Crisi governo, Grillo: “Esecutivo 5 Stelle unica via. Se non ci votate, mi tiro fuori”
Non cambia la linea del comico genovese: andare subito alle urne e ricominciare con il Movimento alla guida del Paese. Il leader M5S vuole le elezioni con la legge Calderoli: "Vogliono fare un Superporcellum per tagliarci fuori. Ma non lo permetteremo". Sulla crisi dell'euro: "Gli italiani decideranno con un clic se tenerlo o no". E attacca Napolitano: "Potrebbe seguire lo psiconano agli arresti domiciliari"
Dopo le dimissioni dei ministri Pdl, non cambia la parola d’ordine di Beppe Grillo: andare subito alle urne. “Noi dobbiamo tornare ad elezioni, mandare a casa tutta questa gente e rifare questo Paese con un governo a 5 Stelle”, ha spiegato il leader del movimento a una manifestazione a Paderno Dugnano, nel milanese. E precisa di “voler portare prima delle elezioni 10 o 15 persone di moralità alta e intellettualmente oneste che prenderanno le macerie di questo Paese e così cercheremo di risolvere i problemi dell’Italia”. Per fare questo, Grillo nega che si possano stringere alleanze con i partiti: “Con gli altri non si può ragionare, sono finiti, sono il passato”. Grillo fa appello a quanti, alla scorsa tornata elettorale, hanno dato la propria preferenza alle forze di maggioranza: “Io voglio parlare ai venti milioni di personaggi che hanno votato ancora il Pd e il Pdl. Se continuate così il Movimento se ne va. Se non ci votate io mi tiro fuori“. Infine, attacca il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: ”C’è la possibilità che possa seguire lo psiconano agli arresti domiciliari…”.
Già nella giornata di sabato, il leader M5S aveva ribadito l’idea di tornare al voto con il Porcellum. Un’idea che aveva già anticipato, poco più di una settimana fa, rilasciando un’intervista alla tedesca Die Zeit. E nel suo discorso di Paderno Dugnano, la linea non cambia: ”Adesso vorrebbero cambiare la legge elettorale per fare un Superporcellum e far restare fuori noi ma non glielo permetteremo”. Il comico genovese ha confermato di essere contrario al Porcellum ma di “volerlo cambiare dopo le elezioni, quando saremo al governo”. Beppe Grillo si dice sereno, prevedendo un buon risultato per i Cinque Stelle: ”Quando ci saranno le elezioni tra due tre o quattro mesi, non ci interessa, siamo tranquilli: deciderà il popolo italiano”. E conclude: “Non c’è una crisi di governo, c’è la crisi del popolo italiano che fa fatica a capire”.
Crisi di governo, Grillo: “Elezioni subito e poi governo a 5 Stelle”
Beppe Grillo si unisce alla protesta contro la bretella autostradale che passerà da Paderno Dugnano in vista di Expo 2015. Sulla situazione politica: “Dobbiamo andare a elezioni subito per poi fare un governo a 5 Stelle
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Tra i primi problemi che un eventuale governo a 5 Stelle dovrebbe fronteggiare, la crisi dell’euro e gli impegni di natura economica nei confronti dell’Ue. “Andiamo in Europa e ridiscutiamo i patti”, annuncia il leader M5S. “Poi gli italiani decidono con un clic se stare dentro l’euro o no, se stare nel debito o no”. E torna all’attacco di chi ha guidato il Paese finora. “Gli altri parlano di Iva e di Imu“, spiega, “ma si guardano bene dal dire che nel 2015 entriamo nel fiscal compact e che dobbiamo tagliare 50 miliardi all’anno”.
Altro tema caro a Beppe Grillo, la comunicazione attraverso i media. Nel caso di una vittoria elettorale targata M5S, in testa all’agenda del governo ci sarebbe l’abolizione del finanziamento pubblico ai giornali. Il comico genovese esclude inoltre di affrontare dibattiti televisivi con gli avversari, perché “sarebbe un confronto con i morti“. I politici italiani sono definiti “principianti che vivono di supporto pubblico”. E ancora: “I 40 saggi in 6 mesi non hanno fatto nulla. Parlano ora di Imu e Iva e poi destinano soldi a opere da 15 corsie che non fanno nemmeno in California”. Il riferimento è proprio alla strada provinciale Rho-Monza, l’opera contro cui protesta la manifestazione di Paderno Dugnano. Infine, l’attacco nei confronti dei giornalisti: “Siete voi che tirate fuori la parte peggiore di me. Ma è rabbia buona perché non vi farei del male”.
