A festeggiare sono, ancora una volta, le banche. Gli istituti di credito, grazie alla nuova Legge di Stabilità, potranno godere di un’anticipazione delle detrazioni fiscali su Ires e Irap, che ridurrà il loro carico fiscale – secondo uno studio di Mediobanca Securities – di oltre un miliardo di euro solo nel prossimo biennio e solo per i primi nove istituti. Il testo, approvato dal Consiglio dei ministri martedì scorso, prevede infatti che le svalutazioni e le perdite sui crediti saranno deducibili nell’esercizio in cui sono state imputate a bilancio e nei quattro anni successivi e non più in 18 anni come è stato finora. L’impatto potenziale della Legge di Stabilità sull’utile netto delle banche per quanto riguarda il 2015, stando alle stime della Banca Imi (gruppo Intesa), sarà quindi dell’11 per cento.

L’aiutino del governo è prezioso per le banche che lo chiedevano da tempo a gran voce per bocca dell’Abi. Il motivo è molto semplice: in vista dei controlli della vigilanza comunitaria sul patrimonio bancario per il passaggio alla vigilanza europea e, ancor prima, dell’applicazione dei nuovi parametri di patrimonializzazione di Basilea, gli istituti italiani da mesi stanno facendo una costosa pulizia in bilancio sotto la spinta di Bankitalia. E così, complici gli errori del passato nella concessione dei prestiti a personaggi che non hanno onorato il debito come i vari Zaleski (Intesa Sanpaolo) o Ligresti (Unicredit), stanno incassando obtorto collo una perdita via l’altra.

La manina dello Stato a ridosso della chiusura dei bilanci, è arrivata quindi come la manna dal cielo. A guadagnarci di più – secondo Banca Imi – sarà Unicredit, che avrà quest’anno un beneficio fiscale di 271 milioni di euro, che diventeranno 236 nel 2014 e 219 nel 2015. Ma anche gli altri istituti non resteranno a bacca asciutta: Monte dei Paschi di Siena avrà un beneficio di 101 milioni nell’anno in corso, una cifra che scende a 49 milioni per Banco popolare e a 45 milioni per il gruppo Ubi.

I vantaggi per le banche legati alla Legge di Stabilità sono confermati anche dagli analisti di Mediobanca Securities, che stimano un aumento medio dell’utile per azione pari al 7% nel 2014, prevedendo che nel 2015 l’impatto si ridurrà a +5% per effetto di un calo delle perdite sui crediti. Gli istituti che beneficeranno di più del provvedimento, secondo lo studio di Piazzetta Cuccia, saranno Bper e Creval, con un aumento potenziale fino al 20% degli utili attesi nel 2014, una percentuale che scende al 6% per Intesa Sanpaolo.

“A nostro avviso, il motivo che sta dietro la riduzione del peso fiscale delle banche è la necessità di accelerare il flusso di credito all’economia reale”, commenta Mediobanca. “In un contesto macro già instabile, la distorsione generata dalla peculiarità del trattamento fiscale delle perdite su crediti agisce infatti come un incentivo a stringere ulteriormente gli standard di credito”, aggiunge, ribadendo come il regime fiscale penalizzante per le banche sia uno dei motivi per l’elevato stock di crediti deteriorati in Italia.

Le banche, come ricordano gli analisti di Mediobanca, potranno così “rafforzare i loro tassi di copertura alla luce dell’asset quality review“, ovvero la valutazione degli attivi bancari che sarà effettuata dalla Bce in vista del passaggio alla vigilanza bancaria unica europea previsto l’anno prossimo. La conferma è arrivata anche dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, che – secondo quanto riferiscono alcuni partecipanti – ha assicurato in un incontro con la stampa estera a Roma che le banche italiane non hanno nulla da temere dalla revisione della qualità degli attivi che farà la Bce e dagli stress test dell’Eba.

Saccomanni ha ricordato nei giorni scorsi che gli istituti di credito potranno poi contare sulla revisione della contabilizzazione delle quote della Banca d’Italia, che “darà risultati tra fine 2013 e inizio dell’anno prossimo”. Le banche, principali azionisti di Via Nazionale, sono infatti desiderose, se non su una soddisfacente liquidazione della propria quota nella banca centrale, quanto meno di una nuova valutazione che contribuisca a migliorare il loro stato patrimoniale, a partire da Banca Marche, Intesa SanPaolo e Unicredit.

Non solo. Nuovi aiuti pubblici alle banche sono previsti anche dal piano casa tanto voluto dal ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, grazie al quale gli istituti di credito potranno ricevere direttamente dalla Cassa depositi e prestiti la liquidità necessaria per finanziare l’erogazione di “mutui garantiti da ipoteca su immobili residenziali” e far passare in capo alla Cdp parte dei vecchi crediti. Il cerchio si chiude apputno con l’ultimo provvedimento che, di fatto, consente agli istituti di riuscire nell’impresa di portare a casa dei profitti dai prestiti concessi a cuor leggero nel passato.

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