La Costa Concordia dovrebbe tornare in posizione verticale lunedì prossimo, 16 settembre, un anno e 8 mesi dopo il naufragio causato dall’urto contro alcuni scogli a pochi metri dalla costa dell’isola del Giglio, cioè dove la sera del 13 gennaio 2012 la trascinarono il comandante Francesco Schettino e il resto del ponte di comando. Una sciagura che provocò 30 morti e 2 dispersi, oltre ai danni ambientali e turistici che resteranno impossibili da definire con certezza e a una figura mondiale da non raccomandare a nessuno. Il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli almeno cerca di rassicurare i cittadini perché “tutti i costi dell’intervento sono a carico della Costa e delle assicurazioni, per il contribuente italiano l’operazione è a costo zero”. L’armatore pagherà in tutto almeno 600 milioni di euro. In ogni caso raddrizzamento non significa rimozione: se ne riparlerà almeno nel 2014, come ha scritto ilfattoquotidiano.it.
Sarà “un’impresa mai tentata prima” ha spiegato Gabrielli, che ha presentato in conferenza stampa l’operazione di parbuckling del relitto, lungo 300 metri e pesante 114mila tonnellate. I modelli preparati per il raddrizzamento della gigantesca carcassa della Costa Crociere – secondo Gabrielli – indicano come remota la possibilità di rottura della nave nel corso dell’operazione. Per raggiungere la posizione verticale il relitto dovrà ruotare di circa 65 gradi dall’attuale posizione. Per la costruzione di tutte le strutture previste per il parbuckling sono state utilizzate oltre 30mila tonnellate di acciaio, equivalenti a 4 volte il peso della Tour Eiffel. Sono state allestite sei piattaforme sorrette da 21 pali conficcati nella roccia ad una profondità media di 9 metri. Nell’operazione saranno impiegati 22 mezzi navali e 8 chiatte: le imbarcazioni più grandi sono il Micoperi 30, lungo 122 metri, ed il Lone di 160 metri. In totale lavorano al progetto più di 500 persone. Un’operazione enorme e mai avvenuta prima nella storia: in una parola complicatissima.
Gabrielli: “Ci sono elementi di incertezza”. Dopo mesi di certezze
Lunedì, all’alba, dunque, spiega Gabrielli, ci sarà la “prova del nove e vedremo i riscontri del lavoro fatto in questi mesi. Come tutte le cose mai sperimentate prima, ci sono elementi di incertezza e non lo dico perché voglio mettere le mani avanti riguardo ad eventuali conseguenze, ma solo per far capire bene di cosa stiamo parlando”. Il rischio, tuttavia, non è quello di mettere le mani avanti ora. Ma per contro la prudenza di questi giorni suona inedita, dopo le molte previsioni dei mesi scorsi, puntualmente cassate con il pennarello via via che sono state superate le scadenze fissate.
Che fosse un lavoro abnorme, imprevedibile e senza precedenti è stato davanti agli occhi di tutti, soprattutto degli esperti, da subito. Eppure sono passate solo due settimane dalla tragedia del Giglio e Gabrielli dichiara: per rimuovere il relitto “ci vorranno da 7 a 10 mesi“. Il sindaco dell’isola del Giglio già comincia a capire che qualcosa non quadra e lo stesso giorno (fine gennaio) invita ad andarci piano: “Questa è una situazione che i gigliesi, nelle loro coscienze, già temevano o sapevano ma forse il Commissario doveva aspettare di avere un progetto preciso prima di dare la tempistica della rimozione”. E infatti il comandante della Capitaneria di porto di Livorno Ilarione Dell’Anna tenta di dare l’esempio su come ci si comporta in questi casi: ai cronisti che gli chiedono in quei giorni, lui si rifiuta cordialmente di dare qualsiasi riferimento temporale sulla fine della vicenda perché non li sa e non può saperli, spiega, visto che non c’è ancora un progetto. Infatti Gabrielli il 7 febbraio (tre settimane dopo la sciagura) ribadisce: 7-10 mesi per la rimozione. Questa volta aggiunge che è un’indicazione “da prendere con le molle perché la situazione è molto complessa”. La situazione è “molto complessa”, ma si continuerà a produrre profezie.
