Il Pd ha ritirato tutti gli emendamenti sulla prima rata dell’Imu. Il braccio di ferro con il Pdl, gli appelli dei governisti dello stesso Partito Democratico e la moral suasion dello stesso esecutivo l’hanno avuta vinta. Il capogruppo in commissione Bilancio della Camera Maino Marchi, che aveva proposto uno degli emendamenti su cui erano riemerse le tensioni in maggioranza, ha spiegato che le proposte di modifica sono state ritirate perché “abbiamo avuto assicurazioni dal governo del rispetto delle richieste poste su come si chiude il 2013”. Marchi aveva proposto che l’Imu fosse reintrodotta per chi ha rendite catastali superiori ai 750 euro. La scelta è arrivata dopo un incontro con il sottosegretario Pierpaolo Baretta e a fronte di impegni da parte dal governo su cassa integrazione, misure per riportare il rapporto deficit-Pil sotto il 3% e service tax. “Continueremo – ha fatto sapere Marchi – a sollecitare sul fondo affitti”. Ma, a questo punto “ci sono le condizioni per ritirare i nostri emendamenti”. La decisione segue gli appelli ripetuti del presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia: “E’ evidente che dobbiamo decidere il modello progressivo che si applicherà – aveva detto – Penso che questo emendamento verrà ritirato. Ho fatto appello ai colleghi: i comuni hanno già incassato dal Governo le risorse”.
L’esito comunque non sorprende: segue una dinamica chiara già all’inizio della mattinata, quando si era capito che l’emendamento del deputato democratico (bersaniano) avrebbe avuto vita breve. “Abbiamo avuto piccoli episodi emotivi di polemica, ma non mi pare che siano da sopravvalutare” aveva assicurato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. E ancora di più erano risuonate chiaramente le parole del responsabile Economia del Pd Matteo Colaninno: “Non ci sono problemi sulla prima rata dell’Imu – dice il deputato democratico – Inoltre sono già stati disposti i trasferimenti ai Comuni e qualsiasi ipotesi alternativa sarebbe impossibile e ardua”. Stesso concetto che aveva espresso il presidente della commissione Bilancio di Montecitorio, Francesco Boccia durante la prima giornata di discussione quando erano esplose le polemiche intorno agli emendamenti del Pd al decreto legge sull’Imu che deve essere convertito in legge entro il 30 ottobre.
Ma la partita non è finita. Scelta Civica, infatti, insiste. Se quella del Pd poteva essere letta come una proposta “di sinistra”, quella dei montiani si fonda su una gestione responsabile dei conti (motivo per il quale lo stesso Monti ha criticato la scelta del governo dell’abolizione totale dell’imposta sulla casa. “Per ora il nostro emendamento sulla prima rata resta – dice Enrico Zanetti, responsabile politiche fiscali di Scelta Civica – Siamo pronti al ritiro se il governo assicura di avere le risorse per l’abolizione della seconda rata, che non può essere coperta con l’aumento di altre imposte”.
L’esame del decreto in commissione
Proprio per questo impasse la maggioranza ha lavorato a lungo per trovare la quadra sul decreto. Il governo, nelle commissioni Bilancio e Finanze che lavorano insieme, ha deciso di accantonare i primi due articoli e di procedere all’esame lampo del terzo, del quarto e del quinto. Le due commissioni si sono aggiornate al pomeriggio, quando riprenderanno l’esame dei rimanenti articoli e delle relative proposte di modifica. Nel primo articolo del provvedimento, che si occupa proprio dell’abolizione della prima rata dell’Imu 2013 per alcune categorie di immobili, era contenuto proprio l’emendamento del Pd, a firma di Maino Marchi, reinserito con riformulazione dopo essere stato giudicato inammissibile. La proposta di modifica dei democratici prevedeva infatti la riduzione della platea di esenti al di sotto del tetto di una rendita catastale pari a 750 euro per la prima casa. E’ su questo punto che Pdl e Pd non avevano trovato l’accordo. Uno stop che comunque rischia di far slittare l’approdo in Aula del decreto, previsto inizialmente per martedì pomeriggio.
