Governo e parlamento devono proseguire nella loro azione per uscire dalla crisi “senza incertezze e tanto meno rotture”. Giorgio Napolitano, prendendo la parola alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2013-2014 al Quirinale, ha invitato “tutte le forze valide del Paese” a mobilitarsi perché, nonostante “l’economia e l’occupazione tardino a riprendersi”, “i primi segni di ripresa si vedono, e si riaffaccia la speranza di un nuovo più solido sviluppo, su basi più giuste, dell’economia e della società”. Per questo il presidente della Repubblica auspica che “la politica non sprechi questo momento più favorevole” nel quale “dobbiamo fare tutti la nostra parte per far crescere i semi che appaiono per un miglioramento e cambiamento positivo della nostra situazione”.
Quanto all’istruzione, strettamente collegata alla ripresa economica, Napolitano ha precisato che “negli ultimi anni” la scuola ha subìto “ristrettezze provocate dalla crisi e ha sofferto di incomprensioni e miopie, di rifiuti e tagli alla cieca, più che di una necessaria lotta contro innegabili sprechi, da parte dei responsabili della cosa pubblica”. Tuttavia, ha puntualizzato, “il potenziamento del sistema scolastico là dove si presenta più debole è uno degli elementi del rinnovato impegno che l’attuale governo sta dedicando all’istruzione. Potenziamento a cominciare dalle strutture materiali, dagli edifici scolastici divenuti antiquati ed insicuri”. Inoltre “la scuola, in quanto contribuisce a far crescere una cultura diffusa, fa bene alla democrazia – ha proseguito – : grazie all’istruzione e alla cultura si diviene persone più tolleranti, più aperte, più sensibili a quei valori di solidarietà cui ci richiama con tanta forza di convinzione e semplicità Papa Francesco”.
Secondo il Capo dello Stato “per superare la crisi, combattere la disoccupazione e competere nel mondo di oggi” è “decisivo” rafforzare “l’istruzione a tutti i livelli, sviluppare la ricerca scientifica, rendere più elevata e moderna la formazione dei giovani attraverso tutti i canali”. Napolitano ha inoltre ricordato come l’Italia resti “ancora indietro rispetto ad altri Paesi avanzati, agli ultimi posti nell’Unione europea, per il numero di quanti procedono fino in fondo negli studi: sono addirittura calate negli ultimi anni le iscrizioni all’università, in concomitanza con l’aggravarsi della crisi economica. È a rischio – ha ammonito – il progresso realizzatosi nel lungo periodo precedente”. A fronte della crisi economica e occupazionale, ai giovani presenti alla cerimonia ha detto che “la sola risposta certa che si può dare alle vostre preoccupazioni per il futuro, ‘avremo lavoro e quale, qualificato e soddisfacente oppure no, potremo avere un posto riconosciuto nella società’, è una sola: formatevi e preparatevi nel miglior modo possibile”.