Una profezia non si nega mai. La Costa disse: “Rimozione entro primavera 2013”
Certo, tutti mettono in fila la filastrocca delle premesse del caso (peraltro tutte sacrosante): straordinarietà dell’operazione, condizioni meteo imprevedibili, rischio inquinamento da valutare, turismo da tutelare. E’ un’operazione delicata, inedita, mai vista: enorme, appunto. Eppure il 9 marzo (meno di due mesi dopo il naufragio) Costa Crociere mette nero su bianco: “I progetti prevedono una durata variabile, precauzionalmente stimata in 10-12 mesi”. Il 22 dello stesso mese il direttore generale della società Gianni Onorato conferma: “Si potrà dare il via ai lavori a partire dal mese di maggio. La durata delle operazioni di rimozione durerà dai 9 ai 12 mesi”. Gabrielli a fine marzo mette un altro timbro: “Dal mese di maggio – dichiara – avverrà la cantierizzazione e dal quel momento occorreranno dai 9 agli 11 mesi per la conclusione delle operazioni”.
Passa qualche giorno e Onorato prende l’evidenziatore e cerchia sul calendario il 21 marzo 2013: “La rimozione del relitto – afferma il 3 aprile – avverrà entro la primavera del 2013”. Il ministro del Turismo Piero Gnudi insiste due giorni dopo: “Sarà rimossa tra un anno così com’è”. Il 21 aprile la Costa ufficializza che a vincere la gara d’appalto per i lavori di rimozione è stata la americana Titan Salvage in collaborazione con l’italiana Micoperi. I lavori – confermano tutti di nuovo – dovrebbero durare 12 mesi. Il calendario finisce perfino in un comunicato della Procura di Grosseto che – dopo aver incontrato l’amministratore delegato della Costa Pierluigi Foschi e lo stesso Gabrielli – comunica che “è stata sottolineata l’assoluta necessità di dare inizio alle operazioni sfruttando la stagione estiva e quindi entro i primi di luglio” del 2012. Il 18 maggio il consorzio italo-americano Titan Salvage-Micoperi comunica che il tempo stimato per la rimozione, 12 mesi.
Il sindaco “guastafeste” che già dopo 2 mesi protestava: “Siamo preoccupati”
L’unico che sente odore di bruciato – e che tenta di dire almeno parole di prudenza – è il sindaco del Giglio, Sergio Ortelli. “Siamo passati da un momento di felicità perché i lavori sono stati fin qui svolti a regola d’arte – dice il primo giugno 2012 – ad un momento di attesa e preoccupazione prima dell’avvio dei lavori di rimozione e per questo abbiamo aperto un confronto, anche duro, con le nuove aziende arrivate sull’isola”. E finalmente anche la Costa rallenta l’entusiasmo, perché il 9 giugno Foschi inizia a ricordarsi che “la rimozione può avere imprevisti”.
Il 18 giugno iniziano i primi lavori a bordo e ormai pare tutto in discesa: si taglia l’albero della nave, dopo un po’ toccherà allo scivolo della piscina e al fumaiolo. Due giorni dopo la Costa promette: tra una settimana il cronoprogramma della rimozione della nave. Passa una settimana e il cronoprogramma non arriva. A luglio la Micoperi rassicura tutti: “A dicembre sarà rimessa in verticale. Dopo circa un mese potrà prendere il mare”. Arrivederci Concordia ciao? No. Passa un mese e Gabrielli fa sapere che il “primo obiettivo sarà stabilizzare la nave e l’operazione è prevista per fine agosto” (2013). Passano due mesi e il sindaco Ortelli spegne gli entusiasmi: “I lavori di rimozione della Costa Concordia subiranno uno slittamento nei tempi”. L’unica parola di verità arriva di nuovo da chi abita sull’isola. Tutto il resto è silenzio o previsioni nonostante, si ripete ovunque, “l’operazione sia complessa”. Il 13 agosto 2012 viene presentato il progetto definitivo: la Concordia, si legge, sparirà dalle finestre dei gigliesi a primavera 2013.
Il sindaco: “Sconcerto per i ritardi”. Gabrielli: “Ha ragione, ma siamo ottimisti”
Ortelli ci riprova a far capire che non va tutto liscio. Il 18 ottobre 2012 esprime “sconcerto” per i ritardi anche perché pochi giorni prima l’ad di Micoperi a Porta a Porta aveva ribadito il rispetto dei tempi e due giorni dopo alle agenzie di stampa e alle televisioni venivano rilasciate dichiarazioni contrastanti da parte dei tecnici: “Chiedo a nome dell’intera comunità gigliese che sia fatta al più presto chiarezza”. A questo punto il capo della Protezione Civile Gabrielli spiega: “I due mesi di ritardo sono preventivati per la complessità delle cose che si vanno a fare. Per come procedono i lavori però siamo ottimisti – afferma il 20 ottobre – Capisco le reazioni del sindaco Ortelli, che fa correttamente il suo mestiere, preoccuparsi per i suoi cittadini e per questa isola che ha dato tanto. Quando dissi 7-10 mesi per la rimozione mi accusarono di previsione catastrofista”. E invece quello era ottimismo perché nel frattempo sono diventati il doppio.
