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La manifestazione di Roma e il feticismo mediatico

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“Stop sfratti sgomberi pignoramenti” è scritto nello striscione che vedi mentre c’è l’assemblea plenaria di chi è rimasto a occupare Porta Pia. Le istanze sono dedicate a diritto abitativo, precarietà, richiesta di reddito, riforma welfare perché che si capisca o meno quando dentro i palazzi si dice “crisi” ciò si traduce in tagli, smantellamento dello stato sociale, violazione di diritti. 

Cosa dovrebbero fare 80.000 persone per raccontare un’emergenza della quale nessuno sembra voler occuparsi? Che non importi a nessuno lo vediamo da quel che i media hanno riportato. Tutte le maggiori testate italiane, salvo qualcuna, soffrono di feticismo da “blecche blocche”, e se non è di quello che si parla allora spacciano foto da collezione autunno/inverno, i volti, il look, dei e delle manifestanti, con relativa donnificazione degli eventi.

Non so se questo accada per una strana analogia che in ogni caso riguarda la sfera del desiderio. Porno mostruosità per porno indignazione o sessismo da fotografia all’attivista che attizza perché le donne è sempre bene descriverle come soggetti non pensanti, mercificabili, anche se hanno pensieri e li esprimono in piazza.

Poi c’è l’altro feticismo da mammologia applicata. Addirittura concentrarsi sulle mamme con passeggini che educherebbero i giovani “violenti”. Nel senso che alle donne viene assegnata la responsabilità di dare appeal estetico alla manifestazione oppure, ancora, quella di svolgere il ruolo di cura.

Quel che succede, insomma, è che alla fine non si parla delle questioni che portano in piazza migranti, studenti, precari, persone che non possono godere di alcuna sovranità territoriale, sulle cui teste si decide di costruire grandi opere che hanno ampiamente mostrato di non preferire.

A Roma si è reso visibile un movimento ampio che unisce più ragioni e intende andare avanti per tentare di influenzare l’agenda politica del Paese. Chi desidera che tutto continui come prima li ignorerà o li chiamerà “violenti”. Anzi, non vedo l’ora di leggere della confessione fake del black bloc pentito. Chi avrà voglia invece di confrontarsi con un movimento orizzontale che rifiuta leadership, non risponde ad alcun partito politico, ha molto da raccontare, allora dovrà sforzarsi di fare molto più di così.

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