Due anni e otto mesi di reclusione e 20mila euro di multa. E’ la pena patteggiata da Giulia Ligresti nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione di Fondiaria Sai, accolta dal tribunale di Torino. L’udienza si è svolta questa mattina. Presenti il procuratore aggiunto Vittorio Nessi e il sostituto Marco Gianoglio, oltre agli avvocati della donna, che non era in aula. 

E’ stata poi concordata la confisca di polizze assicurative e quote della società Pegaso riconducibili alla Ligresti. L’ammontare non è stato quantificato nel corso dell’udienza, ma secondo fonti vicine all’indagine è nell’ordine di alcuni milioni. In seguito si potranno discutere, davanti al tribunale di sorveglianza di Milano, le modalità con cui la pena dovrà essere scontata: per esempio, la detenzione domiciliare o l’affidamento a un lavoro socialmente utile.

Il giudice del tribunale del capoluogo piemontese aveva stabilito il 28 agosto scorso gli arresti domiciliari per la figlia del costruttore siciliano in carcere da luglio, dopo la perizia medica sulle sue condizioni di salute. Il medico legale Roberto Testi nella relazione consegnata ai pm torinesi che lo avevano incaricato di valutare le sue condizioni di salute e la loro compatibilità col regime carcerario, aveva certificato l’incompatibilità della Ligresti con le misure cautelari.

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