Balzo dell’inchiesta sull’aeroporto di Rimini. Nel registro degli indagati ora risultano iscritti il presidente della Provincia e il sindaco Andrea Gnassi. Per i due amministratori Pd la Procura ipotizza i reati di falso in bilancio e ricorso fraudolento al credito. In ballo c’è il ruolo degli enti pubblici riminesi nel pompare finanziamenti ad Aeradria, la società di gestione del “Fellini” che ha accumulato negli ultimi anni tra i 40 e i 50 milioni di euro di debiti. Vitali e Gnassi erano già stati sentiti nei mesi scorsi come persone informate sui fatti quando l’inchiesta sul dissesto dell’aeroporto era appena partita: ora ulteriori accertamenti del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Rimini recapitati al sostituto procuratore Gemma Gualdi, titolare dell’inchiesta, imputano ai due principali politici riminesi un concorso in diverse irregolarità contabili.
Per quanto riguarda il ricorso fraudolento al credito, la lente degli investigatori si è soffermata sulle ormai celebri “lettere di patronage” tramite cui Provincia e Comune (in possesso rispettivamente del 38,12% e del 18,11% di Aeradria, che con il nuovo corso è stata consegnata ai privati) in questi anni hanno garantito sui prestiti chiesti alle banche e indispensabili per tenere in vita Aeradria. Sul periodo 2009-2013, i finanzieri hanno messo nel mirino un finanziamento di 1,2 milioni di euro ottenuto alla Cassa di Risparmio di Rimini nel dicembre 2011. Per la Procura, in sostanza, il “patronage” è stato un espediente per dissimulare la vera entità dello stato dei conti della società di Miramare.
Non solo: è probabile che a breve saranno chiesti chiarimenti sugli altrettanto celebri contributi di co-marketing assegnati alle compagnie aeree, in primis Wind Jet negli anni d’oro del “Fellini”, che negli ultimi bilanci hanno rappresentato fino al 70% dei costi d’esercizio. E non appare un caso che l’iscrizione di Vitali e Gnassi nel registro degli indagati (ufficialmente non confermata dalla Procura) emerga a poca distanza dal fallimento di Air, la società di servizi controllata al 51% da Aeradria che ha accusato un buco di quasi 800 mila euro nel consuntivo 2011 innescando, come si vede, un effetto domino che non risparmia la casa madre e i suoi soci.
Le indiscrezioni su presidente della Provincia e sindaco, inoltre, arrivano qualche giorno dopo che il commissario giudiziale Renato Santini– un po’ a sorpresa- ha chiesto la revoca del concordato di continuità per la società del “Fellini” (una prima domanda di concordato era già stata bocciata in maggio) che avrebbe dovuto ottenere l’omologa definitiva il prossimo 23 ottobre all’assemblea dei creditori (nella quale proprio la Cassa di Rimini figura con quasi 10 milioni). A questo punto la situazione si fa sempre più critica anche se il nuovo Cda, presieduto dal manager Alitalia Maurizio Tucci, ha già annunciato un nuovo piano industriale per superare gli ultimi rilievi e rilanciato l’azione di contenimento dei costi in atto.
Intanto, nonostante un loro coinvolgimento nell’indagine di cui in realtà si sussurra da tempo in riviera, i due diretti interessati si dicono tranquilli, rivendicano il sostegno all’aeroporto dato “in trasparenza” e contrattaccano. Vitali si lamenta della “fuga di notizie alla riminese” e annuncia di volerne parlare col presidente del tribunale e col prefetto, Gnassi rimarca sull’importanza dello scalo per il tessuto economico della provincia e per i posti di lavoro salvati. Dà loro manforte il deputato e segretario del Pd riminese, Emma Petitti, che esprime “solidarietà e totale sostegno verso i nostri due amministratori, ribadendo fiducia nell’operato della magistratura e confidando che possa essere fatta chiarezza in tempi brevi. L’aeroporto di Rimini- sottolinea Petitti- è un’infrastruttura troppo importante per il nostro territorio, e tutte le azioni portate avanti in questi anni, nella massima trasparenza, hanno avuto come obiettivo assicurarne lo sviluppo, la continuità della gestione e la tutela degli occupati. Auspico perciò che il concordato di continuità sia confermato e che il piano industriale di rilancio possa realizzarsi al più presto. Questo non è il momento di speculazioni politiche sul Fellini”.