Perché non aprire finalmente il dibattito critico sull’euro e sulla politica europea del governo Letta-Alfano? Perché non indire un referendum popolare sul fiscal compact, l’austerità e l’euro della Merkel? Ormai le politiche economiche italiane sono eterodirette, dipendono da Berlino, Bruxelles e Francoforte. Nonostante la falsa retorica, la vera preoccupazione del governo Letta non è quella di fare girare l’economia, di aumentare l’occupazione, di migliorare la democrazia. Ma è invece quella di sottomettersi senza discutere ai diktat europei, di non sforare il deficit pubblico, magari aumentando l’iniqua tassa dell’Iva che contrae i consumi e l’economia e che colpisce brutalmente i poveri e i ceti medi ma non i ceti privilegiati.
L’euro, per come è stato fissato dai trattati europei sotto dettatura tedesca, impone l’austerità in tempo di crisi. Ma è chiaro che tagliando gli investimenti pubblici e i crediti alle aziende, colpendo l’occupazione e i redditi da lavoro, la crisi peggiorerà. Il governo Letta non propone alcuna iniziativa di contrasto all’austerità teutonica ed è completamente subordinato alle imposizioni della Merkel e della Bce. Si preoccupa di aumentare le tasse e tagliare le spese per sanità, istruzione e ricerca. In questa maniera strozza l’economia. Nel contesto europeo, guadagnano solo la Germania, i paesi del nord Europa e le loro banche. Anche il nuovo probabile governo tedesco bianco-rosa della Cdu-Spd non cambierà la situazione. L’austerità europea proseguirà e si inasprirà con il fiscal compact: il trattato europeo – firmato nel silenzio generale dai partiti di Berlusconi, di Bersani e Monti – impone infatti per i prossimi venti anni una rapidissima e automatica riduzione del debito pubblico strozzando ulteriormente l’economia e il welfare. Con il fiscal compact l’austerità diventerà insostenibile e comprimerà in maniera drammatica i diritti del lavoro e dei cittadini.
Paradossalmente la destra di Berlusconi e di Bossi attacca l’austerità dettata dall’Unione Europea mentre il centrosinistra e il Pd, per storica e congenita subalternità, sono diventati i paladini della stretta economica e dell’austerità europea e tedesca. Il Pd è abituato a farsi del male: in questa maniera perderà certamente consenso e forse le elezioni.
Occorrerebbe allora che la sinistra si svegliasse e contrastasse la drammatica subalternità dei governi italiani. Bisognerebbe denunciare il fiscal compact e questa Europa autoritaria e neocoloniale, e prepararsi alla rottura della moneta unica che probabilmente diventerà insostenibile. Non si tratta di essere antieuropei, anzi: bisogna ritornare all’idea originaria di una Europa democratica, pacifica e cooperativa, in cui tutti i popoli contino alla pari. La sinistra dovrebbe proporre un referendum sulle drammatiche questioni dell’euro e del fiscal compact. L’idea del referendum popolare è di Grillo, che spesso è inaffidabile. Ma la proposta è giusta e sempre più attuale. Una consultazione pubblica, anche solo consultiva, sarebbe salutare. Referendum sulle questioni europee e sull’euro sono stati tenuti in paesi come Francia, Olanda, Danimarca, Svezia e Irlanda. Perché allora non avviare anche in Italia un ampio dibattito e cercare il voto popolare?
Enrico Grazzini
Giornalista economico e saggista
Zonaeuro - 24 Settembre 2013
Referendum sull’euro, fiscal compact e politiche europee
Perché non aprire finalmente il dibattito critico sull’euro e sulla politica europea del governo Letta-Alfano? Perché non indire un referendum popolare sul fiscal compact, l’austerità e l’euro della Merkel? Ormai le politiche economiche italiane sono eterodirette, dipendono da Berlino, Bruxelles e Francoforte. Nonostante la falsa retorica, la vera preoccupazione del governo Letta non è quella di fare girare l’economia, di aumentare l’occupazione, di migliorare la democrazia. Ma è invece quella di sottomettersi senza discutere ai diktat europei, di non sforare il deficit pubblico, magari aumentando l’iniqua tassa dell’Iva che contrae i consumi e l’economia e che colpisce brutalmente i poveri e i ceti medi ma non i ceti privilegiati.
L’euro, per come è stato fissato dai trattati europei sotto dettatura tedesca, impone l’austerità in tempo di crisi. Ma è chiaro che tagliando gli investimenti pubblici e i crediti alle aziende, colpendo l’occupazione e i redditi da lavoro, la crisi peggiorerà. Il governo Letta non propone alcuna iniziativa di contrasto all’austerità teutonica ed è completamente subordinato alle imposizioni della Merkel e della Bce. Si preoccupa di aumentare le tasse e tagliare le spese per sanità, istruzione e ricerca. In questa maniera strozza l’economia. Nel contesto europeo, guadagnano solo la Germania, i paesi del nord Europa e le loro banche. Anche il nuovo probabile governo tedesco bianco-rosa della Cdu-Spd non cambierà la situazione. L’austerità europea proseguirà e si inasprirà con il fiscal compact: il trattato europeo – firmato nel silenzio generale dai partiti di Berlusconi, di Bersani e Monti – impone infatti per i prossimi venti anni una rapidissima e automatica riduzione del debito pubblico strozzando ulteriormente l’economia e il welfare. Con il fiscal compact l’austerità diventerà insostenibile e comprimerà in maniera drammatica i diritti del lavoro e dei cittadini.
Paradossalmente la destra di Berlusconi e di Bossi attacca l’austerità dettata dall’Unione Europea mentre il centrosinistra e il Pd, per storica e congenita subalternità, sono diventati i paladini della stretta economica e dell’austerità europea e tedesca. Il Pd è abituato a farsi del male: in questa maniera perderà certamente consenso e forse le elezioni.
Occorrerebbe allora che la sinistra si svegliasse e contrastasse la drammatica subalternità dei governi italiani. Bisognerebbe denunciare il fiscal compact e questa Europa autoritaria e neocoloniale, e prepararsi alla rottura della moneta unica che probabilmente diventerà insostenibile. Non si tratta di essere antieuropei, anzi: bisogna ritornare all’idea originaria di una Europa democratica, pacifica e cooperativa, in cui tutti i popoli contino alla pari. La sinistra dovrebbe proporre un referendum sulle drammatiche questioni dell’euro e del fiscal compact. L’idea del referendum popolare è di Grillo, che spesso è inaffidabile. Ma la proposta è giusta e sempre più attuale. Una consultazione pubblica, anche solo consultiva, sarebbe salutare. Referendum sulle questioni europee e sull’euro sono stati tenuti in paesi come Francia, Olanda, Danimarca, Svezia e Irlanda. Perché allora non avviare anche in Italia un ampio dibattito e cercare il voto popolare?
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Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.
(Adnkronos) - Gli attacchi - ordinati secondo quanto riferito dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump - hanno colpito radar, difese aeree e sistemi missilistici e di droni. Secondo il Times, l'obiettivo è riaprire le rotte di navigazione nel Mar Rosso che sono state minacciate dagli attacchi degli Houthi alle navi israeliane.