Versione in costume e corona di Die Hard, Miss Italia è davvero dura a morire. E dopo la cacciata dalla Rai e un tira e molla lungo mesi, il carrozzone della bellezza guidato da Patrizia Mirigliani sbarca su La7, il 27 ottobre alle 20.45, per la serata finale.

Nulla hanno potuto le prese di posizione di Enrico Mentana, direttore del TgLa7, che ad agosto aveva espresso il suo parere (contrario) all’approdo delle Miss sulla rete di Urbano Cairo. Il nuovo proprietario ha già cominciato una manovra di “popolarizzazione” del canale, resasi ancora più evidente a inizio stagione con l’arrivo di Gianluigi Paragone, Salvo Sottile e Rita Dalla Chiesa. E Miss Italia, per chi guarda con famelico interesse al pubblico nazionalpopolare, è la ciliegina sulla torta. Peccato, però, che ormai da anni la kermesse non funzioni più, soprattutto per quanto riguarda gli ascolti. E dopo le ultime edizioni sottotono in un’atmosfera di triste decadenza, ora si tenta il rilancio con una versione televisiva light (andrà in onda solo la serata finale) e una nuova location (Jesolo, che ha vinto la concorrenza di Reggio Calabria che voleva fortemente ospitare Miss Italia).

Dopo il niet di Raiuno e del direttore Giancarlo Leone, Patrizia Mirigliani aveva chiesto ospitalità (non accordata) a Mediaset, prima di ripiegare su quello che fino a pochi mesi fa era il canale snob, radical chic, salottiero e “de sinistra”. E non solo per quest’anno, ma per altri tre anni, come annunciato dal direttore della rete Paolo Ruffini, intervenuto a Milano per presentare la 74esima edizione della kermesse.

L’allontanamento da mamma Rai aveva fatto esultare molti, soprattutto quelli che in Miss Italia hanno sempre visto poco di più di una fiera bovina, uno degli esempi più deteriori dell’utilizzo che la tv e lo showbiz fanno del corpo delle donne. Ma il motivo è anche, e forse soprattutto, un altro: Miss Italia costa troppo (“Quasi quanto Sanremo”, facevano sapere ad aprile i dirigenti di viale Mazzini) e rende pochissimo. Gli sponsor latitavano, i telespettatori anche, e Raiuno, che con Leone sta tentando un faticoso riposizionamento del target di riferimento, ha preso la palla al balzo dando il benservito alle Miss. Certo avranno contato anche le scomuniche di Laura Boldrini (“Rallegriamoci per la cancellazione di Miss Italia dal palinsesto Rai”), che ha ingaggiato con la Mirigliani un caldissimo duello al sole sul ruolo della donna in tv e nei concorsi di bellezza.

Ma la rottura storica con la Rai è ormai il passato. Tra pochi giorni, La7 manderà in onda la finale, la cui conduzione è stata affidata a Massimo Ghini, Cesare Bocci e Francesca Chillemi (vincitrice del concorso nel 2003). Una scelta, quella dei conduttori, che sembra una manovra in zona Cesarini per riequilibrare il prodotto con il target tradizionale della rete: Ghini è da sempre un attore impegnato anche politicamente (a sinistra), spesso usato come santino da molti leader progressisti del passato; Bocci è un bravo attore di tv e teatro, uno lontano dal gossip, che ha lavorato con Damiani, Ferrara, Soldini, Infascelli, Piccioni, Marco Risi, ma che, al contempo, è notissimo al grande pubblico per il ruolo di Mimì Augello nel commissario Montalbano; Francesca Chillemi, infine, sembra un omaggio al concorso stesso, una scelta che probabilmente è più merito di Patrizia Mirigliani che dei dirigenti di La7.

Tre volti rassicuranti, che piacciono al pubblico e non dispiacciono ai critici. Una scelta furba per La7 ma rischiosa, forse, per loro. L’esperimento Miss Italia su La7 è una scommessa al buio, un evento organizzato in poche settimane e dopo mesi di incertezza e di problemi a trovare persino gli sponsor. Il responso è vicino: la mattina del 27 ottobre (tra dati Auditel e critica) scopriremo se la scommessa nazionalpopolare di Urbano Cairo (dopo i primi risultati tiepidi di questa nuova stagione televisiva) ha un futuro o rischia, invece, di far ripiombare la rete nell’oblio dello zero virgola dal quale con grande fatica era riuscita a emergere.

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