Una settimana dopo la strage di Lampedusa (339 corpi recuperati finora), ancora un tragico naufragio nel Canale di Sicilia che continua a essere un percorso di croci per le masse di disperati in fuga dall’Africa. La nuova sciagura – avvenuta nel tratto di mare tra Lampedusa e Malta – ha visto perdere la vita almeno 34 persone (tanti sono stati i corpi recuperati, ma continuano le ricerche), mentre soprattutto l’intervento della Marina militare italiana con due navi (la Libra e la Espero) e due elicotteri ha permesso di salvare 206 naufraghi. La zona del naufragio è al centro di un triangolo tra Malta, la Libia e Lampedusa, in una zona di competenza maltese per quanto riguarda le operazioni di ricerca e soccorso (il premier Muscat ha telefonato a Letta per ringraziarlo dell’aiuto ricevuto dagli uomini e mezzi italiani). 

Intanto continuano arrivi e sbarchi. Mentre erano ancora in corso le operazioni di soccorso nel canale di Sicilia, le motovedette della Guardia Costiera sono state impegnate anche nell’assistenza ad altre due imbarcazioni in difficoltà. Un gruppo di 85 immigrati su un gommone che avevano lanciato l’sos sono stati raccolti ad una ottantina di miglia a sud dell’isola. Un altro barcone con 183 profughi, tra i quali 34 donne e 49 bambini, è stato invece “agganciato” in prossimità dell’imboccatura del porto. Anche in questo caso i migranti stanno per essere trasferiti nel centro di prima accoglienza che in questi giorni è stato al collasso per la presenza di un numero di persone di gran lunga superiore alle sue capacità. 

Episodi che rappresentano la nuova drammatica conferma della situazione di emergenza, come ha commentato anche il presidente del consiglio Enrico Letta, che resta determinato a porre con forza il tema dell’immigrazione sul tavolo del prossimo vertice dell’Unione Europea in programma a fine mese. E proprio da Bruxelles il commissario per gli affari interni Cecilia Malmström sottolinea come sia sempre più “urgente lanciare una grande operazione Frontex per la sicurezza. Senza azioni concrete – avverte – le espressioni di solidarietà restano parole vuote”. E’ quello che sottolinea lo stesso premier maltese, Joseph Muscat: “Quante vite ancora dovranno essere perse in attesa che l’Europa si renda conto della situazione critica nel Mediterraneo?”, si è chiesto, rivolgendo a Bruxelles un appello “a non perdere più tempo con parole inutili. Il Mediterraneo è diventato un cimitero”.

Il barcone che si è rovesciato con oltre 250 persone a bordo è stato avvistato inizialmente da un aereo militare maltese in ricognizione nel Canale di Sicilia. I migranti – secondo la ricostruzione di Malta – hanno cominciato ad agitarsi per farsi notare. La ressa avrebbe provocato il capovolgimento dell’imbarcazione. Una nave militare maltese è arrivata per prima nell’area, alle 17.51 e ha iniziato le operazioni di soccorso. Poco dopo è stata raggiunta dalle navi della Marina italiana. Gli elicotteri di bordo delle due Unità, hanno lanciato dei salvagente e zattere autogonfiabili. Sono proseguite per alcune ore le operazioni di recupero dei naufraghi. Da Lampedusa sono state inviate in concorso alle operazioni di recupero, due motovedette della Capitaneria di Porto e due motovedette della Guardia di Finanza. 

Vendola: “Istituire corridoi umanitari”. Gasparri: “Giù le mani dal reato di clandestinità”
“Le nostre coscienze non possono permettere ancora nuove stragi: istituire corridoi umanitari. Subito”, chiede il leader di Sel, Nichi Vendola. Per Khalid Chaouki (Pd) “non possiamo continuare ad assistere a un simile, terribile stillicidio senza intervenire. E’ indispensabile organizzare al più presto un presidio europeo sulle coste libiche per prevenire nuovi naufragi”. Maurizio Gasparri (Pdl) ne approfitta per sottolineare che “non è la legge Bossi-Fini che causa le morti. Sono anche frutto della demagogia di chi fa facili annunci, frutto delle guerre sbagliate in Libia, di chi vuole smantellare norme per favorire i mercanti di morte. Giù le mani dal reato di clandestinità”. E l’europarlamentare leghista Mario Borghezio si chiede se “di fronte a questo ultimo gravissimo evento, i soliti noti avranno ancora la faccia di bronzo di presentarsi a Lampedusa a ripetere i loro inutili bla bla”.

