Ho da poco scritto un post sulle infiltrazioni massoniche occulte nella giustizia amministrativa che mi tocca già scriverne un aggiornamento. Questa volta la notizia è che un magistrato del TAR Palermo avrebbe (il condizionale è d’obbligo) addirittura dettato i ricorsi per far vincere le cause ad alcune parti.
Nicolò Marino, assessore all’Energia ed ex magistrato, avrebbe in proposito affermato che il commissario Ferdinando Buceti era troppo “scomodo” e che un magistrato del Tar di Palermo, iscritto alla massoneria avrebbe suggerito alla società ricorrente il testo “vincente” per eliminarne la nomina. Quello che avrebbe avuto maggiori chance di essere accolto. E il ricorso, effettivamente, è stato accolto, bloccando i commissariamenti. E costringendo l’assessore a produrre una nuova direttiva. Il magistrato in questione risulterebbe iscritto (almeno sino al febbraio 2013) alla massoneria, sempre Marino.
Una decisione, quella del Tar, sempre secondo Marino, dagli effetti devastanti, visto che avrebbe determinato un vuoto totale nella gestione del Servizio idrico integrato in tutto il territorio siciliano.
Sono state preannunciate anche le dovute segnalazioni al Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa (CPGA, cioè il Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa). È doveroso allora ricordare che già in passato io stesso chiesi al CPGA di accertare presunte appartenenze massoniche di alcuni magistrati del Consiglio di Stato, ricevendo per tutta risposta la proposta di un procedimento disciplinare … a mio carico! Nulla invece ai massoni (dichiaratisi in sonno) accertati effettivamente tali, uno dei quali addirittura promosso Presidente di TAR.
Di certo tale decisione “disciplinare” (proposta dalla commissione allora presieduta dal prof. Nicolò Zanon, cioè lo stesso membro del CSM attuale che ha redatto il parere pro veritate contrario alla decadenza di Berlusconi e contestualmente ha chiesto l’apertura di una pratica contro il giudice Esposito, presidente del collegio che ha preso la decisione sul caso Mediaset) non è davvero un incentivo per i magistrati a denunciare appartenenze massoniche (che sono vietate per i giudici).
Personalmente condivido le preoccupazioni del gran maestro del Grande Oriente Democratico, ven. Gioele Magaldi, circa il rischio di compressione della libertà di associazione (contro la massoneria), ma va anche detto che, come lo stesso GOD denuncia, le deviazioni dall’ethos massonico sembrano essere davvero troppe. Non a caso si sente parlare di massoneria, relativamente ai giudici TAR, solo con riferimento a scandali più o meno gravi.
Speriamo allora che il nuovo CPGA, nel quale sono stati eletti proprio ieri i membri laici (tra cui la moglie del prof. Zanon, la prof.ssa Maria Elisa D’Amico) cambi orientamento in tema di massoneria e sanzioni duramente la violazione del divieto di appartenenza e la mancata dichiarazione di tale status di massone in sonno.