È la maledizione delle Cayman. Pier Luigi Bersani è stato trascinato in tribunale dal finanziere Davide Serra, il supporter di Matteo Renzi che l’anno scorso si sentì diffamato dalle parole del leader Pd sui paradisi fiscali: “Chi ha base alle Cayman non dovrebbe permettersi di dare consigli”. Intanto il sindaco di Torino, Piero Fassino, che è appena salito sul carro di Renzi, viene beccato dalla blogger Consuelo Canducci mentre sbarca su un’isola greca, in compagnia del presidente di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli, dal lussuosissimo yacht “Electa”, 38 metri di puro lusso, celebrato dai principali siti di yachting: costruito nel 1990 dai cantieri Ccyd di Venezia su progetto di Ron Holland, arredato dall’architetto Tommaso Spadolini. Ha posto per dieci passeggeri e sei membri dell’equipaggio. Se manca il vento dispone di due motori da 800 cavalli e un serbatoio da 16 mila litri (25 mila euro per un pieno).
È proprio vero che chi trova un amico trova un tesoro. Fassino e Bazoli hanno trovato un tesorone. L’amico fortunato che regala fortunate vacanze all’ex segretario del Pci di Torino e al sobrio banchiere si chiama Giorgio Fantoni, ha 87 anni ben portati, e rivendica una giovanile partecipazione alla guerra partigiana, proprio come il padre di Fassino. Solo che dall’opposizione al nazismo ha fatto molta strada e ha finito per arruolarsi nella battaglia contro il fisco italiano. La Electa, che porta il nome della casa editrice di cui Fantoni fu proprietario, è di stanza allo Yacht Club di Monaco, e nel Principato Fantoni risulta residente. La barca è di proprietà della società Tigerbridge Limited, con sede all’isola di Man, paradiso fiscale situato tra la Gran Bretagna e l’Irlanda. Fantoni ne risulta proprietario al 99 per cento. Il restante 1 per cento è della Alcor, società che ha sede a Guernsey, una delle isole del canale della Manica. Fassino, che nella celebre telefonata con Gianni Consorte, dopo il mitico “abbiamo una banca?”, mostrava qualche lentezza nell’afferrare la complessa tela societaria che il boss di Unipol stava tessendo per conquistare la Bnl, avrà avuto tutto il tempo della navigazione per farsi spiegare dall’amico Fantoni la geografia delle sue residenze fiscali. Ma è probabile che abbiano più piacevolmente rievocato le origini della loro amicizia.
Erano gli anni ’80 e Fassino era stato incaricato da Enrico Berlinguer di collaborare ai tentativi di salvataggio della Einaudi, la prestigiosa casa editrice che stava in pessime acque. Guido Accornero, manager torinese che se ne occupava, ha raccontato che fu proprio Fassino a presentargli Fantoni, il quale comprò l’Einaudi attraverso la Electa, di cui era proprietario insieme a Massimo Vitta Zelman. L’operazione, chiusa nel 1987, si rivelò un colpaccio. Prima i due soci si associarono con la Mondadori di Carlo De Benedetti, formando la Elemond di cui tennero il 51 per cento. Poi, quando la Mondadori finì in mano a Silvio Berlusconi e tutta la sinistra italiana temeva di vedere il prestigioso marchio dello struzzo in mano al capo della destra, Fantoni fu abilissimo: esercitò l’opzione cosiddetta put che aveva contrattato con De Benedetti, e mollò il 51 per cento a Mondadori per 131 miliardi di lire, ma nello stesso tempo fece credere a tutti di essere stato vittima dell’espansionismo berlusconiano. Il numero uno di Mondadori, Franco Tatò, spiegò di essere stato costretto a svenarsi per un’operazione che mai avrebbe fatto, ma passò l’idea che fossero parole di circostanza, lacrime di coccodrillo.
