L’Europa ha un piano che renda più sicuro il Mediterraneo, per i disperati che l’affrontano in fuga dalla guerra e dalla miseria. E il ministro dell’Interno Angelino Alfano lascia la riunione del Consiglio dei ministri dell’Ue, a Lussemburgo, con la sensazione che “l’Unione ora ci ascolta”. Per prima cosa, viene a vedere come stanno le cose a Lampedusa: oggi, sull’isola, il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso e la responsabile degli Interni Cecilia Malmstroem, insieme al premier Enrico Letta e allo stesso Alfano, visiteranno i luoghi dell’ultima tragedia dell’immigrazione e si renderanno conto di persona della situazione.
“Voglio vedere con i miei occhi”, dice la commissaria svedese. Ieri, la tragedia di Lampedusa è stata l’argomento principale: c’è consenso sulla necessità di creare “una grande operazione Frontex di salvataggio sicuro”, che coinvolga tutti i Paesi Ue del Mediterraneo, “da Cipro alla Spagna” e che consenta di prevenire le sciagure in mare. Il presidente di turno del Consiglio, il lituano Barakauskas, è “sotto shock” dopo il rapporto Alfano: “Serve maggior cooperazione nel Mediterraneo e un approccio globale all’immigrazione”.
La Malmstroem insiste: “Dobbiamo affrontare a livello europeo le questioni di breve, medio e lungo termine, dobbiamo cooperare e dialogare”, tra paesi Ue e con “i Paesi di origine”, Marocco e Tunisia in primo luogo. Imperativi cui, però, non corrisponde, nell’immediato nessuna decisione concreta.
L’ampliamento di Frontex, che già esiste, è una proposta della Commissione: deve essere elaborata e discussa. C’è bisogno di risorse e strumenti: la volontà di fare e in fretta pare esserci, ma i tempi dell’Unione non sono mai brevi. La questione della Bossi-Fini resta fuori dalla riunione di Lussemburgo, “è problema interno”. E resta sullo sfondo l’ipotesi di modificare gli accordi sulle modalità di richiesta d’asilo nell’Unione: l’Italia lo chiede; altri Paesi, che accolgono ogni anno molti più profughi dell’Italia, nicchiano. Si sapeva che Lussemburgo non sarebbe stata la sede giusta per questa discussione. L’Italia vuole portare il problema al Vertice europeo del 24 e 25 ottobre, a Bruxelles; e la Francia potrebbe spalleggiarla.
da Il Fatto Quotidiano del 9 ottobre 2013