Eppure la tentazione di fissare una data sembra irresistibile. E’ un contagio. Pochi giorni prima di Natale la Regione Toscana incontra i cittadini del Giglio e comunica che la rimozione del relitto è prevista per il mese di settembre 2013 (cioè in questi giorni). Pochi mesi e ancora il povero Ortelli è costretto a portare la brutta notizia: “La rimozione della Concordia rischia di slittare al 31 dicembre – dice a TgCom24 – Ancora non ho ricevuto una comunicazione scritta, ufficiale. Mi aspetto che ci sia un documento che possa concretizzare la tempistica che cambia di mese in mese”.
Costa e Clini sicuri: “A settembre 2013 la nave non ci sarà più”
Si entra nel 2013, l’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va: la tempistica continua a cambiare “di mese in mese”, come dice il sindaco. Il 12 gennaio il direttore generale Onorato viene intervistato dalla Stampa: “E’ stato detto che la nave verrà messa in galleggiamento a settembre per poi essere trainata via. Noi speriamo che il galleggiamento avvenga entro luglio”. Quattro giorni dopo a Oggi.it aggiunge che “entro fine settembre sarà trainata via dal Giglio”. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini è d’accordo: “I tempi finali per la rimozione della Concordia sono fissati per settembre di quest’anno”.
Problemi tecnici e le previsioni si allungano (ancora)
Per arrivare a qualche dichiarazione più prudente servono le difficoltà da mettere in conto in una situazione così tecnicamente complessa. Problemi durante i lavori di preparazione che all’inizio del 2013 costringono le aziende americane e italiane a fermarsi più volte. D’ora in avanti le parole di tutti i protagonisti viaggeranno a velocità finalmente ridotta. Sono passati 14 mesi dal naufragio. Nell’ordine: Costa e Titan-Micoperi ora spiegano che “sarebbe un azzardo dare indicazioni” di tempo sulla rimozione; il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando parla di un orizzonte fissato al 2014; infine Gabrielli conferma che “i lavori procedono secondo gli ultimi cronoprogrammi” riformulati dopo i problemi tecnici. E pure la Costa Crociere finalmente frena a secco. Il 12 luglio ferma le macchine: solo dopo il raddrizzamento, spiega la società armatrice, sarà possibile fare una valutazione delle condizioni del relitto e “stabilire con maggiore precisione i tempi delle fasi successive di rigalleggiamento e trasporto”.
L’ultima profezia: “Rimozione a primavera 2014”
Ma il prefetto Gabrielli non resiste. A Ferragosto dichiara che “questa vicenda non deve essere presa a titolo dell’inefficienza di questo Paese. Dopo 581 giorni la Concordia è ancora qui, ma non siamo rimasti con le mani in mano. A volte ho la sensazione che in questo Paese non si abbia contezza del luogo in cui si vive”. Gli scappa un’ultima ipotesi sui tempi: certo, dichiara l’11 settembre, anche se le operazioni di rotazione inizieranno tra pochi giorni, poi ci saranno da affrontare due “grossi problemi”. Primo, “verificare le condizioni della fiancata sommersa”. Secondo, 5 dei cassoni che saranno sulla fiancata di dritta (cioè quella sommersa) “andranno a collidere con il fondale, quindi la nave dovrà essere sollevata di 2 metri e spostata”. Insomma, la nave rimarrà al Giglio “fino a primavera“. Fino alla prossima previsione.
Cronaca
Costa Concordia, via al raddrizzamento. Dopo 20 mesi di profezie (smentite)
Al via l'operazione per rimettere il relitto in verticale. Ma la rimozione non arriverà prima del 2014 (forse). "L'operazione è complicata" hanno ripetuto tutti per mesi. Ma dal giorno del naufragio si sono ripetute previsioni puntualmente superate. A partire da quelle di Gabrielli
La Costa Concordia dovrebbe tornare in posizione verticale lunedì prossimo, 16 settembre, un anno e 8 mesi dopo il naufragio causato dall’urto contro alcuni scogli a pochi metri dalla costa dell’isola del Giglio, cioè dove la sera del 13 gennaio 2012 la trascinarono il comandante Francesco Schettino e il resto del ponte di comando. Una sciagura che provocò 30 morti e 2 dispersi, oltre ai danni ambientali e turistici che resteranno impossibili da definire con certezza e a una figura mondiale da non raccomandare a nessuno. Il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli almeno cerca di rassicurare i cittadini perché “tutti i costi dell’intervento sono a carico della Costa e delle assicurazioni, per il contribuente italiano l’operazione è a costo zero”. L’armatore pagherà in tutto almeno 600 milioni di euro. In ogni caso raddrizzamento non significa rimozione: se ne riparlerà almeno nel 2014, come ha scritto ilfattoquotidiano.it.