L’idea dei democratici più inclini al dialogo resta comunque di rinviare una formulazione del pagamento dell’imposta proporzionata al patrimonio al momento in cui sarà introdotta la service tax, cioè quando sarà discussa la Finanziaria. “Per sua natura la service tax è progressiva – dice Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia (Pd) – e nella Legge di Stabilità affronteremo l’applicazione pratica di questa nuova tassa”.
Gli emendamenti di Scelta Civica restano
Scelta civica ha presentato due emendamenti sulla prima rata Imu, firmati rispettivamente da Enrico Zanetti e Andrea Romano, nonché da Gianfranco Librandi. Il primo emendamento innalza da 200 a 300 euro la franchigia, facendo pagare la residua parte dell’imposta oltre tale soglia; il secondo prevede che i redditi oltre i 55.000 euro paghino un decimo della rata di giugno. “Se il governo ha le risorse – spiega Zanetti – per coprire l’abolizione della seconda rata senza aumentare altre imposte, noi saremo felici di ritirare il nostro emendamento. Altrimenti non è una operazione seria e allora è molto meglio la nostra proposta, grazie al quale il 70% dei proprietari non pagherebbe comunque nulla, mentre il 30% pagherebbe comunque meno del 2012”. “Anziché incentivare l’immobilizzazione della ricchezza – ha detto al telefono Librandi – dovremmo favorire la mobilità del lavoro, ad esempio agevolando i giovani precari a stipulare contratti di affitto nelle città dove cercano e trovano lavoro. Il mio emendamento è un segnale in quella direzione: i più ricchi paghino (appena un decimo della prima rata Imu) e con quei soldi aiutiamo i giovani lavoratori”.
Renzi: “Per me va bene tutto, basta che si mettano d’accordo”
Qui si inserisce l’intervento di Matteo Renzi: “Si mettano d’accordo, per me va bene qualsiasi soluzione, se c’è un impegno politico lo rispettino ma al di là di questo”, dice, bisogna “smetterla di guardarsi l’ombelico”, vista la crisi che non riguarda solo l’Italia ma anche l’Europa. “Spero che il Paese colga questo momento per non continuare nei derby quotidiani”. Al cronista che gli chiedeva se pagheremo la seconda rata dell’Imu il candidato alla segreteria del Pd ha replicato: “Potrei cavarmela facilmente dicendo che ha sbagliato il destinatario della domanda…”. “Spero – ha detto Renzi – che il Paese colga questo momento per non continuare nei derby quotidiani che ci raccontano i giornali. La storia dell’Imu è fondamentale ma c’è un problema che va oltre: capiamo come facciamo ripartire l’economia nel momento in cui l’Italia ma anche l’Europa è in difficoltà”.
Brunetta: “Misura Pd da lotta di classe. Se passa, chiederemo il voto di fiducia”
Il nuovo confronto tra Pd, Pdl e Scelta Civica è tutt’altro che secondario e lo si capisce dal numero di dichiarazioni degli esponenti del Popolo delle Libertà. “Non può passare l’emendamento del Pd sulla prima casa – afferma il capogruppo a Montecitorio Renato Brunetta – Semmai dovesse passare, noi chiederemo al governo di mettere la fiducia sul’intero provvedimento, secondo la formulazione originaria proposta dal governo, per risolvere la questione. L’emendamento è sbagliato, non riguarda i ricchi, riguarda la maggioranza delle rendite catastali di Roma, ad esempio, tocca il ceto medio. Pensiamo alle nuove case delle periferie, che, avendo un catasto nuovo, poniamo una casa di 120 metri quadrati nuova, costruita negli ultimi 15 anni, paga già di più di 750 euro”. “Può essere considerato un ‘nemico di classe’ – si chiede l’ex ministro – chi abita in una casa a Roma di 36 o 41 metri quadrati, a seconda che trattasi di civile abitazione o casa popolare?”.