Ma le parole di Beppe Grillo non raccolgono il consenso di tutti all’interno del partito. In particolare, ha acceso il dibattito l’idea di tornare al voto con la legge Calderoli. Il deputato Luigi Di Maio aveva detto che una nuova legge elettorale si potrebbe fare, se solo si volesse. Sul tema il Movimento è tornato a fare sentire la sua voce in un comunicato del gruppo alla Camera. “Insistere nel sostenere che al MoVimento 5 Stelle fa comodo il Porcellum significa essere molto distratti o, cosa più probabile, in malafede“, si legge nella nota. “Già nel 2007 abbiamo presentato la proposta di legge d’iniziativa popolare per l’elezione diretta dei parlamentari, l’ineleggibilità per i condannati e il limite di due mandati. Si chiamava ‘Parlamento Pulito’ e quindi i partiti non potevano che ignorarla. Inoltre – aggiungono – siamo stati gli unici, a fine maggio, a votare con il ‘povero’ Giachetti, esponente del Pd, la sua mozione per evitare comunque il ritorno al voto con il Porcellum, mentre l’intero Partito democratico si schierava compatto con il Pdl per il mantenimento della legge ‘porcata’ di Calderoli”. I deputati Cinque Stelle sostengono di avere “lavorato alacremente a una nuova norma elettorale”, ma “di non avere i voti per modificarla da soli”. E concludono: “Soltanto per queste ragioni sosteniamo che le elezioni rappresentano l’unica via per attuare la rivoluzione che questo Paese merita e attende”.
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La Redazione
La Paz, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Almeno 30 persone sono morte a causa di un incidente che ha coinvolto un autobus passeggeri, precipitato in un burrone profondo 800 metri nella città di Yocalla, nel sud della Bolivia. Lo ha riferito la polizia locale.
Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos) - Secondo quanto riportato dall'emittente statale israeliana Kan, citando diverse fonti, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, non fa più parte del team incaricato delle trattative per la liberazione degli ostaggi. Fonti a conoscenza dei dettagli affermano che Bar potrebbe unirsi a una delegazione in futuro se si svolgeranno i negoziati sulla fase due.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Prosegue la protesta di Azione alla Camera sul decreto Milleproroghe: il capogruppo Matteo Richetti e la vicecapogruppo Elena Bonetti lasciano i lavori in corso nelle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio. “Dopo il tempo sprecato dal governo nella discussione al Senato alla ricerca di una composizione delle divisioni interne, il testo del decreto è stato trasferito alla Camera solo questa mattina e approderà in Aula nella giornata domani. Alle Commissioni riunite – dichiarano Richetti e Bonetti – non restano che poche ore di esame notturno, una scelta che rende inutile ogni confronto di merito sulle misure contenute nel provvedimento e offende profondamente la funzione parlamentare e la dignità dei deputati membri. Se il governo intende ridurci a figuranti, abbia almeno la decenza di assumersene la responsabilità davanti al Paese. Noi non li aiuteremo”. Azione aveva già espresso nella mattinata la propria contrarietà al ripetuto ricorso alla fiducia, rendendo noto di non aver presentato, per questa ragione, emendamenti al decreto Milleproroghe.
Beirut, 17 feb. (Adnkronos) - Il governo libanese ha annunciato di aver approvato una risoluzione secondo cui soltanto lo Stato potrà possedere armi. La risoluzione chiede di fatto il disarmo di Hezbollah e include l'impegno a rispettare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Ha ribadito le perplessità sul formato del vertice di Parigi, sull'invio di truppe europee in Ucraina e la necessità di percorrere strade che prevedano il coinvolgimento degli Stati Uniti. Queste le linee, a quanto si apprende, dell'intervento della premier Giorgia Meloni oggi al summit a Parigi convocato da Emmanuel Macron alla presenza del britannico Keir Starmer, del premier olandese, Dick Schoof, del cancelliere tedesco Olaf Scholz, del capo del governo polacco Donald Tusk e del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. All'Eliseo anche il segretario generale della Nato, Mark Rutte e i vertici Ue, Antonio Costa e Ursula von der Leyen.
Meloni, a quanto si apprende, ha sottolineato di aver voluto essere presente per non rinunciare a portare il punto di vista dell’Italia, ma di avere espresso le sue perplessità riguardo un formato che, a suo giudizio, esclude molti Paesi, a partire da quelle più esposti al rischio di estensione del conflitto, anziché includere, come sarebbe opportuno fare in una fase storica come questa. Anche perché, avrebbe rimarcato la premier, la guerra in Ucraina l’abbiamo pagata tutti.