Sarà “un’impresa mai tentata prima” ha spiegato Gabrielli, che ha presentato in conferenza stampa l’operazione di parbuckling del relitto, lungo 300 metri e pesante 114mila tonnellate. I modelli preparati per il raddrizzamento della gigantesca carcassa della Costa Crociere – secondo Gabrielli – indicano come remota la possibilità di rottura della nave nel corso dell’operazione. Per raggiungere la posizione verticale il relitto dovrà ruotare di circa 65 gradi dall’attuale posizione. Per la costruzione di tutte le strutture previste per il parbuckling sono state utilizzate oltre 30mila tonnellate di acciaio, equivalenti a 4 volte il peso della Tour Eiffel. Sono state allestite sei piattaforme sorrette da 21 pali conficcati nella roccia ad una profondità media di 9 metri. Nell’operazione saranno impiegati 22 mezzi navali e 8 chiatte: le imbarcazioni più grandi sono il Micoperi 30, lungo 122 metri, ed il Lone di 160 metri. In totale lavorano al progetto più di 500 persone. Un’operazione enorme e mai avvenuta prima nella storia: in una parola complicatissima.
Gabrielli: “Ci sono elementi di incertezza”. Dopo mesi di certezze
Lunedì, all’alba, dunque, spiega Gabrielli, ci sarà la “prova del nove e vedremo i riscontri del lavoro fatto in questi mesi. Come tutte le cose mai sperimentate prima, ci sono elementi di incertezza e non lo dico perché voglio mettere le mani avanti riguardo ad eventuali conseguenze, ma solo per far capire bene di cosa stiamo parlando”. Il rischio, tuttavia, non è quello di mettere le mani avanti ora. Ma per contro la prudenza di questi giorni suona inedita, dopo le molte previsioni dei mesi scorsi, puntualmente cassate con il pennarello via via che sono state superate le scadenze fissate.
Che fosse un lavoro abnorme, imprevedibile e senza precedenti è stato davanti agli occhi di tutti, soprattutto degli esperti, da subito. Eppure sono passate solo due settimane dalla tragedia del Giglio e Gabrielli dichiara: per rimuovere il relitto “ci vorranno da 7 a 10 mesi“. Il sindaco dell’isola del Giglio già comincia a capire che qualcosa non quadra e lo stesso giorno (fine gennaio) invita ad andarci piano: “Questa è una situazione che i gigliesi, nelle loro coscienze, già temevano o sapevano ma forse il Commissario doveva aspettare di avere un progetto preciso prima di dare la tempistica della rimozione”. E infatti il comandante della Capitaneria di porto di Livorno Ilarione Dell’Anna tenta di dare l’esempio su come ci si comporta in questi casi: ai cronisti che gli chiedono in quei giorni, lui si rifiuta cordialmente di dare qualsiasi riferimento temporale sulla fine della vicenda perché non li sa e non può saperli, spiega, visto che non c’è ancora un progetto. Infatti Gabrielli il 7 febbraio (tre settimane dopo la sciagura) ribadisce: 7-10 mesi per la rimozione. Questa volta aggiunge che è un’indicazione “da prendere con le molle perché la situazione è molto complessa”. La situazione è “molto complessa”, ma si continuerà a produrre profezie.
Una profezia non si nega mai. La Costa disse: “Rimozione entro primavera 2013”
Certo, tutti mettono in fila la filastrocca delle premesse del caso (peraltro tutte sacrosante): straordinarietà dell’operazione, condizioni meteo imprevedibili, rischio inquinamento da valutare, turismo da tutelare. E’ un’operazione delicata, inedita, mai vista: enorme, appunto. Eppure il 9 marzo (meno di due mesi dopo il naufragio) Costa Crociere mette nero su bianco: “I progetti prevedono una durata variabile, precauzionalmente stimata in 10-12 mesi”. Il 22 dello stesso mese il direttore generale della società Gianni Onorato conferma: “Si potrà dare il via ai lavori a partire dal mese di maggio. La durata delle operazioni di rimozione durerà dai 9 ai 12 mesi”. Gabrielli a fine marzo mette un altro timbro: “Dal mese di maggio – dichiara – avverrà la cantierizzazione e dal quel momento occorreranno dai 9 agli 11 mesi per la conclusione delle operazioni”.
