Raffaella Ruggero, madre di Cristian D’Alessandro, attivista italiano di Greenpeace accusato in Russia di pirateria, insieme ad altri 29 militanti, parla per la prima volta in pubblico. “Se i ragazzi hanno i sogni, è giusto che li seguano”, dice la mamma di Cristian che ora rischia 15 anni di carcere per aver partecipato il 18 settembre scorso alla protesta contro la trivellazione di Gazprom nell’Artico, imbarcandosi sulla nave Arctic Sunrise. La madre dell’attivista italiano, insieme al padre di Cristian, Aristide D’Alessandro, e a rappresentanti di Greenpeace , ha parlato ai microfoni di In Mezz’ora di Lucia Annunziata su Rai3.
Le condizioni in cui si trova Cristian sono molto dure, dice suo padre. Per gli attivisti è stata ordinata la detenzione di due mesi nella città di Murmansk, nell’estremo Nord della Russia, mentre la Commissione investigativa russa ha confermato l’accusa di pirateria. “Le stanze (nel carcere, ndr) sono molto anguste. Stanno con i detenuti comuni”, racconta il padre dell’attivista italiano. “Abbiamo chiesto al console di mettere in atto tutte le procedure per recarci in Russia e poter vedere nostro figlio. Ma non sappiamo se alla fine ci andremo”, dice la madre di Cristian. “Forse possiamo fare di più da qui, che in un paese dove non parliamo la lingua, dove sappiamo che è difficile muoversi senza essere sostenuti, e forse Cristian non ne avrebbe nemmeno piacere”, ha aggiunto la Ruggero.
I genitori di Cristian non l’hanno sentito, ma sono in contatto costante con il console generale di San Pietroburgo Luigi Estero che li informa sulla situazione. “Il Consolato è a nostra completa disposizione”, dice il padre dell’attivista italiano, che è convinto: “La Russia non ha l’interesse di proseguire sulla strada dura“. Sugli sforzi per risolvere il caso da parte del governo italiano, il padre di Cristian ha detto: “La Farnesina ci ha aiutati, quel che poteva fare è stato fatto, ma ora un’ulteriore spinta non sarebbe male”. Il padre dell’attivista italiano ha esortato l’Italia a mettersi a fianco del governo olandese, che ha annunciato la presentazione di una causa al Tribunale internazionale per la legge del mare, con sede ad Amburgo, in Germania, per cercare di recuperare la nave di Greenpeace Arctic Sunrise, battente bandiera olandese. Un rappresentante di Greenpeace presente in studio ha spiegato: “Non ce l’abbiamo con la Russia, ce l’abbiamo con Gazprom” e con le compagnie energetiche in generale. Secondo Greenpeace, la nave si trovava in acque internazionali, mentre per i russi l’Arctic Sunrise si trovava in una zona economica di loro pertinenza.
Intanto sabato davanti alle ambasciate russe in tutto il mondo si sono svolte manifestazioni a sostegno dei 30 attivisti di Greenpeace. A Londra alla protesta ha partecipato anche l’attore Jude Law che conosce uno dei militanti arrestati in Russia. Mentre Greenpeace ha fatto sapere che più di un milione di persone hanno aderito all’appello per mandare i messaggi alle ambasciate russe, chiedendo di liberare i militanti dell’organizzazione ambientalista.