Legge sugli stadi, nuovo tentativo. Esattamente un anno fa la “Disposizione per favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi” promossa dal senatore Pdl Alessio Butti (ma anche da altri esponenti bipartisan) si arenava al Senato: troppe le zone d’ombra nel testo, pesante l’accusa di essere un “favore” a certi presidenti ed avallare pericolose speculazioni edilizie. Adesso il Pd ci riprova, con un testo che promette di “garantire l’interesse della collettività” (e non solo quello economico dei costruttori).
La firma è quella di Dario Nardella, deputato e braccio destro di Matteo Renzi di cui è pure vicesindaco a Firenze, che presenta la nuova legge “per il rilancio dello sport italiano” (dopo che il testo era stato anticipato nelle scorse settimane da Repubblica). La finalità resta la stessa: permettere la realizzazione in tempi brevi di nuovi impianti sportivi, inseriti in complessi multifunzionali, così da permettere alle società italiane di colmare il gap rispetto al resto d’Europa (dove persino i club di categorie inferiori possiedono stadi moderni e estremamente redditizi). La discontinuità rispetto al passato, però, è evidente: il complesso multifunzionale, infatti, potrà comprendere “ogni altro insediamento edilizio purché a destinazione non residenziale”. Era questo il punto più controverso del vecchio disegno di legge: la possibilità di costruire, con la scusa dell’impianto sportivo, interi quartieri, in deroga alle normali procedure edilizie. La clausola posta dall’articolo 2 del testo elaborato da Nardella dovrebbe frenare le speculazioni.
Altra novità sostanziale è l’introduzione della gara d’appalto, per una maggiore trasparenza. Il ddl Butti prevedeva l’assegnazione diretta del terreno alla società proponente; adesso, invece, “l’esecuzione del progetto è affidata previo esperimento di gara comunitaria”, in cui il promotore mantiene un “diritto di prelazione”: in caso non risulti vincitore, entro quindici giorni può diventare aggiudicatario impegnandosi a pareggiare, alle medesime condizioni, l’offerta vincitrice.
Per il resto, gli studi di impatto ambientale e la partecipazione alla conferenza istruttoria di “tutti i soggetti ordinariamente titolari di competenza” garantiscono il rispetto dei vincoli. E l’articolo 3 che regola il “procedimento autorizzatorio” fissa delle precise scadenze temporali (la cui violazione è passibile anche di risarcimento danni), che circoscrivono la durata dell’intero iter ad un massimo di 340 giorni, meno di un anno.
Il mondo dello sport spera che questa possa essere la volta buona. Anche perché nel frattempo la situazione non è cambiata: a parte le eccezioni di Torino e presto di Udine, gli stadi calcistici (ma anche gli impianti di altre discipline: si pensi ai palazzetti dello sport del basket) sono vecchi, a volte fatiscenti, sempre più vuoti. Per questo – e per le sollecitazioni che continuano ad arrivare dal presidente del Coni, Giovanni Malagò – il governo Letta ribadisce che “la legge sugli stadi è una delle priorità dell’esecutivo”, come spiegato dal ministro che ha la delega allo sport, Graziano Delrio: “Mi sono impegnato personalmente a coordinare le iniziative parlamentari. Entro la fine dell’anno dobbiamo riuscire a concludere”. Parole risolute, che alimentano le indiscrezioni di un possibile decreto legge in arrivo.
Intanto, però, c’è il testo di Nardella. Che “sicuramente rappresenta un sostanziale passo in avanti rispetto al passato”, come sottolinea Roberto Della Seta, ex presidente della commissione Ambiente al Senato del Pd, tra i principali oppositori della vecchia legge: “L’elemento deteriore delle aree residenziali è stato eliminato. Resta però qualche perplessità su alcuni punti che potevano essere meglio specificati”. Manca, ad esempio, un limite di cubatura per i poli multifunzionali da corredare allo stadio: l’unica proporzione indicata è “ai fini del complessivo equilibrio economico dell’intervento”. “E non c’è nessun riferimento alla necessità di ubicare il progetto in zone servite da mezzi pubblici su ferro”, aggiunge Della Seta. “Si tratta comunque di una buona legge”, conclude l’ex senatore Pd. “Nel corso dell’iter parlamentare potrebbe essere ulteriormente migliorata. Ma anche peggiorata: chi l’ha promossa dovrà tenere gli occhi aperti e difendere il testo dalle imboscate che sicuramente non tarderanno ad arrivare”.
