Mi chiamo Julien Makambo. Nelle settimane immediatamente successive al mio arresto, e anche parecchio prima che mi beccassero, la mia faccia e il mio altro nome, José Montfort, sono stati ogni giorno in prima pagina su quasi tutti i quotidiani di Francia e Navarra. Nella lingua che parliamo nel Congo-Brazzaville, il lingala, Makambo significa “guai”. Non so come gli è saltato in testa ai miei genitori di mettermi un nome così, un nome che peraltro non è neanche quello della buonanima di mio padre, tantomeno quello di un’altra persona di famiglia. Ormai sono convinto che il nome influisce sul destino di chi lo porta. Se quel venerdì 13 non fossi andato con Pedro al ristorante L’Ambassade a conoscere un tipo che veniva da Brazzaville e che lui definiva “molto importante”, forse non mi troverei da un anno e mezzo in questa cella di Fresnes, in detenzione provvisoria. E invece eccomi qua, quando uno si chiama Makambo le cose non sono mai così semplici.
Torna in libreria lo scrittore congolese Alain Mabanckou con un noir scoppiettante, che parte con una sorta di “confessione dal carcere” dalla Simenoniana memoria (vedi “Lettera al mio giudice”) per approdare a un caleidoscopio linguistico e narrativo dal sapore dell’Africa più autentica.
Il romanzo in questione, “Zitto e muori”, tradotto da Federica Di Lella e Giuseppe Girimonti Greco e pubblicato, come i suoi ultimi lavori, da 66thand2nd racconta una storia nera e spassosa che affronta, ancora una volta, l’identità nera in Francia. Attraverso l’odissea del protagonista, vittima e colpevole di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato, Mabanckou narra, si può quasi dire che canta, la vita degli immigrati congolesi a Parigi. Riproduce un mondo fatto di sacrificio, stenti e molto divertimento, dal mercato di rue Dejean a Château Rouge, cuore africano della capitale francese, ai monolocali sovraffollati dove si passano le giornate a oziare fra birre, detti arcaici dei villaggi natali, piccoli espedienti e musica congo a tutto volume. L’autore inoltre descrive la vita quotidiana dei Sapeur congolesi, edonisti neri, maniaci africani del lusso, ossessionati per i vestiti firmati.
Per non parlare del lungo cappotto nero, delle catene d’oro ventiquattro carati intorno al collo, degli anelli scintillanti a ogni dito della mano sinistra, delle scarpe Weston bordeaux lucidate a dovere, con placche metalliche sotto le suole che tintinnavano a ogni passo, tutte cose che facevano capire chiaramente che a Parigi era diventato un big, oltre che un seguace della Sape, la Société des Ambianceurs et des personnes Elégantes. Un Sapeur pensa soltanto ai vestiti, e più sono stravaganti più lo rispettano.
“Zitto e muori” è un romanzo che si legge tutto d’un fiato, con un ritmo da ballata africana, un libro che trasuda la fatica della Francia degli immigrati e una smisurata gioia di vivere anche davanti alle beffe della vita e alla violenza morale della società europea. Un noir colorato, profumato, notturno e bellissimo.
Alain Mabanckou ha trascorso l’infanzia nella città di Pointe-Noire. Qui ha frequentato il liceo Karl Marx, conseguendo la maturità in lettere e filosofia. Grazie a una borsa di studio, all’età di 22 anni riesce ad andare in Francia. Dopo la pubblicazione del suo primo romanzo “Bleu-Blanc-Rouge” (1998), premiato con il Grand Prix Littéraire de l’Afrique norie, dedicherà sempre più tempo e risorse alla scrittura, iniziando a pubblicare con regolarità romanzi e poesie. I suoi libri sono tradotti in più di quindici lingue. Il romanzo “Black Bazar” (2009, tradotto in italiano dalla casa editrice 66thand2nd) si posiziona tra i primi venti più venduti in Francia secondo le classifiche delle riviste L’Express, Nouvel Observateur e Livres Hebdo. Nel 2010 debutta nella prestigiosa collezione Blanche della casa editrice Gallimard con il romanzo “Domani avrò vent’anni” (66thand2nd, 2011), ottenendo anche il premio Georges Brassens. Nel 2010 viene nominato Cavaliere dell’ordine della Legion d’onore per decreto del Presidente della Repubblica.