Passa qualche giorno e Onorato prende l’evidenziatore e cerchia sul calendario il 21 marzo 2013: “La rimozione del relitto – afferma il 3 aprile – avverrà entro la primavera del 2013”. Il ministro del Turismo Piero Gnudi insiste due giorni dopo: “Sarà rimossa tra un anno così com’è”. Il 21 aprile la Costa ufficializza che a vincere la gara d’appalto per i lavori di rimozione è stata la americana Titan Salvage in collaborazione con l’italiana Micoperi. I lavori – confermano tutti di nuovo – dovrebbero durare 12 mesi. Il calendario finisce perfino in un comunicato della Procura di Grosseto che – dopo aver incontrato l’amministratore delegato della Costa Pierluigi Foschi e lo stesso Gabrielli – comunica che “è stata sottolineata l’assoluta necessità di dare inizio alle operazioni sfruttando la stagione estiva e quindi entro i primi di luglio” del 2012. Il 18 maggio il consorzio italo-americano Titan Salvage-Micoperi comunica che il tempo stimato per la rimozione, 12 mesi.
Il sindaco “guastafeste” che già dopo 2 mesi protestava: “Siamo preoccupati”
L’unico che sente odore di bruciato – e che tenta di dire almeno parole di prudenza – è il sindaco del Giglio, Sergio Ortelli. “Siamo passati da un momento di felicità perché i lavori sono stati fin qui svolti a regola d’arte – dice il primo giugno 2012 – ad un momento di attesa e preoccupazione prima dell’avvio dei lavori di rimozione e per questo abbiamo aperto un confronto, anche duro, con le nuove aziende arrivate sull’isola”. E finalmente anche la Costa rallenta l’entusiasmo, perché il 9 giugno Foschi inizia a ricordarsi che “la rimozione può avere imprevisti”.
Il 18 giugno iniziano i primi lavori a bordo e ormai pare tutto in discesa: si taglia l’albero della nave, dopo un po’ toccherà allo scivolo della piscina e al fumaiolo. Due giorni dopo la Costa promette: tra una settimana il cronoprogramma della rimozione della nave. Passa una settimana e il cronoprogramma non arriva. A luglio la Micoperi rassicura tutti: “A dicembre sarà rimessa in verticale. Dopo circa un mese potrà prendere il mare”. Arrivederci Concordia ciao? No. Passa un mese e Gabrielli fa sapere che il “primo obiettivo sarà stabilizzare la nave e l’operazione è prevista per fine agosto” (2013). Passano due mesi e il sindaco Ortelli spegne gli entusiasmi: “I lavori di rimozione della Costa Concordia subiranno uno slittamento nei tempi”. L’unica parola di verità arriva di nuovo da chi abita sull’isola. Tutto il resto è silenzio o previsioni nonostante, si ripete ovunque, “l’operazione sia complessa”. Il 13 agosto 2012 viene presentato il progetto definitivo: la Concordia, si legge, sparirà dalle finestre dei gigliesi a primavera 2013.
Il sindaco: “Sconcerto per i ritardi”. Gabrielli: “Ha ragione, ma siamo ottimisti”
Ortelli ci riprova a far capire che non va tutto liscio. Il 18 ottobre 2012 esprime “sconcerto” per i ritardi anche perché pochi giorni prima l’ad di Micoperi a Porta a Porta aveva ribadito il rispetto dei tempi e due giorni dopo alle agenzie di stampa e alle televisioni venivano rilasciate dichiarazioni contrastanti da parte dei tecnici: “Chiedo a nome dell’intera comunità gigliese che sia fatta al più presto chiarezza”. A questo punto il capo della Protezione Civile Gabrielli spiega: “I due mesi di ritardo sono preventivati per la complessità delle cose che si vanno a fare. Per come procedono i lavori però siamo ottimisti – afferma il 20 ottobre – Capisco le reazioni del sindaco Ortelli, che fa correttamente il suo mestiere, preoccuparsi per i suoi cittadini e per questa isola che ha dato tanto. Quando dissi 7-10 mesi per la rimozione mi accusarono di previsione catastrofista”. E invece quello era ottimismo perché nel frattempo sono diventati il doppio.
Eppure la tentazione di fissare una data sembra irresistibile. E’ un contagio. Pochi giorni prima di Natale la Regione Toscana incontra i cittadini del Giglio e comunica che la rimozione del relitto è prevista per il mese di settembre 2013 (cioè in questi giorni). Pochi mesi e ancora il povero Ortelli è costretto a portare la brutta notizia: “La rimozione della Concordia rischia di slittare al 31 dicembre – dice a TgCom24 – Ancora non ho ricevuto una comunicazione scritta, ufficiale. Mi aspetto che ci sia un documento che possa concretizzare la tempistica che cambia di mese in mese”.
