Il sindacato di polizia del Coisp ha querelato Renato Brunetta per le sue dichiarazioni sul caso Aldrovandi. Il presidente del gruppo parlamentare del Pdl è il nome eccellente nella nuova lista di denunce presentate in seguito alle polemiche sul sit-in dello scorso 27 marzo a Ferrara.

Dopo che il video della madre di Federico Aldrovandi in strada con la foto del figlio morto aveva fatto il giro d’Italia, Brunetta si era accodato alle dichiarazioni dell’allora ministro dell’Interno Cancellieri “contro l’indegna manifestazione messa in piedi dal Coisp. Un sindacato di polizia non dovrebbe mai permettersi simili violenze, ma dovrebbe in ogni momento rappresentare le forze dell’ordine e le istituzioni del nostro Paese”. Brunetta proseguiva esprimendo solidarietà alla madre di Federico Aldrovandi, in quanto “vittima di una doppia tragedia: la morte del figlio e l’attacco vergognoso e strumentale di coloro che dovrebbero pensare solo a garantire l’ordine pubblico”.

Quanto basta per il Coisp per aggiungere il nome del parlamentare alla già lunga lista di querelati (oltre 70) nei giorni successivi al presidio per chiedere la scarcerazione dei poliziotti condannati per la morte del diciottenne. Ma Brunetta sarà in buona compagnia. È lo stesso Franco Maccari, segretario generale del Coisp, a render noto il nuovo elenco di nomi che in un modo o nell’altro avrebbero contribuito al “diluvio di bugie e falsità che si è scatenato nel ‘dopo Ferrara’”. La lista prosegue infatti con il capogruppo del Pd Emilia-Romagna Marco Monari, Giuliano Giuliani, Radio Citta Fujiko, Stefano Anastasia (tra i donatori dell’associazione Antigone), Adriano Chiarelli (autore di Malapolizia), Liana Milella di “Repubblica”, Giorgio Salvetti del “Manifesto”, Cinzia Sciuto di “Micromega”.

Tutti responsabili, secondo Maccari, di aver alimentato o diffuso “un vero festival della menzogna”, composto di “inesistenti manifestazioni sotto casa della famiglia Aldrovandi – continua la nota del sindacato -, di inesistenti manifestazioni precedenti il 27 marzo fatte in divisa dentro al tribunale per intimidire i giudici, di inesistenti manifestanti violenti e di un delirante attacco ai familiari di Adrovandi o peggio alle istituzioni e alle sentenze dell’autorità giudiziaria, o nientemeno che di un’intimidazione mafiosa”.

Tutte dichiarazioni “che mettono i brividi – prosegue Maccari -, per l’incredibile violenza che rappresentano considerata la falsità di ciò che asseriscono, per via della loro strumentalità, perché manifestano la chiara intenzione di zittirci e di danneggiarci pesantemente sol perché osiamo chiedere che la legge sia uguale per tutti”.

Al riparo da ogni azione giudiziaria del Coisp rimane per ora la famiglia Aldrovandi, “proprio per il rispetto dovuto al lutto – sottolinea Maccari – ed al dolore incolmabile che le ha colpite”. Maccari invece è già stato querelato dalla Moretti per diffamazione, stalking e molestie in seguito a quella che la madre di Federico ha definito “una campagna gravemente denigratoria e offensiva nei miei confronti e nei confronti della memoria di mio figlio”.

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