L’autore sarà ospite al prossimo festival di Internazionale a Ferrara il 5 ottobre per un incontro sulla letteratura africana, insieme a Florent Couao-Zotti, Moussa Konaté e Pierre Cherruau.
Lorenzo Mazzoni
Scrittore e insegnante
Cultura - 29 Settembre 2013
Alain Mabanckou, noir all’africana
Mi chiamo Julien Makambo. Nelle settimane immediatamente successive al mio arresto, e anche parecchio prima che mi beccassero, la mia faccia e il mio altro nome, José Montfort, sono stati ogni giorno in prima pagina su quasi tutti i quotidiani di Francia e Navarra. Nella lingua che parliamo nel Congo-Brazzaville, il lingala, Makambo significa “guai”. Non so come gli è saltato in testa ai miei genitori di mettermi un nome così, un nome che peraltro non è neanche quello della buonanima di mio padre, tantomeno quello di un’altra persona di famiglia. Ormai sono convinto che il nome influisce sul destino di chi lo porta. Se quel venerdì 13 non fossi andato con Pedro al ristorante L’Ambassade a conoscere un tipo che veniva da Brazzaville e che lui definiva “molto importante”, forse non mi troverei da un anno e mezzo in questa cella di Fresnes, in detenzione provvisoria. E invece eccomi qua, quando uno si chiama Makambo le cose non sono mai così semplici.
Torna in libreria lo scrittore congolese Alain Mabanckou con un noir scoppiettante, che parte con una sorta di “confessione dal carcere” dalla Simenoniana memoria (vedi “Lettera al mio giudice”) per approdare a un caleidoscopio linguistico e narrativo dal sapore dell’Africa più autentica.
Il romanzo in questione, “Zitto e muori”, tradotto da Federica Di Lella e Giuseppe Girimonti Greco e pubblicato, come i suoi ultimi lavori, da 66thand2nd racconta una storia nera e spassosa che affronta, ancora una volta, l’identità nera in Francia. Attraverso l’odissea del protagonista, vittima e colpevole di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato, Mabanckou narra, si può quasi dire che canta, la vita degli immigrati congolesi a Parigi. Riproduce un mondo fatto di sacrificio, stenti e molto divertimento, dal mercato di rue Dejean a Château Rouge, cuore africano della capitale francese, ai monolocali sovraffollati dove si passano le giornate a oziare fra birre, detti arcaici dei villaggi natali, piccoli espedienti e musica congo a tutto volume. L’autore inoltre descrive la vita quotidiana dei Sapeur congolesi, edonisti neri, maniaci africani del lusso, ossessionati per i vestiti firmati.
Per non parlare del lungo cappotto nero, delle catene d’oro ventiquattro carati intorno al collo, degli anelli scintillanti a ogni dito della mano sinistra, delle scarpe Weston bordeaux lucidate a dovere, con placche metalliche sotto le suole che tintinnavano a ogni passo, tutte cose che facevano capire chiaramente che a Parigi era diventato un big, oltre che un seguace della Sape, la Société des Ambianceurs et des personnes Elégantes. Un Sapeur pensa soltanto ai vestiti, e più sono stravaganti più lo rispettano.
“Zitto e muori” è un romanzo che si legge tutto d’un fiato, con un ritmo da ballata africana, un libro che trasuda la fatica della Francia degli immigrati e una smisurata gioia di vivere anche davanti alle beffe della vita e alla violenza morale della società europea. Un noir colorato, profumato, notturno e bellissimo.
Alain Mabanckou ha trascorso l’infanzia nella città di Pointe-Noire. Qui ha frequentato il liceo Karl Marx, conseguendo la maturità in lettere e filosofia. Grazie a una borsa di studio, all’età di 22 anni riesce ad andare in Francia. Dopo la pubblicazione del suo primo romanzo “Bleu-Blanc-Rouge” (1998), premiato con il Grand Prix Littéraire de l’Afrique norie, dedicherà sempre più tempo e risorse alla scrittura, iniziando a pubblicare con regolarità romanzi e poesie. I suoi libri sono tradotti in più di quindici lingue. Il romanzo “Black Bazar” (2009, tradotto in italiano dalla casa editrice 66thand2nd) si posiziona tra i primi venti più venduti in Francia secondo le classifiche delle riviste L’Express, Nouvel Observateur e Livres Hebdo. Nel 2010 debutta nella prestigiosa collezione Blanche della casa editrice Gallimard con il romanzo “Domani avrò vent’anni” (66thand2nd, 2011), ottenendo anche il premio Georges Brassens. Nel 2010 viene nominato Cavaliere dell’ordine della Legion d’onore per decreto del Presidente della Repubblica.
