L’ex ufficiale delle Ss Erich Priebke è morto oggi a Roma: aveva compiuto 100 anni il 29 luglio scorso tra le polemiche di chi avrebbe voluto festeggiarlo come un eroe e chi si oppose fermamente manifestando tutto il proprio sdegno con cartelloni e sit in di protesta. A darne notizia il suo legale Paolo Giachini che ha informato i giornalisti dell’esistenza di una intervista scritta e un video, “testamento umano e politico” lasciate dall’ex nazista come “ultimo lascito” testimonianza della “dignità” con cui Priebke ha sopportato – secondo Giachini – la sua “persecuzione facendone esempio di coraggio, coerenza e lealtà“.

“NON RINNEGO IL MIO PASSATO” – In occasione dei suoi 100 anni Priebke aveva rilasciato un’intervista-testamento che sarebbe stata resa nota appunto solo il giorno della morte. Nel testo, il boia delle Ardeatine non rinnega il suo passato: “Ho scelto di essere me stesso“, dice e, alla domanda se si senta ancora nazista risponde: “La fedeltà al proprio passato è qualche cosa che ha a che fare con le nostre convinzioni. Si tratta del mio modo di vedere il mondo, i miei ideali, quello che per noi tedeschi fu la Weltanschaung ed ancora ha a che fare con il senso dell’amor proprio e dell’onore. La politica è un’altra questione. Il nazionalsocialismoè scomparso con la sconfitta e oggi non avrebbe comunque nessuna possibilità di tornare”. Secondo Priebke non solo “nei campi di concentramento le camere a gas non si sono mai trovate, salvo quella costruita a guerra finita dagli americani a Dachau”, ma “c’erano immense cucine in funzione per gli internati e all’interno anche un bordello per le loro esigenze”. E l’Olocausto? Nient’altro che “manipolazione delle coscienze” visto che “le nuove generazioni, a cominciare dalla scuola, sono state sottoposte al lavaggio del cervello, ossessionate con storie macabre per assoggettarne la libertà di giudizio”.

CHI ERA ERICH PRIEBKE, BOIA DELLE ARDEATINE – Condannato all’ergastolo per aver partecipato sia alla pianificazione, sia alla realizzazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine – durante il quale, il 24 marzo del 1944, vennero fucilati 335 civili italiani a Roma come rappresaglia per un attacco partigiano che aveva provocato la morte di 33 militari tedeschi – Priebke, dopo una lunga latitanza in Argentina, fu fermato nel 1994 da una troupe della televisione americana Abc, che gli chiese se fosse proprio lui l’ex capitano delle Ss. L’ex nazista fu quindi arrestato ed estradato in Italia nel 1995 e imputato di concorso in violenza con omicidio continuato in danno di cittadini italiani. Il Tribunale militare ordinò la scarcerazione dichiarando il “non doversi procedere, essendo il reato estinto per intervenuta prescrizione”. La Corte di Cassazione annullò però la sentenza e dispose un nuovo processo a suo carico. Nel marzo 1998, la Corte d’appello militare lo condannò all’ergastolo. A causa dell’età avanzata, però, l’ex Ss ottenne gli arresti domiciliari.

LE POLEMICHE PER I SUOI 100 ANNI IL 29 LUGLIO 2013 – Il 29 luglio scorso l’ex ufficiale nazista ha compiuto 100 anni. Tensioni e parapiglia ci furono sotto la sua casa in zona Boccea, a Roma. Sotto l’abitazione dell’ex capitano delle SS naziste, i manifestanti esposero diverse bandiere di Israele con la stella di David e alcuni manifesti con scritto “lui può festeggiare il suo compleanno, le sue vittime no”. Sulle auto del quartiere su altri volantini c’era scritto “Quando si è assassini l’età non conta. Diciamo no alle feste di compleanno per l’assassino nazista”. Poi la commossa lettura dei nomi delle 335 vittime delle Fosse Ardeatine, pronunciati al megafono.

PACIFICI: “FARA’ I CONTI CON GLI ANGELI DELLE ARDEATINE” – L’ex nazista è deceduto proprio nel giorno in cui in Vaticano il Papa ha ricordato il 70° della deportazione degli ebrei di Roma (16 ottobre 1943). Oggi Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e una delegazione della comunità ebraica di Roma. “Di fronte alla morte di Priebke non si piange e non si ride perché in nessuno dei due casi le vittime potrebbero tornare indietro, in vita. Resta l’amarezza per una figura che non si è mai pentita di ciò che ha compiuto e si è sporcata le mani di sangue come tutte le truppe naziste. Ora le sue vittime sono ad attenderlo lassù in cielo, nella speranza che ci sia giustizia divina – ha commentato Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma – Esistono delle certezze nella religione. Quelli delle Fosse Ardeatine sono degli angeli e si occuperanno di lui per l’eternità. Priebke farà i conti con loro nell’altro mondo”. Il presidente dell’Anpi Roma Francesco Polcaro, ha sottolineato i tanti anni di impunità di “un assassino che ha ucciso più persone di un serial killer, che non si è mai pentito di quello che ha fatto e che peraltro ha vissuto una vita lunghissima in parte anche felice”. Il vicepresidente Elena Improta si è augurata “che questa morte non alimenti rigurgiti neonazisti. Davanti alla morte siamo tutti uguali ma di fronte a quella di un uomo che ha seminato morte occorre fermarsi a riflettere”. “Non ho mai trattato un caso di un nazista che fosse dispiaciuto o mostrasse rimorso per i suoi crimini e Erich Priebke era certamente di quel genere”, ha detto Efraim Zuroff del Centro Wiesenthal.

SUI SOCIAL SI FESTEGGIA LA MORTE DELL’EX NAZISTA – A pochi minuti dalla notizia della morte su Twitter il suo nome è fra i trend topic sia italiani che mondiali. La maggior parte dei commenti è volta a festeggiare la morte del boia delle Ardeatine. Da chi scrive che “finalmente ha ricevuto l’ordine giusto” a chi commenta il suo essere arrivato a festeggiare i 100 anni a luglio con un “la giustizia non è di questa terra”. Priebke, nei tweet, viene descritto come “quello che ci ha dimostrato che non esiste giustizia divina” e per il quale “era già pronto il coccodrillo, animale indicato”. E poi ancora qualcuno ricorda le sue parole sull’eccidio “sparare fu terribile ma dopo due colpi mi sentii sollevato” rispondendo: “Ora siamo noi a sentirci sollevati”. Ma nella maggior parte dei casi gli utenti di Twitter si augurano solo che Priebke ora sia “tornato a casa, leggasi inferno” e che “dopo 70 anni anche lui faccia i conti con l’aldilà“: “Lassù da qualche parte 335 anime lo stanno aspettando dal 24 marzo 1944. Gli auguro un caloroso saluto”. 

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