Il governo sembra aver trovato un modo rapido per riaprire i sette stabilimenti di Riva Acciaio al Nord che hanno chiuso i battenti il 12 settembre mandando a casa 1400 lavoratori. L’ultimo sequestro di disponibilità finanziarie per oltre 45 milioni di euro al Gruppo Riva disposto nei giorni scorsi dal gip di Taranto ha provocato “una rappresaglia” dell’azienda nei confronto della magistratura. Parole, queste, del presidente del Consiglio Enrico Letta che così ha spiegato qualche giorno fa il proposito del governo di avviare il commissariamento delle altre aziende del Gruppo Riva, sulla falsa riga di Ilva Spa.
Ora, dice il governo, la soluzione è stata trovata, come ha annunciato il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato. Il ministero sta lavorando a “una norma molto semplice” che potrebbe approdare venerdì in Consiglio dei ministri. Il provvedimento prevede che “il giudice nomini un amministratore che dispone anche dei fondi e che ha quindi il compito di gestire l’attività garantendo produzione e occupazione”. La norma è anche retroattiva, il che permetterebbe di applicarla al caso degli impianti del Gruppo Riva. Zanonato ha detto di aver discusso della norma anche con il Procuratore di Taranto, che “l’ha ritenuta interessante”. Il ministro ha spiegato che il gip di Taranto deve nominare un soggetto “che fa funzionare l’attività a garanzia di due realtà: dello Stato, che così confischerà un bene di maggior valore, ma anche a garanzia dell’imputato (famiglia Riva, ndr), che eventualmente scagionato, si troverà davanti un’azienda che funziona”.
Il ministro ha spiegato che la nuova norma si configurerebbe come un articolo 104 Ter del Codice di procedura penale. L’articolo prevede, in caso di sequestro, che l’amministratore giudiziario abbia a disposizione i beni ma non i soldi, che vanno nel Fondo unico giustizia. “Allora il problema che dobbiamo porci è: come si fa a consentire il sequestro senza bloccare attività produttiva?”, ha detto Zanonato. La strada ipotizzata prevede dunque “un 104 ter che stiamo vedendo con il ministero della Giustizia e che se funziona potremmo portare venerdì al Cdm”, ha detto il ministro nel corso di un’audizione davanti alle Commissioni Attività produttive della Camera ed Industria del Senato. Insomma, ha sintetizzato, il “Commissario sarà in grado di disporre delle risorse per pagare gli stipendi e far ripartire gli impianti, e questo a sette giorni da quando è partito il sequestro”. Zanonato ha ribadito che il gruppo Riva è “un fondamentale asset strategico per il sistema produttivo nazionale, perché garantisce la continuità produttiva” in vari settori, dall’edilizia alla meccanica strumentale. “Dobbiamo agire indipendentemente dalla magistratura perché abbiamo tempi strettissimi: se il giudice del riesame si esprime fra un mese non possiamo tenere l’azienda ferma”, ha ribadito Zanonato. Ha anche sottolineato che in questo caso non si tratta di un “esproprio”.