Uno spettro si aggira per gli uffici degli avvocati di Silvio Berlusconi: una “sentenza di archiviazione” emessa dalla magistratura svizzera in favore di Frank Agrama, condannato insieme al leader del Pdl nel processo sui diritti tv. Il documento sarebbe la prova del nove per chiedere la revisione del processo e neutralizzare la pena di quattro anni di reclusione, insieme ai gravi danni collaterali dell’interdizione dai pubblici uffici e della decadenza da senatore. Ma si tratta, appunto, di uno spettro: “Peccato che una siffatta sentenza svizzera di archiviazione non esista“, scrive Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera. Esiste invece una semplice relazione del giudice istruttore federale Prisca Fisher, inoltrata ai colleghi pubblici ministeri nel momento in cui in Svizzera la figura del giudice istruttore è stata abolita. E’ vero, scrive il Corriere, che la relazione “valorizzava molto la teste Silvana Carminati, responsabile acquisti della tv svizzera, convinta che Agrama fosse un reale agente cinematografico” della Paramount. E’ stata una delle argomentazioni forti della difesta di Berlusconi al processo dei diritti tv, ma i giudici hanno ritenuto credibili, fino al terzo grado di giudizio, documenti e testimonianze che dimostravano anche un rapporto occulto tra Agrama e Berlusconi.
Non basta. Le carte svizzere – di cui ha scritto per primo il settimanale Tempi il 2 settembre – non parlano affatto di una ‘archiviazione’, come scrive invece il Giornale il 9 settembre. Nel 2011, racconta ancora Ferrarella, i giudici elvetici archiviarono la posizione di tre manager di Mediaset accusati di autoriciclaggio per aver ricevuto soldi da Agrama, ma non quest’ultimo. E l’archiviazione fu disposta per prescrizione di quasi tutti i reati, mentre per altri si stava già procedendo in Italia, anche con il processo sui diritti tv Mediaset. Tanto è vero, sottolinea ancora il Corriere, che “dall’ottobre 2005 a oggi” la Svizzera mantiene “sotto sequestro (al netto di 15 milioni restituiti nel tempo) ben 130 milioni di dollari della società di Agrama al centro dei processi italiani a lui e a Berlusconi”. Se davvero i legali del leader Pdl acquisissero questa sentenza (che comunque non riguarda Agrama) per chiedere la revisione del processo, si troverebbero per le mani un documento in cui i giudici tendono “a escludere la liceità delle transazioni economiche degli indagati”.
Con buona pace di Sandro Bondi, secondo il quale ”questo documento getta una luce nuova su un processo viziato fin dal primo momento da una ipotesi mai provata e confutata da tutti i testi del dibattimento”. E di Renato Schifani che lo ha citato davanti al folto pubblico di Porta a porta a riprova del fatto che Silvio Berlusconi non possa decadere da Senatore a seguito di una sentenza ingiusta.
Giustizia & Impunità
Decadenza, Berlusconi punta su una “sentenza svizzera”. Che non esiste
Il Corriere della Sera smonta la carta che secondo gli avvocati del leader Pdl potrebbe portare alla revisione del processo Mediaset. Il coimputato Agrama, ricostruisce il quotidiano, non è mai stato "archiviato". Anzi, Berna gli tiene ancora sotto sequestro 130 milioni di dollari. Manager Fininvest salvati dalla prescrizione
Uno spettro si aggira per gli uffici degli avvocati di Silvio Berlusconi: una “sentenza di archiviazione” emessa dalla magistratura svizzera in favore di Frank Agrama, condannato insieme al leader del Pdl nel processo sui diritti tv. Il documento sarebbe la prova del nove per chiedere la revisione del processo e neutralizzare la pena di quattro anni di reclusione, insieme ai gravi danni collaterali dell’interdizione dai pubblici uffici e della decadenza da senatore. Ma si tratta, appunto, di uno spettro: “Peccato che una siffatta sentenza svizzera di archiviazione non esista“, scrive Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera. Esiste invece una semplice relazione del giudice istruttore federale Prisca Fisher, inoltrata ai colleghi pubblici ministeri nel momento in cui in Svizzera la figura del giudice istruttore è stata abolita. E’ vero, scrive il Corriere, che la relazione “valorizzava molto la teste Silvana Carminati, responsabile acquisti della tv svizzera, convinta che Agrama fosse un reale agente cinematografico” della Paramount. E’ stata una delle argomentazioni forti della difesta di Berlusconi al processo dei diritti tv, ma i giudici hanno ritenuto credibili, fino al terzo grado di giudizio, documenti e testimonianze che dimostravano anche un rapporto occulto tra Agrama e Berlusconi.
Non basta. Le carte svizzere – di cui ha scritto per primo il settimanale Tempi il 2 settembre – non parlano affatto di una ‘archiviazione’, come scrive invece il Giornale il 9 settembre. Nel 2011, racconta ancora Ferrarella, i giudici elvetici archiviarono la posizione di tre manager di Mediaset accusati di autoriciclaggio per aver ricevuto soldi da Agrama, ma non quest’ultimo. E l’archiviazione fu disposta per prescrizione di quasi tutti i reati, mentre per altri si stava già procedendo in Italia, anche con il processo sui diritti tv Mediaset. Tanto è vero, sottolinea ancora il Corriere, che “dall’ottobre 2005 a oggi” la Svizzera mantiene “sotto sequestro (al netto di 15 milioni restituiti nel tempo) ben 130 milioni di dollari della società di Agrama al centro dei processi italiani a lui e a Berlusconi”. Se davvero i legali del leader Pdl acquisissero questa sentenza (che comunque non riguarda Agrama) per chiedere la revisione del processo, si troverebbero per le mani un documento in cui i giudici tendono “a escludere la liceità delle transazioni economiche degli indagati”.
Con buona pace di Sandro Bondi, secondo il quale ”questo documento getta una luce nuova su un processo viziato fin dal primo momento da una ipotesi mai provata e confutata da tutti i testi del dibattimento”. E di Renato Schifani che lo ha citato davanti al folto pubblico di Porta a porta a riprova del fatto che Silvio Berlusconi non possa decadere da Senatore a seguito di una sentenza ingiusta.
B.COME BASTA!
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.