I lavoratori migranti sono stati la manodopera che ha contribuito alle strutture e alle infrastrutture per le Olimpiadi invernali che prenderanno il via il prossimo 7 febbraio a Sochi, in Russia. Ma quando mancano cinque mesi all’appuntamento, nella città sul Mar Nero sono iniziate le retate contro gli irregolari, vittime di sfruttamento nei mesi precedenti, come denunciato dalle associazioni per la tutela dei diritti umani. Ne dà notizia la stampa locale, che riporta dei controlli degli agenti dell’ufficio immigrazione nel cantiere di un grattacielo, in cui hanno passato in rassegna i documenti. Tutto in ordine, secondo i resoconti, ma con il sospetto che la ditta sia stata avvisata dei controlli in arrivo. Non è invece andata bene a due operai armeni senza documenti regolari scovati al lavoro nella costruzione di un sottopassaggio. Le operazioni della polizia continueranno a cadenza giornaliera, è il messaggio lanciato dalle autorità locali. Si parla di migliaia e migliaia di controlli su aziende sia private sia pubbliche, ha spiegato il Moscow Times, con l’impiego di rinforzi dalle province limitrofe.

Lo sfruttamento dei lavoratori migranti e ora il rischio per loro di finire nei guai con l’immigrazione sono i nodi che rischiano di interferire con le Olimpiadi di Putin e con i piani del presidente, che nell’organizzazione ha investito miliardi di rubli, per fare dei Giochi una vetrina internazionale per la Russia. L’appuntamento olimpico è bersaglio delle proteste degli ambientalisti contro la speculazione edilizia che si accompagna al grande evento, c’è il problema degli espropri e degli adeguati risarcimenti che devono essere corrisposti, si contestano le norme discriminatorie verso gli omosessuali e la censura. C’è inoltre l’ombra delle minacce dei ribelli del Caucaso settentrionale che lo scorso luglio hanno messo nel mirino la città balneare nel sud della Russia, limitrofa alla travagliata regione scossa dalla guerriglia islamista.

E poi c’è la questione delle condizioni di lavoro cui sono costretti gli operai, denunciati da tempo da associazioni come Human Rights Watch. Si parla di lavoratori costretti a turni di 12 ore, con pochi giorni liberi, e ancora di passaporti confiscati e paghe mai corrisposte. Secondo le stime dell’associazione con sede negli Stati Uniti, si tratta di decine di migliaia di lavoratori di cui almeno 16mila provenienti dall’estero. Una maggiore attenzione al rispetto dei diritti umani è tra l’altro quanto Hrw chiede a Thomas Bach, eletto alla guida del Comitato olimpico internazionale nel fine settimana, che ha preso il posto di Jacques Rogge cui è stata contestata una scarsa attenzione a questi temi sacrificati per la ricerca del consenso.

Come nota il Moscow Times, la questione irregolari si inserisce inoltre nel clima anti-immigrati fattosi più pesante negli ultimi mesi, e che ha come vittime soprattutto persone provenienti dalle dell’Asia centrale. Su 11 milioni di immigrati si stima che almeno 3 milioni non siano in regola. Secondo un sondaggio di Superjob.ru, appena il 6 per cento degli intervistati ritiene che i migranti portino benefici all’economia russa, contro il 17 per cento del 2007. Al contrario aumentano la percentuale di chi collega l’immigrazione alla criminalità. Percezione cui fanno seguito retate della polizia e ronde della cittadinanza.

di Andrea Pira

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