Per l'Italia le questioni centrali rimangono le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, perché senza queste ogni negoziato rischia di fallire. Quindi Meloni avrebbe rimarcato l'utilità di un confronto tra le varie ipotesi in campo, osservando come quella che prevede il dispiegamento di soldati europei in Ucraina appaia come la più complessa e forse la meno efficace. Una strada su cui l'Italia avrebbe mostrato le sue perplessità al tavolo.
Secondo Meloni, a quanto viene riferito, andrebbero esplorate altre strade che prevedano il coinvolgimento anche degli Stati Uniti, perché è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana. La premier avrebbe definito una sferzata sul ruolo dell'Europa quella lanciata dall'amministrazione Usa ma ricordando che prima di questa analoghe considerazioni sono state già state fatte da importanti personalità europee. È una sfida, avrebbe quindi sottolineato, per essere più concreti e concentrarsi sulle cose davvero importanti, come la necessità di difendere la nostra sicurezza a 360 gradi, i nostri confini, i nostri cittadini, il nostro sistema produttivo.
Secondo la presidente del Consiglio sono i cittadini europei a chiederlo: non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi.
Meloni avrebbe quindi rimarcato come il formato del summit all'Eliseo non vada considerato come un formato anti-Trump. Tutt’altro. Gli Stati Uniti lavorano a giungere ad una pace in Ucraina e noi dobbiamo fare la nostra parte, la sollecitazione della premier italiana. Meloni infine, sempre a quanto si apprende, avrebbe manifestato condivisione per il senso della parole del Vice Presidente degli Stati Uniti Vance, ricordando di aver espresso concetti simili in precedenza. Ancora prima di garantire la sicurezza in Europa, avrebbe sottolineato Meloni, è necessario sapere che cosa stiamo difendendo.
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - "La Russia minaccia tutta l'Europa". Lo ha detto la premier danese Mette Frederiksen dopo i colloqui di emergenza a Parigi sul cambiamento di politica degli Stati Uniti sulla guerra in Ucraina.
La guerra in Ucraina riguarda i "sogni imperialisti di Mosca, di costruire una Russia più forte e più grande, e non credo che si fermeranno in Ucraina", ha detto ai giornalisti, mettendo in guardia gli Stati Uniti dai tentativi di concordare un cessate il fuoco "rapido" che darebbe alla Russia la possibilità di "mobilitarsi di nuovo, attaccare l'Ucraina o un altro paese in Europa".
Parigi, 17 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Parigi abbiamo ribadito che l'Ucraina merita la pace attraverso la forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità, integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico della sua intera quota di assistenza militare all'Ucraina. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di un rafforzamento della difesa in Europa". Lo ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
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Politica
Crisi governo, Grillo: “Esecutivo 5 Stelle unica via. Se non ci votate, mi tiro fuori”
Non cambia la linea del comico genovese: andare subito alle urne e ricominciare con il Movimento alla guida del Paese. Il leader M5S vuole le elezioni con la legge Calderoli: "Vogliono fare un Superporcellum per tagliarci fuori. Ma non lo permetteremo". Sulla crisi dell'euro: "Gli italiani decideranno con un clic se tenerlo o no". E attacca Napolitano: "Potrebbe seguire lo psiconano agli arresti domiciliari"
Dopo le dimissioni dei ministri Pdl, non cambia la parola d’ordine di Beppe Grillo: andare subito alle urne. “Noi dobbiamo tornare ad elezioni, mandare a casa tutta questa gente e rifare questo Paese con un governo a 5 Stelle”, ha spiegato il leader del movimento a una manifestazione a Paderno Dugnano, nel milanese. E precisa di “voler portare prima delle elezioni 10 o 15 persone di moralità alta e intellettualmente oneste che prenderanno le macerie di questo Paese e così cercheremo di risolvere i problemi dell’Italia”. Per fare questo, Grillo nega che si possano stringere alleanze con i partiti: “Con gli altri non si può ragionare, sono finiti, sono il passato”. Grillo fa appello a quanti, alla scorsa tornata elettorale, hanno dato la propria preferenza alle forze di maggioranza: “Io voglio parlare ai venti milioni di personaggi che hanno votato ancora il Pd e il Pdl. Se continuate così il Movimento se ne va. Se non ci votate io mi tiro fuori“. Infine, attacca il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: ”C’è la possibilità che possa seguire lo psiconano agli arresti domiciliari…”.
