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Ue, allarme di Barroso: “A novembre finiremo i soldi per i finanziamenti”

Il presidente della Commissione avverte il numero uno dell'Europarlamento che senza un accordo non sarà più possibile erogare i fondi. Lo scoperto è dovuto a mancati introiti doganali, con un buco di 2,7 miliardi che ora Bruxelles chiede agli Stati di riempire immediatamente
Ue, allarme di Barroso: “A novembre finiremo i soldi per i finanziamenti”
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Senza un accordo da metà novembre la Commissione Ue “non avrà più i soldi per pagare” le fatture con cui vengono erogati i finanziamenti europei, fondi strutturali compresi. E’ l’allarme lanciato dal presidente della Commissione, José Manuel Barroso, in una telefonata fatta stamane al presidente dell’Europarlamento Martin Schulz.

A dare conto della telefonata e dell’urgenza della questione sollevata da Barroso è stato lo stesso Schulz aprendo la sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. “Barroso mi ha telefonato e informato che a metà novembre non avrà più soldi per pagare le fatture attraverso cui vengono erogati i finanziamenti Ue”, ha detto, sottolineando che “siamo arrivati fin qui perché gli Stati membri non hanno rispettato i loro impegni”. Per approvare in tempi rapidi un bilancio rettificato, il presidente del Parlamento ha quindi proposto una riunione straordinaria della commissione bilancio per domani e, qualora i nuovi conti venissero approvati, il via libera della plenaria mercoledì o giovedì.

Lo scoperto è dovuto a mancati introiti doganali causati dalla crisi, con un buco di 2,7 miliardi che ora la Commissione Ue chiede agli Stati di riempire immediatamente. Fino ad ora si attendeva, su pressioni di Berlino, di modificare il bilancio una sola volta, includendo i 2,7 miliardi, i 3,9 miliardi aggiuntivi proposti proprio dagli eurodeputati e non ancora stanziati, oltre ai 400 milioni destinati a compensare i danni subiti dalle alluvioni. L’allarme della Commissione potrebbe ora scorporare il pacchetto, con il Parlamento che teme di veder così rimandato lo stanziamento aggiuntivo di 3,9 miliardi. “Come può la Commissione scoprire venerdì pomeriggio che non ha più soldi? E’ incredibile”, è la battuta finale del capogruppo dei verdi, Daniel Cohn Bendit.

Mentre per il leghista Mario Borghezio “suona come un cattivo presagio sul futuro di questa Europa. Gli elettori premieranno le nostre forze cosiddette populiste, che hanno avuto il merito di denunciare profeticamente i guasti economici, sociali e finanziari del moloch di Bruxelles”.

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