Costa e Clini sicuri: “A settembre 2013 la nave non ci sarà più”
Si entra nel 2013, l’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va: la tempistica continua a cambiare “di mese in mese”, come dice il sindaco. Il 12 gennaio il direttore generale Onorato viene intervistato dalla Stampa: “E’ stato detto che la nave verrà messa in galleggiamento a settembre per poi essere trainata via. Noi speriamo che il galleggiamento avvenga entro luglio”. Quattro giorni dopo a Oggi.it aggiunge che “entro fine settembre sarà trainata via dal Giglio”. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini è d’accordo: “I tempi finali per la rimozione della Concordia sono fissati per settembre di quest’anno”.
Problemi tecnici e le previsioni si allungano (ancora)
Per arrivare a qualche dichiarazione più prudente servono le difficoltà da mettere in conto in una situazione così tecnicamente complessa. Problemi durante i lavori di preparazione che all’inizio del 2013 costringono le aziende americane e italiane a fermarsi più volte. D’ora in avanti le parole di tutti i protagonisti viaggeranno a velocità finalmente ridotta. Sono passati 14 mesi dal naufragio. Nell’ordine: Costa e Titan-Micoperi ora spiegano che “sarebbe un azzardo dare indicazioni” di tempo sulla rimozione; il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando parla di un orizzonte fissato al 2014; infine Gabrielli conferma che “i lavori procedono secondo gli ultimi cronoprogrammi” riformulati dopo i problemi tecnici. E pure la Costa Crociere finalmente frena a secco. Il 12 luglio ferma le macchine: solo dopo il raddrizzamento, spiega la società armatrice, sarà possibile fare una valutazione delle condizioni del relitto e “stabilire con maggiore precisione i tempi delle fasi successive di rigalleggiamento e trasporto”.
L’ultima profezia: “Rimozione a primavera 2014”
Ma il prefetto Gabrielli non resiste. A Ferragosto dichiara che “questa vicenda non deve essere presa a titolo dell’inefficienza di questo Paese. Dopo 581 giorni la Concordia è ancora qui, ma non siamo rimasti con le mani in mano. A volte ho la sensazione che in questo Paese non si abbia contezza del luogo in cui si vive”. Gli scappa un’ultima ipotesi sui tempi: certo, dichiara l’11 settembre, anche se le operazioni di rotazione inizieranno tra pochi giorni, poi ci saranno da affrontare due “grossi problemi”. Primo, “verificare le condizioni della fiancata sommersa”. Secondo, 5 dei cassoni che saranno sulla fiancata di dritta (cioè quella sommersa) “andranno a collidere con il fondale, quindi la nave dovrà essere sollevata di 2 metri e spostata”. Insomma, la nave rimarrà al Giglio “fino a primavera“. Fino alla prossima previsione.
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Bruxelles, 18 mar. - (Adnkronos) - Gli amministratori delegati della Value of Beauty Alliance si sono riuniti oggi a Bruxelles per continuare un dialogo costruttivo con le istituzioni dell'UE sull'impatto delle politiche e dei regolamenti dell'UE sugli obiettivi globali di competitività e sostenibilità del settore. I Ceo - si legge in una nota - hanno sottolineato l'impegno di lunga data del settore per un futuro sostenibile e hanno chiesto un processo decisionale collaborativo che riconosca le caratteristiche uniche, le sfide e i contributi significativi del settore all'economia dell'UE.
L'Alliance ha anche presentato un nuovo rapporto redatto da Oxford Economics, che sottolinea il significativo impatto socio-economico della filiera della bellezza e della cura della persona. La filiera della bellezza e della cura della persona contribuisce per 180 miliardi di euro al PIL dell'UE, pari a 496 milioni di euro generati ogni giorno, e sostiene quasi 3,2 milioni di posti di lavoro. Le aziende produttrici di prodotti di bellezza e cura della persona dell'UE inoltre esportano beni per un valore di 26 miliardi di euro a clienti al di fuori dell'UE rendendo l'UE-27 il più grande esportatore di prodotti di bellezza e cura della persona al mondo. L'industria della bellezza e della persona dell'UE continua a crescere e a essere leader nella concorrenza globale, con 5 delle 7 maggiori aziende di bellezza con sede nell'UE, ma questo successo non è scontato.
I Ceo hanno invitato le istituzioni dell'UE a impegnarsi in un dialogo costruttivo per discutere l'impatto delle politiche e della legislazione dell'UE, al fine di garantire che la catena del valore della bellezza e della cura della persona possa mantenere la sua posizione di leader sulla scena globale.