Già nella giornata di sabato, il leader M5S aveva ribadito l’idea di tornare al voto con il Porcellum. Un’idea che aveva già anticipato, poco più di una settimana fa, rilasciando un’intervista alla tedesca Die Zeit. E nel suo discorso di Paderno Dugnano, la linea non cambia: ”Adesso vorrebbero cambiare la legge elettorale per fare un Superporcellum e far restare fuori noi ma non glielo permetteremo”. Il comico genovese ha confermato di essere contrario al Porcellum ma di “volerlo cambiare dopo le elezioni, quando saremo al governo”. Beppe Grillo si dice sereno, prevedendo un buon risultato per i Cinque Stelle: ”Quando ci saranno le elezioni tra due tre o quattro mesi, non ci interessa, siamo tranquilli: deciderà il popolo italiano”. E conclude: “Non c’è una crisi di governo, c’è la crisi del popolo italiano che fa fatica a capire”.
Tra i primi problemi che un eventuale governo a 5 Stelle dovrebbe fronteggiare, la crisi dell’euro e gli impegni di natura economica nei confronti dell’Ue. “Andiamo in Europa e ridiscutiamo i patti”, annuncia il leader M5S. “Poi gli italiani decidono con un clic se stare dentro l’euro o no, se stare nel debito o no”. E torna all’attacco di chi ha guidato il Paese finora. “Gli altri parlano di Iva e di Imu“, spiega, “ma si guardano bene dal dire che nel 2015 entriamo nel fiscal compact e che dobbiamo tagliare 50 miliardi all’anno”.
Altro tema caro a Beppe Grillo, la comunicazione attraverso i media. Nel caso di una vittoria elettorale targata M5S, in testa all’agenda del governo ci sarebbe l’abolizione del finanziamento pubblico ai giornali. Il comico genovese esclude inoltre di affrontare dibattiti televisivi con gli avversari, perché “sarebbe un confronto con i morti“. I politici italiani sono definiti “principianti che vivono di supporto pubblico”. E ancora: “I 40 saggi in 6 mesi non hanno fatto nulla. Parlano ora di Imu e Iva e poi destinano soldi a opere da 15 corsie che non fanno nemmeno in California”. Il riferimento è proprio alla strada provinciale Rho-Monza, l’opera contro cui protesta la manifestazione di Paderno Dugnano. Infine, l’attacco nei confronti dei giornalisti: “Siete voi che tirate fuori la parte peggiore di me. Ma è rabbia buona perché non vi farei del male”.
Ma le parole di Beppe Grillo non raccolgono il consenso di tutti all’interno del partito. In particolare, ha acceso il dibattito l’idea di tornare al voto con la legge Calderoli. Il deputato Luigi Di Maio aveva detto che una nuova legge elettorale si potrebbe fare, se solo si volesse. Sul tema il Movimento è tornato a fare sentire la sua voce in un comunicato del gruppo alla Camera. “Insistere nel sostenere che al MoVimento 5 Stelle fa comodo il Porcellum significa essere molto distratti o, cosa più probabile, in malafede“, si legge nella nota. “Già nel 2007 abbiamo presentato la proposta di legge d’iniziativa popolare per l’elezione diretta dei parlamentari, l’ineleggibilità per i condannati e il limite di due mandati. Si chiamava ‘Parlamento Pulito’ e quindi i partiti non potevano che ignorarla. Inoltre – aggiungono – siamo stati gli unici, a fine maggio, a votare con il ‘povero’ Giachetti, esponente del Pd, la sua mozione per evitare comunque il ritorno al voto con il Porcellum, mentre l’intero Partito democratico si schierava compatto con il Pdl per il mantenimento della legge ‘porcata’ di Calderoli”. I deputati Cinque Stelle sostengono di avere “lavorato alacremente a una nuova norma elettorale”, ma “di non avere i voti per modificarla da soli”. E concludono: “Soltanto per queste ragioni sosteniamo che le elezioni rappresentano l’unica via per attuare la rivoluzione che questo Paese merita e attende”.
video di Alessandro Madron
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Mondo
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Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos) - Secondo quanto riportato dall'emittente statale israeliana Kan, citando diverse fonti, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, non fa più parte del team incaricato delle trattative per la liberazione degli ostaggi. Fonti a conoscenza dei dettagli affermano che Bar potrebbe unirsi a una delegazione in futuro se si svolgeranno i negoziati sulla fase due.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Prosegue la protesta di Azione alla Camera sul decreto Milleproroghe: il capogruppo Matteo Richetti e la vicecapogruppo Elena Bonetti lasciano i lavori in corso nelle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio. “Dopo il tempo sprecato dal governo nella discussione al Senato alla ricerca di una composizione delle divisioni interne, il testo del decreto è stato trasferito alla Camera solo questa mattina e approderà in Aula nella giornata domani. Alle Commissioni riunite – dichiarano Richetti e Bonetti – non restano che poche ore di esame notturno, una scelta che rende inutile ogni confronto di merito sulle misure contenute nel provvedimento e offende profondamente la funzione parlamentare e la dignità dei deputati membri. Se il governo intende ridurci a figuranti, abbia almeno la decenza di assumersene la responsabilità davanti al Paese. Noi non li aiuteremo”. Azione aveva già espresso nella mattinata la propria contrarietà al ripetuto ricorso alla fiducia, rendendo noto di non aver presentato, per questa ragione, emendamenti al decreto Milleproroghe.