Twitter: @lVendemiale
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Stadi, “no speculazioni e più trasparenza”: il ddl “renziano” può essere quello buono
Il testo di Nardella, braccio destro di Renzi, potrebbe essere giusto per passare velocemente in Parlamento. Tra le novità c'è anche l'introduzione della gara d'appalto. Il ministro Delrio: "Entro la fine dell'anno dobbiamo riuscire a concludere"
Legge sugli stadi, nuovo tentativo. Esattamente un anno fa la “Disposizione per favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi” promossa dal senatore Pdl Alessio Butti (ma anche da altri esponenti bipartisan) si arenava al Senato: troppe le zone d’ombra nel testo, pesante l’accusa di essere un “favore” a certi presidenti ed avallare pericolose speculazioni edilizie. Adesso il Pd ci riprova, con un testo che promette di “garantire l’interesse della collettività” (e non solo quello economico dei costruttori).
La firma è quella di Dario Nardella, deputato e braccio destro di Matteo Renzi di cui è pure vicesindaco a Firenze, che presenta la nuova legge “per il rilancio dello sport italiano” (dopo che il testo era stato anticipato nelle scorse settimane da Repubblica). La finalità resta la stessa: permettere la realizzazione in tempi brevi di nuovi impianti sportivi, inseriti in complessi multifunzionali, così da permettere alle società italiane di colmare il gap rispetto al resto d’Europa (dove persino i club di categorie inferiori possiedono stadi moderni e estremamente redditizi). La discontinuità rispetto al passato, però, è evidente: il complesso multifunzionale, infatti, potrà comprendere “ogni altro insediamento edilizio purché a destinazione non residenziale”. Era questo il punto più controverso del vecchio disegno di legge: la possibilità di costruire, con la scusa dell’impianto sportivo, interi quartieri, in deroga alle normali procedure edilizie. La clausola posta dall’articolo 2 del testo elaborato da Nardella dovrebbe frenare le speculazioni.
Altra novità sostanziale è l’introduzione della gara d’appalto, per una maggiore trasparenza. Il ddl Butti prevedeva l’assegnazione diretta del terreno alla società proponente; adesso, invece, “l’esecuzione del progetto è affidata previo esperimento di gara comunitaria”, in cui il promotore mantiene un “diritto di prelazione”: in caso non risulti vincitore, entro quindici giorni può diventare aggiudicatario impegnandosi a pareggiare, alle medesime condizioni, l’offerta vincitrice.
Per il resto, gli studi di impatto ambientale e la partecipazione alla conferenza istruttoria di “tutti i soggetti ordinariamente titolari di competenza” garantiscono il rispetto dei vincoli. E l’articolo 3 che regola il “procedimento autorizzatorio” fissa delle precise scadenze temporali (la cui violazione è passibile anche di risarcimento danni), che circoscrivono la durata dell’intero iter ad un massimo di 340 giorni, meno di un anno.
Il mondo dello sport spera che questa possa essere la volta buona. Anche perché nel frattempo la situazione non è cambiata: a parte le eccezioni di Torino e presto di Udine, gli stadi calcistici (ma anche gli impianti di altre discipline: si pensi ai palazzetti dello sport del basket) sono vecchi, a volte fatiscenti, sempre più vuoti. Per questo – e per le sollecitazioni che continuano ad arrivare dal presidente del Coni, Giovanni Malagò – il governo Letta ribadisce che “la legge sugli stadi è una delle priorità dell’esecutivo”, come spiegato dal ministro che ha la delega allo sport, Graziano Delrio: “Mi sono impegnato personalmente a coordinare le iniziative parlamentari. Entro la fine dell’anno dobbiamo riuscire a concludere”. Parole risolute, che alimentano le indiscrezioni di un possibile decreto legge in arrivo.