Ad esempio, l'Alleanza invita l'UE a rivedere urgentemente la legislazione recentemente adottata sul trattamento delle acque reflue urbane per garantire che tutti i settori che contribuiscono ai microinquinanti nelle acque siano ritenuti responsabili, in linea con il principio "chi inquina paga". Ciò non solo guiderà lo sviluppo di prodotti più sostenibili in tutti i settori industriali, ma garantirà anche che ciò non imponga un onere di costo sproporzionato a uno dei pochi settori leader a livello mondiale in Europa. L'Alleanza ritiene che l'imminente processo Omnibus rappresenti un'opportunità ideale per correggere questo squilibrio e promuovere condizioni di parità per tutte le industrie che contribuiscono all'inquinamento delle acque.
Guardando al futuro, gli amministratori delegati hanno anche esortato l'UE a dare priorità ai seguenti settori chiave: Revisioni del regolamento REACH e del regolamento sui prodotti cosmetici: concentrarsi sulla sicurezza dei consumatori e sulla protezione dell'ambiente sulla base di una solida valutazione del rischio e dell'uso reale degli ingredienti, mantenendo elevati standard scientifici; Accordi commerciali: dare priorità all'accesso al mercato, ridurre le barriere normative e sostenere l'esportazione di prodotti europei di alta qualità. Rafforzare i controlli doganali e applicare rigorosamente i requisiti ambientali e di sostenibilità per i prodotti importati, sia online che offline, per garantire condizioni di parità. - Transizione verso la bioeconomia: attuare politiche che sostengano la produzione sostenibile di ingredienti, affrontare il "green premium" per le tecnologie sostenibili e garantire un approvvigionamento affidabile a lungo termine di materie prime sostenibili. - Sviluppo della forza lavoro: collaborare con l'industria per sviluppare programmi di formazione mirati e strumenti di investimento per migliorare le competenze della forza lavoro e soddisfare le esigenze in evoluzione del settore.
La Value of Beauty Alliance continua a lavorare a stretto contatto con le istituzioni dell'UE per sviluppare politiche che promuovano l'innovazione, creino posti di lavoro e garantiscano la continua competitività globale dell'industria europea della bellezza e della cura della persona. Questo approccio collaborativo sarà essenziale per garantire il continuo contributo dell'industria all'economia europea e a un futuro sostenibile.
(Adnkronos) - Terremoto oggi martedì 18 marzo a Potenza. Registrata alle 10.01, la potente scossa di magnitudo 4.2, si è verificata - secondo i dati dell'Ingv - a sei chilometri dal Comune di Vaglio Basilicata e a una profondità di 14 chilometri. La scossa è stata avvertita anche in Puglia.
A seguito dell’evento sismico, la Protezione civile si è messa in contatto con le strutture locali del Servizio nazionale della Protezione civile. Dalle prime verifiche effettuate, in seguito all’evento non risulterebbero danni a persone o cose.
Dopo la scossa, sono state sospese le attività scolastiche nel capoluogo dove è stata avvertita in modo molto forte. Gli studenti sono usciti dalle scuole per precauzione, poi è stata disposta la sospensione delle attività didattiche in tutti gli istituti di ogni ordine e grado per oggi, a eccezione dell'università, con ordinanza del sindaco Vincenzo Telesca.
Verifiche sono in corso in scuole e ospedali a Potenza e nei Comuni della provincia, limitrofi all'area epicentrale della scossa. Al momento non risultano problemi. "Nessuna criticità riscontrata'', ha fatto sapere il presidente della provincia di Potenza, Christian Giordano. Inoltre la direzione dell'azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza ha dato mandato all'unità operativa della gestione tecnico-patrimoniale di effettuare ''una scrupolosa procedura di verifica delle cinque strutture ospedaliere afferenti all'azienda''. L'attività ospedaliera e amministrativa prosegue regolarmente, senza alcuna interruzione, e viene garantita la piena operatività dei servizi sanitari e amministrativi per pazienti, operatori e cittadini.
Per i controlli agli edifici pubblici a Potenza e nei Comuni della provincia è stato intanto rinforzato con dieci unità il dispositivo di soccorso dei vigili del fuoco. Cinque squadre dei vigili del fuoco sono operative per verifiche sugli edifici di interesse pubblico. Una ricognizione dall'alto è stata effettuata dall'elicottero Drago VF67 del reparto volo di Pontecagnano (Salerno) nell'area tra Potenza e Vaglio Basilicata, Comune in cui è stato rilevato l'epicentro dall'Ingv. La situazione è monitorata anche dalla sala operativa della protezione civile regionale. Non si registrano problemi, stando a quanto finora accertato.
La circolazione ferroviaria è stata bloccata temporaneamente e in via precauzionale tra Tito e Potenza. I treni Intercity e regionali possono registrare ritardi e subire cancellazioni o limitazioni di percorso. A Potenza è stato attivato il centro operativo comunale, contattabile ai numeri 0971415832 e 3669394022.