Beirut, 17 feb. (Adnkronos) - Il governo libanese ha annunciato di aver approvato una risoluzione secondo cui soltanto lo Stato potrà possedere armi. La risoluzione chiede di fatto il disarmo di Hezbollah e include l'impegno a rispettare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Ha ribadito le perplessità sul formato del vertice di Parigi, sull'invio di truppe europee in Ucraina e la necessità di percorrere strade che prevedano il coinvolgimento degli Stati Uniti. Queste le linee, a quanto si apprende, dell'intervento della premier Giorgia Meloni oggi al summit a Parigi convocato da Emmanuel Macron alla presenza del britannico Keir Starmer, del premier olandese, Dick Schoof, del cancelliere tedesco Olaf Scholz, del capo del governo polacco Donald Tusk e del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. All'Eliseo anche il segretario generale della Nato, Mark Rutte e i vertici Ue, Antonio Costa e Ursula von der Leyen.
Meloni, a quanto si apprende, ha sottolineato di aver voluto essere presente per non rinunciare a portare il punto di vista dell’Italia, ma di avere espresso le sue perplessità riguardo un formato che, a suo giudizio, esclude molti Paesi, a partire da quelle più esposti al rischio di estensione del conflitto, anziché includere, come sarebbe opportuno fare in una fase storica come questa. Anche perché, avrebbe rimarcato la premier, la guerra in Ucraina l’abbiamo pagata tutti.
Per l'Italia le questioni centrali rimangono le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, perché senza queste ogni negoziato rischia di fallire. Quindi Meloni avrebbe rimarcato l'utilità di un confronto tra le varie ipotesi in campo, osservando come quella che prevede il dispiegamento di soldati europei in Ucraina appaia come la più complessa e forse la meno efficace. Una strada su cui l'Italia avrebbe mostrato le sue perplessità al tavolo.
Secondo Meloni, a quanto viene riferito, andrebbero esplorate altre strade che prevedano il coinvolgimento anche degli Stati Uniti, perché è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana. La premier avrebbe definito una sferzata sul ruolo dell'Europa quella lanciata dall'amministrazione Usa ma ricordando che prima di questa analoghe considerazioni sono state già state fatte da importanti personalità europee. È una sfida, avrebbe quindi sottolineato, per essere più concreti e concentrarsi sulle cose davvero importanti, come la necessità di difendere la nostra sicurezza a 360 gradi, i nostri confini, i nostri cittadini, il nostro sistema produttivo.
Secondo la presidente del Consiglio sono i cittadini europei a chiederlo: non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi.
Meloni avrebbe quindi rimarcato come il formato del summit all'Eliseo non vada considerato come un formato anti-Trump. Tutt’altro. Gli Stati Uniti lavorano a giungere ad una pace in Ucraina e noi dobbiamo fare la nostra parte, la sollecitazione della premier italiana. Meloni infine, sempre a quanto si apprende, avrebbe manifestato condivisione per il senso della parole del Vice Presidente degli Stati Uniti Vance, ricordando di aver espresso concetti simili in precedenza. Ancora prima di garantire la sicurezza in Europa, avrebbe sottolineato Meloni, è necessario sapere che cosa stiamo difendendo.
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - "La Russia minaccia tutta l'Europa". Lo ha detto la premier danese Mette Frederiksen dopo i colloqui di emergenza a Parigi sul cambiamento di politica degli Stati Uniti sulla guerra in Ucraina.
La guerra in Ucraina riguarda i "sogni imperialisti di Mosca, di costruire una Russia più forte e più grande, e non credo che si fermeranno in Ucraina", ha detto ai giornalisti, mettendo in guardia gli Stati Uniti dai tentativi di concordare un cessate il fuoco "rapido" che darebbe alla Russia la possibilità di "mobilitarsi di nuovo, attaccare l'Ucraina o un altro paese in Europa".
Parigi, 17 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Parigi abbiamo ribadito che l'Ucraina merita la pace attraverso la forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità, integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico della sua intera quota di assistenza militare all'Ucraina. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di un rafforzamento della difesa in Europa". Lo ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.