Con i soldi incassati, Fantoni e Vitta Zelman comprarono subito la Skira, prestigioso marchio dell’editoria d’arte, che subito ha iniziato una intensa attività di collaborazione con le banche, tra cui Intesa Sanpaolo, per la quale ha stampato numerosi volumi fotografici giubilari. Fantoni, che è persona di indubbio fascino personale e culturale, ha conquistato facilmente l’amicizia di un uomo colto come Bazoli, che nel 2008 l’ha designato come consigliere della Fondazione Cini di Venezia, dove il presidente (da molti anni Bazoli) ha il potere di nominare cinque membri del consiglio: insieme a Fantoni scelse un altro noto uomo di cultura, l’imprenditore tunisino Tarek Ben Ammar.
Anche con Bazoli l’ormai anziano imprenditore veneziano può aver rievocato i bei tempi. Dieci anni fa la Skira è entrata in affari con la Rcs Mediagroup, di cui Bazoli è grande azionista attraverso Intesa Sanpaolo e dominus per designazione dell’avvocato Gianni Agnelli in punto di morte. Dopo anni di collaborazione la Rcs ha di fatto assorbito Skira, che dal 2006 è consolidata nel bilancio del gruppo. Di tutto questo, la sera a cena nel quadrato o nel ristorantino greco, i tre hanno potuto chiacchierare piacevolmente e con cognizione di causa: Fassino ha appena nominato il suo predecessore Sergio Chiamparino alla presidenza della Compagnia di San Paolo, la fondazione torinese che è primo azionista di Intesa Sanpaolo con il 10 per cento del capitale. All’inizio del 2013 Chiamparino è stato grande sponsor dell’ennesimo rinnovo al vertice di Bazoli, nonostante avesse varcato la soglia degli 80 anni. Una mano lava l’altra e tutt’e due reggono il timone della lussuosa barca di Fantoni. Richiesti di un commento sulle loro vacanze intelligenti, sia Fassino che Bazoli hanno opposto un asciutto no comment, in nome della privacy.
di Alberto Crepaldi e Giorgio Meletti
da Il Fatto Quotidiano del 7 settembre 2013
Economia & Lobby
Tra finanza e politica, lo yacht “offshore” di Fantoni per Fassino e Bazoli
Il sindaco di Torino è stato sorpreso in vacanza in Grecia con il presidente di Intesa Sanpaolo. I due erano a bordo dell'imbarcazione dell'editore di Electa, di proprietà di società con sede in paradisi fiscali. L'amicizia tra l'ex segretario Ds e l'imprenditore veneziano risale agli anni '80, quando collaborarono per salvare la Einaudi
È la maledizione delle Cayman. Pier Luigi Bersani è stato trascinato in tribunale dal finanziere Davide Serra, il supporter di Matteo Renzi che l’anno scorso si sentì diffamato dalle parole del leader Pd sui paradisi fiscali: “Chi ha base alle Cayman non dovrebbe permettersi di dare consigli”. Intanto il sindaco di Torino, Piero Fassino, che è appena salito sul carro di Renzi, viene beccato dalla blogger Consuelo Canducci mentre sbarca su un’isola greca, in compagnia del presidente di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli, dal lussuosissimo yacht “Electa”, 38 metri di puro lusso, celebrato dai principali siti di yachting: costruito nel 1990 dai cantieri Ccyd di Venezia su progetto di Ron Holland, arredato dall’architetto Tommaso Spadolini. Ha posto per dieci passeggeri e sei membri dell’equipaggio. Se manca il vento dispone di due motori da 800 cavalli e un serbatoio da 16 mila litri (25 mila euro per un pieno).