C’è bisogno di cambiare le leggi perché chiedere il diritto di asilo a nuoto non può essere più accettabile per l’Europa: bisogna cambiare le politiche di asilo e poi cambiare quelle di accoglienza” dice il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini intervistata dal TgLa7“E’ urgente – prosegue – bisogna che l’Europa si renda conto che non può esistere una diga nel Mediterraneo,che Lampedusa non può essere la frontiera di Europa perché è un’isola troppo piccola e va cambiato tutto. Queste persone non vanno lasciate morire – aggiunge Nicolini -. Tutto questo è una grande farsa per cui si pagano prezzi altissimi, vite umane e sacrifici di luoghi di confine come Lampedusa”.

Il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, a Felino (Parma) per partecipare al festival “Ottobre Africano”, ha chiesto un minuto di silenzio: “I morti non sono morti, ma sono qui con noi”.  Sul reato di clandestinità il ministro spiega: ”E’ un percorso lungo e abbiamo fatto i primi passi. Un primo approccio c’è stato, ora però serve un progetto condiviso più che dal punto di vista giuridico dal punto di vista culturale. Sono cambiamenti da fare insieme, nella condivisione, nel confronto, nella partecipazione. Questo è il mio metodo”. 

Malmstrom (Ue): “Urgente lanciare operazione Frontex”
La nuova tragedia avvenuta nel Mediterraneo dimostra come sia sempre più “urgente lanciare una grande operazione Frontex per la sicurezza” sottolinea in una nota il commissario Ue per gli Affari interni Cecilia Malmstrom. “Senza azioni concrete le espressioni di solidarietà restano parole vuote”, aggiunge Malmstrom. La nuova “orribile” tragedia sta avvenendo “mentre abbiamo ancora impresse nella nostra mente le immagini scioccanti” delle conseguenze del naufragio avvenuto la scorsa settimana. Un evento che “sottolinea con ancora maggior forza quanto sia urgente una grande operazione di sicurezza Frontex nel Mediterraneo, che vada da Cipro alla Spagna, per individuare e assistere le imbarcazioni in difficoltà. Rilancio il mio appello a tutti i Paesi membri – prosegue il commissario Ue – perché rendano immediatamente disponibili le risorse necessarie per definire i dettagli dell’operazione Frontex”.

All’indomani della tragedia di Lampedusa, secondo Malmstrom, “abbiamo sentito espressioni di solidarietà provenienti da tutti i Paesi Ue, ma queste resteranno solo parole vuote se non saranno seguite da azioni concrete. Lancio un appello anche ai paesi nordafricani ed in particolare alla Libia, per combattere con maggior efficacia i criminali che mettono queste persone su imbarcazioni precarie e organizzano questi viaggi della morte. Voglio anche ribadire il mio appello ai Paesi membri per un maggiore impegno nella ripartizione dei rifugiati in modo da consentire che essi siano maggiormente protetti nell’Ue”.

La Croce Rossa: “L’Europa si prenda le sue responsabilità”
Al commissario Malmstrom risponde indirettamente il presidente nazionale della
Croce rossa italiana Francesco Rocca: “Bisogna adottare provvedimenti urgenti per aprire corridoi umanitari, non c’è più tempo da perdere. Lampedusa e l’Italia sono il confine sud dell’Europa: le istituzioni nazionali e comunitarie devono garantire un approdo sicuro a chi sta scappando da guerre e dittature, a chi cerca protezione umanitaria. In questo modo si colpirebbero anche i trafficanti di uomini e si potrebbe fermare questa strage continua. L’Europa si prenda immediatamente le proprie responsabilità con una scelta di garanzia e di sicurezza per chi affronta il viaggio della speranza in mare”.

Ad agosto La Valletta rifiutò 102 naufraghi poi accolti dall’Italia
Le acque maltesi sono state teatro in passato di altre grandi tragedie. Il 25 dicembre 1996, notte di Natale, in 300 annegarono dopo lo scontro tra un cargo libanese e una motonave. Il 24 settembre 2008 una decina di extracomunitari morirono nel naufragio di una “carretta del mare”. Tragedia analoga il 6 aprile 2011, quando un barcone si rovesciò a poche miglia dall’isola: in 51 si salvarono, ma a bordo erano in 300. Lo scorso agosto La Valletta aveva rifiutato di far sbarcare 102 naufraghi poi fatti arrivare a Siracusa.

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