L’autore sarà ospite al prossimo festival di Internazionale a Ferrara il 5 ottobre per un incontro sulla letteratura africana, insieme a Florent Couao-Zotti, Moussa Konaté e Pierre Cherruau.
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Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "So che con Donald Trump alla guida degli Stati Uniti, non vedremo mai più il disastro che abbiamo visto in Afghanistan quattro anni fa. Quindi sicurezza delle frontiere, sicurezza delle frontiere, sicurezza energetica, sicurezza economica, sicurezza alimentare, difesa e sicurezza nazionale per una semplice ragione. Se non sei sicuro, non sei libero". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "C'è una crescente consapevolezza. C'è una crescente consapevolezza in Europa che la sicurezza è ora la massima priorità. Non puoi difendere la tua libertà se non hai i mezzi o il coraggio per farlo. La felicità dipende dalla libertà e la libertà dipende dal coraggio. Lo abbiamo dimostrato quando abbiamo fermato le invasioni, conquistato le nostre indipendenze e rovesciato i dittatori". Così la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.
"E lo abbiamo fatto insieme negli ultimi tre anni in Ucraina, dove un popolo orgoglioso combatte per la propria libertà contro un'aggressione brutale. E dobbiamo continuare oggi a lavorare insieme per una pace giusta e duratura. Una pace che può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con forti leadership".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - In Ucraina "un popolo coraggioso combatte contro una brutale aggressione". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "I nostri avversari sperano che Trump si allontani da noi. Io lo conosco, e scommetto che dimostreremo che si sbagliano. Qualcuno può vedere l'Europa come distante, lontana. Io vi dico: non è così". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio alla convention Cpac a Washington.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "La propaganda diceva che un governo conservatore avrebbe isolato l'Italia, avrebbe scoraggiato gli investitori, avrebbe soppresso le libertà, ma erano fake. L'Italia sta meglio, l'economia cresce" l'arrivo di migranti "si è ridotto del 60%. Stiamo facendo aumentare le libertà in tutti gli aspetti della vita del paese". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.
(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
Brescia, 22 feb. (Adnkronos) - L’attesa per l’esordio della Freccia Rossa nel Sunshine State è terminata: i 70 equipaggi partecipanti hanno effettuato le verifiche in mattinata nei pressi del loro hotel a Coral Gables, mentre nel pomeriggio (ore locali) svolgeranno delle sessioni di training vista oceano al Matheson Hammok Park & Marina, pensate per aiutare i concorrenti a prendere confidenza con le regole e le tecniche proprie delle gare di regolarità italiane. L’evento è organizzato da EGA Worldwide su licenza di 1000 Miglia, col patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Miami, NIAF, ACI e ACI storico.
Il parco auto in gara include, oltre alle vetture costruite fra il 1927 e il 1957 (1000 Miglia Originals), anche altri esemplari di macchine storiche più recenti (Classic Icons) e moderne Supercar, in piena linea col format Experience, pensato per consentire agli appassionati della Freccia Rossa di apprendere e approfondire le regole delle gare di regolarità, assaporando l’atmosfera del 1000 Miglia Style in contesti esclusivi ed eventi tailor made: l’occasione per esemplari selezionati di Supercar e Hypercar di competere a fianco di prestigiose vetture d’epoca tra le quali, nella lista di auto al via in Florida, spiccano una Ferrari 750 Monza del 1955 e una 250 MM del 1953.
Domattina il via alla gara: la prima delle tre tappe attraverserà i panorami selvaggi del parco nazionale dell’Everglades e le vetture giungeranno a Naples, passando poi da Fort Myers, Venice e St. Petersburg per chiudere la giornata di gara a Tampa. Il secondo giorno si ritornerà sulla sponda Sud-Orientale della Florida toccando Cape Canaveral, poi seguirà la discesa fino al traguardo di tappa a West Palm Beach, dalla quale, martedì 25 Febbraio, si farà ritorno a Miami, dove il transito dai luoghi simbolo della Città Magica farà da preludio all’arrivo finale a Miami Beach.