È proprio vero che chi trova un amico trova un tesoro. Fassino e Bazoli hanno trovato un tesorone. L’amico fortunato che regala fortunate vacanze all’ex segretario del Pci di Torino e al sobrio banchiere si chiama Giorgio Fantoni, ha 87 anni ben portati, e rivendica una giovanile partecipazione alla guerra partigiana, proprio come il padre di Fassino. Solo che dall’opposizione al nazismo ha fatto molta strada e ha finito per arruolarsi nella battaglia contro il fisco italiano. La Electa, che porta il nome della casa editrice di cui Fantoni fu proprietario, è di stanza allo Yacht Club di Monaco, e nel Principato Fantoni risulta residente. La barca è di proprietà della società Tigerbridge Limited, con sede all’isola di Man, paradiso fiscale situato tra la Gran Bretagna e l’Irlanda. Fantoni ne risulta proprietario al 99 per cento. Il restante 1 per cento è della Alcor, società che ha sede a Guernsey, una delle isole del canale della Manica. Fassino, che nella celebre telefonata con Gianni Consorte, dopo il mitico “abbiamo una banca?”, mostrava qualche lentezza nell’afferrare la complessa tela societaria che il boss di Unipol stava tessendo per conquistare la Bnl, avrà avuto tutto il tempo della navigazione per farsi spiegare dall’amico Fantoni la geografia delle sue residenze fiscali. Ma è probabile che abbiano più piacevolmente rievocato le origini della loro amicizia.
Erano gli anni ’80 e Fassino era stato incaricato da Enrico Berlinguer di collaborare ai tentativi di salvataggio della Einaudi, la prestigiosa casa editrice che stava in pessime acque. Guido Accornero, manager torinese che se ne occupava, ha raccontato che fu proprio Fassino a presentargli Fantoni, il quale comprò l’Einaudi attraverso la Electa, di cui era proprietario insieme a Massimo Vitta Zelman. L’operazione, chiusa nel 1987, si rivelò un colpaccio. Prima i due soci si associarono con la Mondadori di Carlo De Benedetti, formando la Elemond di cui tennero il 51 per cento. Poi, quando la Mondadori finì in mano a Silvio Berlusconi e tutta la sinistra italiana temeva di vedere il prestigioso marchio dello struzzo in mano al capo della destra, Fantoni fu abilissimo: esercitò l’opzione cosiddetta put che aveva contrattato con De Benedetti, e mollò il 51 per cento a Mondadori per 131 miliardi di lire, ma nello stesso tempo fece credere a tutti di essere stato vittima dell’espansionismo berlusconiano. Il numero uno di Mondadori, Franco Tatò, spiegò di essere stato costretto a svenarsi per un’operazione che mai avrebbe fatto, ma passò l’idea che fossero parole di circostanza, lacrime di coccodrillo.
Con i soldi incassati, Fantoni e Vitta Zelman comprarono subito la Skira, prestigioso marchio dell’editoria d’arte, che subito ha iniziato una intensa attività di collaborazione con le banche, tra cui Intesa Sanpaolo, per la quale ha stampato numerosi volumi fotografici giubilari. Fantoni, che è persona di indubbio fascino personale e culturale, ha conquistato facilmente l’amicizia di un uomo colto come Bazoli, che nel 2008 l’ha designato come consigliere della Fondazione Cini di Venezia, dove il presidente (da molti anni Bazoli) ha il potere di nominare cinque membri del consiglio: insieme a Fantoni scelse un altro noto uomo di cultura, l’imprenditore tunisino Tarek Ben Ammar.