Milano, 18 mar. (Adnkronos) - Condanna ridotta in appello per il trapper Shiva. La Corte d'Appello di Milano ha accolto la proposta di concordato raggiunta dalla procura generale e dalla difesa del cantante, nome d'arte Andrea Arrigoni, di una pena a 4 anni e 7 mesi per aver sparato e ferito l'11 luglio 2023 due presunti aggressori all'interno del cortile degli uffici della casa discografica a Settimo Milanese.
In primo grado, lo scorso 10 luglio, i giudici del tribunale di Milano avevano condannato il trapper a sei anni, sei mesi e 20 giorni per il reato di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose per la sparatoria avvenuta in via Cusago, a Settimo Milanese, nel corso della quale due giovani milanesi erano stati gambizzati. Il 24enne si era difeso con lunghe dichiarazioni spontanee, oggi invece 'festeggia' con una storia Instagram con la scritta 'free' (libero, ndr). La riduzione della condanna gli consente di concentrarsi solo sulla musica.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Sia un po' più sovranista, perché mi pare che lei stia cercando il bacio della pantofola con Trump: è andata più volte a incontrare Trump in occasioni non ufficiali, ma ancora non l'hanno invitata alla Casa Bianca come hanno fatto con Macron e Starmer, spero che accada presto. Ma sia sovranista, anziché inseguire Trump riprenda la lezione di Alcide De Gasperi del 1951 sulla difesa comune europea. Lei ha un grande statista che non appartiene alla sua storia politica ma noi lo apprezziamo; si chiama Alcide De Gasperi, quando dice non può essere soltanto una questione di armi ma di giustizia sociale, di libertà. Questo è il modello a cui deve guardare l'Italia non inseguire Trump come sta facendo lei". Lo ha affermato Matteo Renzi, intervenendo in Senato dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Confindustria, la sua base, quelli che hanno votato per lei, sono terrorizzati dai dazi, non dia retta a Salvini e a Lollobrigida, lei -ha aggiunto l'ex premier- non può rispondere li mette Trump, dazi vostri. Sono dazi amari, una cosa un po' diversa".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Una risoluzione che dimostra che se il Pd discute sa fare la sintesi. Spendere di più per la difesa europea in linea con libro bianco che ottiene il via libera e impegno a non aumentare i bilanci nazionali senza condizionalità che spingano verso la difesa comune”. Lo scrive Simona Malpezzi, senatrice del Pd, sui social.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - “Giorgia Meloni oggi ha parlato di tutto tranne che del ruolo che l’Europa deve avere. Ha però parlato molto di Trump, a cui si è affidata per la soluzione della guerra in Ucraina. In pratica, sulle grandi questioni internazionali, Meloni scarica l’Europa e, politicamente, consegna l’Italia totalmente nelle mani degli Usa, omettendo tra l’altro che le proposte da lei avanzate sono state tutte puntualmente ignorate dal presidente americano. Altro che sovranismo, autorevolezza e ruolo ritrovato dell’Italia”. Lo afferma il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
“L’Europa che vuole Meloni è una Europa vassalla di Trump e di Musk, che non costruisce una propria difesa, che accetta passivamente i dazi e che osserva immobile che Russia e Usa si spartiscano l’Ucraina. In questo scenario, Meloni non disegna nè immagina un ruolo dell’Europa, sperando che la zatterina Italia non affondi nell’Atlantico. Tutto l’opposto di quello che chiediamo noi: Europa federale fino agli Stati Uniti d’Europa, esercito comune, politica estera comune, e più integrazione europea. In due parole: più Europa”, conclude Magi.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Nel valzer di poltrone Rai, che inizierà giovedì con una prima tornata di nomine, entrerà presto anche Roberto Genovesi, in procinto di assumere l'incarico di direttore di Rai Kids. A quanto apprende l'Adnkronos, lo scrittore e docente, attuale direttore di Rai Libri (la casa editrice della Rai), prenderà presto la guida di Rai Kids, quando Luca Milano (67 anni il 31 marzo) andrà in pensione. La nomina di Genovesi dunque dovrebbe riguardare una delle prossime sedute del Cda ma non quella di giovedì prossimo.
In pensione, a maggio, dovrebbe andare, a quanto si apprende, anche Marco Varvello, corrispondente Rai da Londra. E al suo posto andrà con ogni probabilità Nicoletta Manzione che lascerà la sede di Parigi, per la quale sarebbe in pole position Gennaro Sangiuliano.
Al momento non è stato ancora deciso chi a Rai Libri prenderà il posto di Genovesi, che ricopre il ruolo da luglio 2023: il nome verrà infatti scelto, successivamente, dal Cda di RaiCom. E l'incarico potrebbe anche essere affidato momentaneamente ad interim ad un dirigente di RaiCom.