La Camera dei deputati chiederà un risarcimento ai deputati Cinque Stelle che hanno occupato ieri sera il tetto di Montecitorio. I dodici parlamentari hanno interrotto la protesta oggi pomeriggio, dopo aver mostrato la Costituzione e lo striscione che avevano issato sul tetto con la scritta: “La Costituzione è di tutti”.
”Di fronte alla nuova affermazione del vicepresidente Luigi Di Maio circa la insussistenza di oneri derivanti dalla iniziativa dei deputati del Movimento 5 Stelle, i costi della manifestazione, iniziata nel tardo pomeriggio di ieri, ci sono e comportano oneri economici legati alle attività tecniche, di sicurezza ed al presidio di pronto soccorso predisposte per l’occasione”, spiegano i questori di Montecitorio con un comunicato.
“A questi si aggiungono – prosegue il comunicato – i vistosi riflessi organizzativi connessi alle maggiori prestazioni orarie che avranno conseguenze sull’attività amministrativa. I costi saranno a breve compiutamente contabilizzati. Quando l’ufficio di presidenza discuterà il tema delle eventuali sanzioni nei confronti dei responsabili della manifestazione i questori chiederanno che venga aggiunto anche il risarcimento dei costi sostenuti dall’amministrazione della Camera. Il collegio dei questori rivolge – conclude il comunicato – un sentito ringraziamento alle oltre sessanta persone impegnate durante lo svolgimento della iniziativa dei deputati del Movimento 5 Stelle”.
L’occupazione del “tetto” della Camera è iniziata questa notte, “corroborata” messaggi e le telefonate di sostegno di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. I parlamentari pentastellati scenderanno in piazza Montecitorio per incontrare i cittadini e prenderanno parte al sit in. “Abbiamo raggiunto lo scopo di attirare l’attenzione su quello che sta accadendo in Parlamento, dove si vuole derogare l’articolo 138 della Costituzione. Siccome si tratta di un articolo cardine, non vogliamo la deroga del proposta dai partiti”, ha spiegato Carlo Sibilia (M5S), uno dei partecipanti, al telefono con Rai News24.
L’occupazione è stata raccontata in diretta sui social network. “Siamo ancora qui”, scrive Maria Edera Spadoni su Facebook, “sul tetto. Abbiamo sistemato meglio lo striscione. I commessi, gentilissimi, vengono di tanto in tanto per dare un occhio. Stiamo facendo questo perché fino a ieri non c’era una sola notizia sui giornali di ciò che stavamo discutendo in aula. Stiamo facendo questo perché qua dentro il parlamento è esautorato e un disegno di legge non si può cambiare. E i nostri emendamenti li bocciano per partito preso. Il lavoro che stiamo facendo qua dentro é importante, ma è altrettanto importante dimostrare la nostra indignazione. E non mi si parli di violazione istituzionale. violazione non é qua sopra, ma qua sotto, stuprando la Costituzione e lasciando all’oscuro i cittadini”.
Sono saliti sul tetto venerdì 6 settembre nel pomeriggio. L’iniziativa dei deputati cerca di ricompattare il gruppo nonostante gli scontri e i malumori degli ultimi giorni. Il senatore critico Luis Alberto Orellana, dopo le dichiarazioni di rottura, ha fatto sapere di non avere ancora deciso se dimettersi e di rimandare ogni annuncio a dopo il weekend. Chi ha le idee chiare è Beppe Grillo che continua a ribadire la regola del “no alle alleanze”: “Guida per parlamentari M5S autostoppisti eventualmente dispersi a Roma”, ha scritto sul blog pubblicando un passaggio del Codice di comportamento eletti in Parlamento liberamente sottoscritto pubblicamente da tutti i candidati prima delle elezioni politiche per poter partecipare: “I gruppi parlamentari non dovranno associarsi con altri partiti o coalizioni o gruppi se non per votazioni su punti condivisi”.