Intanto, però, c’è il testo di Nardella. Che “sicuramente rappresenta un sostanziale passo in avanti rispetto al passato”, come sottolinea Roberto Della Seta, ex presidente della commissione Ambiente al Senato del Pd, tra i principali oppositori della vecchia legge: “L’elemento deteriore delle aree residenziali è stato eliminato. Resta però qualche perplessità su alcuni punti che potevano essere meglio specificati”. Manca, ad esempio, un limite di cubatura per i poli multifunzionali da corredare allo stadio: l’unica proporzione indicata è “ai fini del complessivo equilibrio economico dell’intervento”. “E non c’è nessun riferimento alla necessità di ubicare il progetto in zone servite da mezzi pubblici su ferro”, aggiunge Della Seta. “Si tratta comunque di una buona legge”, conclude l’ex senatore Pd. “Nel corso dell’iter parlamentare potrebbe essere ulteriormente migliorata. Ma anche peggiorata: chi l’ha promossa dovrà tenere gli occhi aperti e difendere il testo dalle imboscate che sicuramente non tarderanno ad arrivare”.
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Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Le "elite di sinistra" si sono "recentemente indignate per il discorso di JD Vance a Monaco in cui il vicepresidente ha giustamente affermato che prima di discutere di sicurezza, dobbiamo sapere cosa stiamo difendendo. Non stava parlando di tariffe o bilance commerciali su cui ognuno difenderà i propri interessi preservando la nostra amicizia". Mo ha sottolineato la premier Giorgia Meloni nel suo intervento al Cpac.
"Il vicepresidente Vance stava discutendo di identità, democrazia, libertà di parola. In breve, il ruolo storico e la missione dell'Europa. Molti hanno finto di essere indignati, invocando l'orgoglio europeo contro un americano che osa farci la predica. Ma lasciate che ve lo dica io, da persona orgogliosa di essere europea - ha detto ancora - Innanzitutto, se coloro che si sono indignati avessero mostrato lo stesso orgoglio quando l'Europa ha perso la sua autonomia strategica, legando la sua economia a regimi autocratici, o quando i confini europei e il nostro stile di vita sono stati minacciati dall'immigrazione illegale di massa, ora vivremmo in un'Europa più forte".
(Adnkronos) - "I nostri avversari - ha detto Meloni- sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni si smentiranno. So che alcuni di voi potrebbero vedere l'Europa come lontana o addirittura lontana o addirittura perduta".
"Vi dico che non lo è. Sì, sono stati commessi degli errori. Le priorità sono state mal riposte, soprattutto a causa delle classi dominanti e dei media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "So che con Donald Trump alla guida degli Stati Uniti, non vedremo mai più il disastro che abbiamo visto in Afghanistan quattro anni fa. Quindi sicurezza delle frontiere, sicurezza delle frontiere, sicurezza energetica, sicurezza economica, sicurezza alimentare, difesa e sicurezza nazionale per una semplice ragione. Se non sei sicuro, non sei libero". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "C'è una crescente consapevolezza. C'è una crescente consapevolezza in Europa che la sicurezza è ora la massima priorità. Non puoi difendere la tua libertà se non hai i mezzi o il coraggio per farlo. La felicità dipende dalla libertà e la libertà dipende dal coraggio. Lo abbiamo dimostrato quando abbiamo fermato le invasioni, conquistato le nostre indipendenze e rovesciato i dittatori". Così la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.
"E lo abbiamo fatto insieme negli ultimi tre anni in Ucraina, dove un popolo orgoglioso combatte per la propria libertà contro un'aggressione brutale. E dobbiamo continuare oggi a lavorare insieme per una pace giusta e duratura. Una pace che può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con forti leadership".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - In Ucraina "un popolo coraggioso combatte contro una brutale aggressione". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "I nostri avversari sperano che Trump si allontani da noi. Io lo conosco, e scommetto che dimostreremo che si sbagliano. Qualcuno può vedere l'Europa come distante, lontana. Io vi dico: non è così". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio alla convention Cpac a Washington.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "La propaganda diceva che un governo conservatore avrebbe isolato l'Italia, avrebbe scoraggiato gli investitori, avrebbe soppresso le libertà, ma erano fake. L'Italia sta meglio, l'economia cresce" l'arrivo di migranti "si è ridotto del 60%. Stiamo facendo aumentare le libertà in tutti gli aspetti della vita del paese". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.