come chiamava i suoi incontri erotici, perché deve vedere “alcuni ex studenti di allora”. Chi sono? Per gli inquirenti sono gli ex amici di Paola, il giro, a detta di studenti e insegnanti, dei satanisti oggi diventati compari di Pietro il “reclutato”, il figlio dell’uomo che nell’aprile 2012 presenta l’esposto dal quale parte tutto. “Sì, quei personaggi sono tutti ex studenti di Giordano”, rivela una collega del prof.
Che il viceopreside abbia un ruolo nel giro delle messe nere? Non lo sappiamo. Quello che si registra per il momento è la levata di scudi a sua protezione. Un fronte dell’omertà rotto, per il momento, solo dalla decisione di una delle due vittime di costituirsi parte civile.