Anche con Bazoli l’ormai anziano imprenditore veneziano può aver rievocato i bei tempi. Dieci anni fa la Skira è entrata in affari con la Rcs Mediagroup, di cui Bazoli è grande azionista attraverso Intesa Sanpaolo e dominus per designazione dell’avvocato Gianni Agnelli in punto di morte. Dopo anni di collaborazione la Rcs ha di fatto assorbito Skira, che dal 2006 è consolidata nel bilancio del gruppo. Di tutto questo, la sera a cena nel quadrato o nel ristorantino greco, i tre hanno potuto chiacchierare piacevolmente e con cognizione di causa: Fassino ha appena nominato il suo predecessore Sergio Chiamparino alla presidenza della Compagnia di San Paolo, la fondazione torinese che è primo azionista di Intesa Sanpaolo con il 10 per cento del capitale. All’inizio del 2013 Chiamparino è stato grande sponsor dell’ennesimo rinnovo al vertice di Bazoli, nonostante avesse varcato la soglia degli 80 anni. Una mano lava l’altra e tutt’e due reggono il timone della lussuosa barca di Fantoni. Richiesti di un commento sulle loro vacanze intelligenti, sia Fassino che Bazoli hanno opposto un asciutto no comment, in nome della privacy.
di Alberto Crepaldi e Giorgio Meletti
da Il Fatto Quotidiano del 7 settembre 2013
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Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 alle ore 15.30 si svolgeranno le commemorazioni dell'Ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Poi il primo punto all'ordine del giorno è la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè.
(Adnkronos) - La sede opportuna, ha sottolineato Ciriani, "è il Copasir che è un organo del Parlamento e non del governo, ed è presieduto da un componente delle opposizioni. E' quella la sede in cui il governo fornisce tutte le informazioni del caso: oggi è stato audito Valensise, la settimana scorsa Caravelli e la prossima settimana sarà audito Frattasi. Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
E anche sulla richiesta delle opposizioni di sapere se Paragon sia stato utilizzato dalla polizia penitenziaria, Ciriani ribadisce che saranno date "riposte nelle sedi opportune. C'e' un luogo in cui dare risposte e un altro luogo in cui non si possono dare, ma questo è la legge a disporlo, non è il governo". Infine viste le proteste dei gruppi più piccoli che non sono rappresentati nel Copasir, Ciriani ha ricordato che "è la legge che lo prevede, non dipende dal governo".
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 al mattino si terrà discussione generale sulla mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo della Camera.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - La conferenza dei capigruppo ha stabilito che domani dalle 18 votazione si svolgerà la chiama per la fiducia sul dl Milleproroghe. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 16 e 20. Il voto finale sul provvedimento è previsto per giovedì.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Le opposizioni protestano con il governo e con il presidente della Camera Lorenzo Fontana sulla mancata interrogazione al question time sul caso Paragon. "Il governo si sottrae al confronto con il Parlamento. Siamo totalmente insoddisfatti sulle motivazioni apportate dal ministro Ciriani" che ha ribadito come il governo ritenga "non divulgabili" le informazioni sul caso, ha detto la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, al termine della capigruppo a Montecitorio. "E abbiamo chiesto anche al presidente Fontana di rivalutare la sua scelta".
"Il governo ha avuto l'atteggiamento di chi è stato preso con le mani nella marmellata: tutti hanno parlato, ma ora che abbiamo chiesto se lo spyware fosse utilizzato dalla polizia penitenziaria scatta il segreto...", osserva il capogruppo di Iv, Davide Faraone. Per Riccardo Magi di Più Europa si tratta "di un altro colpo alle prerogative del Parlamento. Si toglie forza a uno dei pochissimi strumenti che si hanno per ottenere risposte dal governo".
Roma, 18 (Adnkronos) - "Si tratta di informazioni non divulgabili" e come tali "possono essere divulgate solo nelle sedi opportune" come il Copasir. Lo ha detto il ministro Luca Ciriani al termine della capigruppo alla Camera a proposito delle interrogazioni al governo da parte delle opposizioni sul caso Paragon. "Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
Milano, 18 feb. (Adnkronos) - "Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano". Lo afferma Stefano Boeri dopo la decisione del gip di Milano che ha disposto un'interdittiva che gli vieta per un anno di far parte di commissioni giudicatrici per procedure di affidamento di contratti pubblici.
L'archistar è indagato insieme a Cino Paolo Zucchi e Pier Paolo Tamburelli per turbativa d'asta nell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. "Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale" conclude Boeri in una nota.