“Sono qui per spiegare le idee del movimento”. Lo ha detto Gianroberto Casaleggio al suo arrivo a Cernobbio dove è in programma il suo intervento al workshop Ambrosetti. Casaleggio ha poi dribblato cronisti e telecamere e si è fatto proteggere dalla sicurezza di Villa d’Este. Apre i lavori dell’ultima giornata del forum Ambrosetti a Cernobbio, il cosiddetto “guru” del Movimento 5 Stelle. E in sala ad ascoltarlo c’è il presidente del Consiglio Enrico Letta, ma anche l’ex capo del governo Mario Monti. Casaleggio, che è accompagnato dal figlio Davide, è il primo a intervenire dopo una inversione dell’ordine degli speaker. “L’intervento di Casaleggio mi interessa molto” ha detto Federico Ghizzoni, ad di Unicredit.
I primi giudizi sono stati un po’ freddi, riferiscono le agenzie di stampa: qualche mugugno, nessun contenuto politico e informazioni ritrite. L’imprenditore ha ripercorso l’evoluzione della comunicazione politica negli Usa, e come la si possa calare nello scenario italiano. “La lezione basic di qualsiasi master post universitario” commenta chi lascia in anticipo la sala. “Un’operazione mediatica pianificata perfettamente” aggiunge un altro deluso. Poche strette di mano ai presenti, “un alieno” lo definisce un titolare di un fondo presente in sala. Alla fine nessuna domanda per Casaleggio, molte per gli altri partecipanti al panel.
Ma c’è chi come l’ad di Intesa Sanpaolo Enrico Tomaso Cucchiani ha apprezzato il discorso di Casaleggio: “Un discorso tecnico – ha spiegato il banchiere – che credo possa essere stato educativo per altri politici in sala. Molti politici non sono così esperti e non capiscono così bene le potenzialità di internet. Lui sì ed è stata una specie di consulenza. Credo che sia stato apprezzato dai suoi competitori”. Cucchiani non si è trattenuto dall’aggiungere di invidiargli “molto i suoi capelli”.
“Uno dei tanti discorsi oggi a Cernobbio, neanche il migliore”, ha commentato Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera, sull’intervento di Casaleggio. “Non ho trovato nulla di nuovo, una normale rassegna”, ha aggiunto l’ex ministro oggi presente al Forum di Cernobbio. Quanto al futuro del Movimento, Brunetta ha spiegato che “i movimenti democratici sono sempre i benvenuti, saranno gli elettori a giudicare. La sovraeccitazione della rete mi sembra un’illusione, ma basta aspettare”.
Mentre l’amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni ha fatto sapere che “l’intervento mi è piaciuto, è stato molto interessante e fa riflettere”. E ha aggiunto: “I dati presentati sul tema della digitalizzazione indicano che ci possono essere spazi di crescita interessanti in Italia”.
Casaleggio ha spiegato che “Internet non è solo un altro media, è un processo di trasformazione” e aggiunge che siamo a un “tipping point”, dunque un punto critico, di non ritorno. E infatti negli Stati Uniti il tempo medio passato su internet ha superato quello trascorso davanti alla tv. Secondo Casaleggio, “giornali e tv – riportano tweet di persone presenti – sono lo strumento del potere, ma per fortuna declinano davanti al web”.
L’ideologo del Movimento ha detto di parlare alla platea di imprenditori e politici “per esporre le idee del movimento e per spiegare l’evoluzione delle reti e della politica”. In completo grigio canna di fucile e camicia azzurra, Casaleggio è arrivato a Cernobbio verso le 7.45 portando con sé un piccolo bagaglio. Dopo essere entrato nella hall di Villa d’Este è stato rincorso dai cronisti, si è rifugiato nella sala delle cassette di sicurezza e si è fatto scortare dalla security dell’hotel in riva al lago di Como. In un primo momento lui stesso aveva chiesto che non venissero scattate fotografie e non fossero registrate immagini video. Normalmente, anche se le sessioni sono a porte chiuse, fotografi e telecamere possono fare un breve “giro di tavolo”. Un simile divieto non era stato imposto nemmeno dal vicepresidente Usa Dick Cheney, dal leader palestinese Yasser Arafat e dal presidente israeliano Shimon Peres, ospiti nelle passate edizioni. La decisione ha suscitato le proteste dei fotografi e degli operatori presenti. Tanto che si è arrivati al contrordine: dopo le vivaci proteste dei fotografi, l’accesso alla sala è stato aperto, per un “giro di tavolo”.