Il “rinnovamento istituzionale” dell’Italia “dopo una lunga serie di omissioni e ritardi ancora fatica a prendere corpo e cozza contro ostacoli e resistenze molteplici”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano intervenendo a Firenze all’assemblea dell’Anci. “Il tema delle riforme istituzionali e costituzionali è ormai ineludibile – ha aggiunto – Non se ne può più discutere a vuoto”. Dunque “c’è l’occasione, oggi, in questo 2013-2014, di giungere a delle conclusioni valide, più o meno comprensive di molteplici necessità” e “non si possono giustificare e subire in proposito posizioni difensive e conservatrici” Al Senato proprio oggi è stato approvato il disegno di legge sulle riforme costituzionali con una maggioranza qualificata: se la circostanza si dovesse ripetere anche alla Camera – com’è verosimile – sarebbe costituito il Comitato dei 42 che darebbe il via alle modifiche della Carta. “Sono giunto alla convinzione – ha aggiunto Napolitano – che ormai per far vivere e condividere quel magistrale quadro di riferimento che è la prima parte della nostra Carta non si può ulteriormente mancare di rivederne la seconda parte, le norme, già nate con riconosciuti punti deboli, relative all’ordinamento della Repubblica”. Insomma: “Non lasciamoci fermare da alcun fuoco di sbarramento” perché il paese ha bisogno di cambiare, ha bisogno di riforme. Come esempio virtuoso il presidente della Repubblica ha ricordato la riforma per l’elezione dei sindaci per la quale tanti dicevano “che non si poteva fare nulla perché il Parlamento era delegittimato. E invece per fortuna si fece”.
Anche il presidente del Consiglio Enrico Letta ha rilanciato sulle riforme ritenendo fondamentale questo processo per il bene del paese. E, dall’assemblea dell’Anci, ha fatto appello a tutte le forze politiche per “fare insieme” le riforme. “Non dobbiamo avere paura del cambiamento istituzionale”, continua il capo del governo, perché le riforme permetteranno “al nostro paese di funzionare meglio”. Letta ha sottolineato che “se l’Italia non funziona è perché ha regole che non funzionano, regole vecchie”.
L’altro tema sul quale il capo dello Stato si è soffermato a lungo è stato la legge elettorale, sulla quale il Parlamento sta cercando di trovare una quadra in vista della pronuncia della Corte Costituzionale, fissata al 3 dicembre. “Non è ammissibile che il Parlamento naufraghi ancora nelle contrapposizioni e nell’inconcludenza” ha scandito Napolitano”. Sulla riforma mancata “stiamo giungendo ora a un nuovo limite estremo” e cioè la sentenza della Consulta. Per questo Napolitano ha sottolineato che “la dignità del Parlamento e delle forze politiche si difende non lasciando il campo ad altra istituzione”. E’ urgente, dunque, una legge per realizzare “un’urgente e effettiva democrazia dell’alternanza”.