Pochi turisti a Porto Alegre. L’ufficio del turismo ci sarebbe; ma la studentessa dietro il banco sembra stupita di vederci apparire, e alla nostra richiesta di hotel consigliabili si mette a cercarli su internet insieme a noi. Pochi turisti a Porto Alegre. Non è stagione, e questa è una delle poche zone del Brasile dove le stagioni si sentono. Brasile del Sud. Bello, ma c’è qualcosa che non torna, come Arabia del Nord.
Ed effettivamente questa megalopoli adagiata su una laguna, alla foce del Rio Grande do Sul non ha spiagge all’altezza, ma nemmeno monumenti. I piroscafi riservati alla navigazione turistica sono tra le rare cose semivuote che capita di osservare in Brasile, e naturalmente anche a Porto Alegre, il cui fascino va cercato altrove senza mai smettere di cercarlo, ossia nel movimento. Ecco per esempio che cosa abbiamo scoperto noi andando a curiosare sulla terrazza del nostro albergo (foto 1).

Perché poi a parte i turisti, non manca niente; le vie che conducono al mercato brulicano letteralmente di folla che riempie democraticamente ogni luogo. Se passasse Berlusconi direbbe che in Brasile la povertà non esiste perché i ristoranti sono pieni, e anche i bar, e perfino i marciapiedi. Ma i veri re della città sono gli onibus, che sfrecciano a ogni ora del giorno e della notte per le strade, gli stradoni e le tangenziali che si srotolano e si annodano ovunque, anche in pieno centro. Osservare il loro moto perpetuo ha qualcosa di ipnotizzante: imponenti, lussuosi, arroganti se ne vedono anche tre o quattro in fila che si inseguono e magari si sorpassano, ma esibiscono numeri di linea diversi (foto 2).
A un certo punto ci si chiede se non ci siano più linee di autobus che strade. Pare un paradosso della matematica, ma la sensazione è che la matematica non sia una buona chiave per entrare nell’anima del Brasile.
Per il nostro giro contromano Porto Alegre è una tappa due volte strategica, arrivo e partenza. Sia capolinea della tratta Europa-Sudamerica che si è appena conclusa dopo una ventina di giorni, sia base di partenza per raggiungere quello che con ogni probabilità sarà il punto più a Sud della tratta sudamericana, vale a dire Buenos Aires. Qui speriamo di ricongiungerci alla Rabmobile, anche se da Pedro non sono più arrivate notizie e il telefonino squilla a vuoto.
Dopo una breve riunione nella centrale operativa (la nostra camera di albergo), decidiamo di percorrere gli 800 chilometri abbondanti che separano Porto Alegre da Buenos Aires interamente via terra. E così dopo 48 ore passate a schivare gli onibus, entriamo in un onibus anche noi; per la precisione sul gran turismo che, sprofondati in una poltrona presidenziale reclinabile, ci porterà in quel di Pelotas, 250 chilometri più a sud, e a 150 dalla frontiera con l’Uruguay. Dopo due giorni di afa e sole martellante il cielo si è improvvisamente oscurato, comincia a tirare un po’ di vento, e, avvezzi al nostro tempo mediterraneo, ci rallegriamo; il tempo ideale per viaggiare, pensiamo.
A Pelotas, prendiamo atto che non c’è molto da vedere, a parte una cerimonia della federazione dei gauchos brasiliani (le praterie della pampa cominciano qui), e il numero impressionante di garage, sebbene non sembrino esserci grandi problemi di parcheggio (foto 3 e 4).

Anche le grate e le saracinesche vanno forte. qui quando si chiude, si chiude sul serio. D’altra parte non che venga molta voglia di andare in avanscoperta, considerata la pioggia battente. Quando chiediamo alla padrona dell’Hotel Aleppo se c’è da aspettarsi un miglioramento per l’indomani scuote la testa desolata: la perturbazione atlantica è solo all’inizio, e la televisione ha appena lanciato un allarme sul rischio inondazioni.
(10-continua)
Il giro del mondo contromano
A bordo della Rabmobile, auto quasi d'epoca
Società - 22 Settembre 2013
Viaggi: Porto Alegre, arrivo e partenza
Pochi turisti a Porto Alegre. L’ufficio del turismo ci sarebbe; ma la studentessa dietro il banco sembra stupita di vederci apparire, e alla nostra richiesta di hotel consigliabili si mette a cercarli su internet insieme a noi. Pochi turisti a Porto Alegre. Non è stagione, e questa è una delle poche zone del Brasile dove le stagioni si sentono. Brasile del Sud. Bello, ma c’è qualcosa che non torna, come Arabia del Nord.
Ed effettivamente questa megalopoli adagiata su una laguna, alla foce del Rio Grande do Sul non ha spiagge all’altezza, ma nemmeno monumenti. I piroscafi riservati alla navigazione turistica sono tra le rare cose semivuote che capita di osservare in Brasile, e naturalmente anche a Porto Alegre, il cui fascino va cercato altrove senza mai smettere di cercarlo, ossia nel movimento. Ecco per esempio che cosa abbiamo scoperto noi andando a curiosare sulla terrazza del nostro albergo (foto 1).
Perché poi a parte i turisti, non manca niente; le vie che conducono al mercato brulicano letteralmente di folla che riempie democraticamente ogni luogo. Se passasse Berlusconi direbbe che in Brasile la povertà non esiste perché i ristoranti sono pieni, e anche i bar, e perfino i marciapiedi. Ma i veri re della città sono gli onibus, che sfrecciano a ogni ora del giorno e della notte per le strade, gli stradoni e le tangenziali che si srotolano e si annodano ovunque, anche in pieno centro. Osservare il loro moto perpetuo ha qualcosa di ipnotizzante: imponenti, lussuosi, arroganti se ne vedono anche tre o quattro in fila che si inseguono e magari si sorpassano, ma esibiscono numeri di linea diversi (foto 2).
A un certo punto ci si chiede se non ci siano più linee di autobus che strade. Pare un paradosso della matematica, ma la sensazione è che la matematica non sia una buona chiave per entrare nell’anima del Brasile.
Per il nostro giro contromano Porto Alegre è una tappa due volte strategica, arrivo e partenza. Sia capolinea della tratta Europa-Sudamerica che si è appena conclusa dopo una ventina di giorni, sia base di partenza per raggiungere quello che con ogni probabilità sarà il punto più a Sud della tratta sudamericana, vale a dire Buenos Aires. Qui speriamo di ricongiungerci alla Rabmobile, anche se da Pedro non sono più arrivate notizie e il telefonino squilla a vuoto.
Dopo una breve riunione nella centrale operativa (la nostra camera di albergo), decidiamo di percorrere gli 800 chilometri abbondanti che separano Porto Alegre da Buenos Aires interamente via terra. E così dopo 48 ore passate a schivare gli onibus, entriamo in un onibus anche noi; per la precisione sul gran turismo che, sprofondati in una poltrona presidenziale reclinabile, ci porterà in quel di Pelotas, 250 chilometri più a sud, e a 150 dalla frontiera con l’Uruguay. Dopo due giorni di afa e sole martellante il cielo si è improvvisamente oscurato, comincia a tirare un po’ di vento, e, avvezzi al nostro tempo mediterraneo, ci rallegriamo; il tempo ideale per viaggiare, pensiamo.
A Pelotas, prendiamo atto che non c’è molto da vedere, a parte una cerimonia della federazione dei gauchos brasiliani (le praterie della pampa cominciano qui), e il numero impressionante di garage, sebbene non sembrino esserci grandi problemi di parcheggio (foto 3 e 4).
(10-continua)
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I velini
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Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".