Alla festa in programma per la notte di Halloween nel castello di Rossena, nel Reggiano, il vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca non fa alcun riferimento esplicito. Eppure basta la sua “scomunica” a distanza a mettere a rischio l’evento organizzato dal Centro turistico giovanile per la notte delle streghe, indirizzato principalmente alle famiglie e ai più piccoli, con giochi, spettacoli di magia, “balli e incantesimi”. E pensare che quella di quest’anno non sarebbe nemmeno la prima edizione. “La Festa dei Santi non può essere in nessun modo sostituita da Halloween” ha scandito il prelato.
Secondo quanto racconta Laura Iotti, responsabile della Ctg territoriale già da qualche anno, la celebre rocca medievale del X secolo ospita la festa di Halloween. Eretta su una rupe vulcanica e inserita in un suggestivo dedalo di borghi antichi e piccoli sentieri, è di proprietà della diocesi di Reggio Emilia e Guastalla, ma prima d’ora con la Chiesa non c’era stato alcun problema. Anche perché la Ctg è nata “in seno alla gioventù italiana di Azione Cattolica” e opera a livello nazionale organizzando “iniziative educative e turistiche” ispirate “a valori cristiani”. Fino a qualche ora fa, almeno, quando la notizia dell’evento del 31 ottobre prossimo è arrivata alle orecchie del vescovo. “Questo evento è stato organizzato senza che ne fossi al corrente e chiederò che venga annullato o trasferito in un’altra sede – spiega al fattoquotidiano.it don Ennio Munari, parroco della Roncina e assistente spirituale della Ctg – Non sapevamo nulla dei riferimenti a una festa satanica, con maschere e richiami pagani, negli anni passati si era parlato di momenti di incontro non collegati a questa manifestazione americana”.
Ad averlo saputo prima, conferma don Munari, lo stop sarebbe arrivato anticipatamente. Giusto un mese fa, del resto, spiega il parroco, i vescovi dell’Emilia Romagna avevano varato un documento di cento pagine sulle “devianze religiose” e le “derive spiritualistiche”, come lo yoga, il salutismo, le pratiche new age e l’ufologia. E tra queste Halloween, considerata “una festa importante per i satanisti” che “il cristiano non può accettare perché legata strettamente ad atteggiamenti superstiziosi, ed è contraria all’autentica vocazione cristiana”. “E’ l’anticamera verso percorsi esoterici – spiegava in occasione della presentazione del volume il teologo don Lorenzo Lasagni – un ragazzo educato così a scuola e in famiglia non viene aiutato: si rovina una persona”. Insomma, si legge nel documento sottoscritto dalla Cei emiliano romagnola, “c’è stata una palese modificazione della verità: da festa religiosa, Halloween è diventata un prodotto commerciale basato sull’horror banalizzando argomenti sacrali come la vita, la morte e il rapporto con l’Aldilà”. Quindi, la sua celebrazione “va scoraggiata”.
Da qui le parole di monsignor Camisasca, che ai fedeli ricorda come “la Festa dei Santi è una festa di gioia e di luce. Quella dei morti è una giornata di mestizia serena, consapevole che non tutto finisce, ma che c’è una vita oltre la vita. Le nostre comunità sono chiamate a celebrare questi giorni con particolare attenzione e profondità, in modo speciale la Festa dei Santi non può essere in nessun modo sostituita da Halloween”, celebrazione pagana in cui si festeggiano “una zucca vuota illuminata al suo interno, fantasiosi fantasmi e folletti, immaginari mostri, streghe e vampiri”. “Il diffondersi di Halloween – aggiunge il vescovo – mostra che le nostre comunità hanno spesso perduto il senso della festa e anche l’occasione di far festa intorno agli eventi della vita di Gesù e dei santi. Occorre riscoprire la gioia della fede”.
E da qui il “no” alla festa di don Munari. Contattata dal fattoquotidiano.it, la Ctg non ha voluto commentare l’ipotesi, formulata sul Resto del Carlino, circa un incontro con la Curia per “per sentire le loro ragioni ed esporre le nostre”, perché, diceva la Iotti, “una cosa è l’associazione, altra è il castello che vive grazie anche alle iniziative che organizziamo ormai da tanti anni”. Né ha voluto confermare l’annullamento delle celebrazioni nel castello di Rossena. Ma per la curia l’eventualità è praticamente un dato di fatto. “Non credo che si farà” chiude don Munari.