Una “paghetta” da 8mila euro al mese per arrotondare lo stipendio. Rosario Monteleone, presidente del consiglio regionale della Liguria, avrebbe prelevato 189mila euro in contanti dai depositi del gruppo consiliare dell’Unione di Centro, nei due anni tra l’inizio del 2010 e la fine del 2011, giustificandone soltanto la metà. L’altro 50 per cento, infatti, sembra finito in un buco nero.

Monteleone, secondo la ricostruzione del Secolo XIX, metteva mano ai fondi con prelevamenti elevati, anche di 11mila o 5mila euro a volta, ai quali vanno aggiunti altri 34mila euro “estratti” dai conti dell’ufficio di presidenza. Dalle carte della Finanza risulta poi che nello stesso periodo in cui il presidente del consiglio regionale incassa questi “rimborsi”, i suoi “principali conti personali”, dove sarebbero finiti gli emolumenti da politico, hanno movimenti in uscita definiti “esigui”,  insufficienti a spiegare il tenore di vita del consigliere regionale.

Le Fiamme Gialle scoprono poi che nel 2012 – quando in pochi mesi sono scoppiati gli scandali delle distrazioni dei tesorieri Domenico Lusi, Franco Fiorito e Francesco Belsito – parte del “buco” nei conti dell’Udc è stato ripianato con un bonifico personale, considerato “tardivo”, “sospetto” e “parziale”.

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