Serie A, risultati e classifica – Roma, la nona è l’inno alla gioia. Anche senza Totti
FATTO FOOTBALL CLUB - Il gol di Bradley porta i giallorossi a eguagliare il record di 9 vittorie consecutive della Juventus 2005-2006, quella dello scudetto revocato. La squadra di Garcia vince nonostante espulsione, pali e decisioni arbitrali. Napoli e Juve vincono partite facili. Il Milan crolla a Parma: è crisi nera. SONDAGGIO - Roma lanciata verso lo scudetto e verso le primarie del Pd, a chi somiglia?
Il gol di Bradley a Udine apre la nona porta: la Roma è oramai una sinfonia corale come l’ultima di Beethoven, che incanta il campionato con la sua musica sublime. Eguagliato il record di nove vittorie consecutive in partenza della Juve 2005-06, quella dello scudetto revocato per Calciopoli, i giallorossi hanno poco a che fare con quella squadra muscolare allenata da Capello. E’ piuttosto una étoile, unaprima ballerina francese come il suo tecnico che dispensa citazioni e danza sulle punte di un gioco leggero e avvolgente, capace di sopperire con il gioco corale anche all’assenza di capitan Totti e dell’idolo autunnale Gervinho. Una squadra capace di vincere una partita non banale, rimasta in dieci lotta contro i pali e qualche decisione arbitrale, per non parlare di un Udinese tutt’altro che arrendevole. In attesa di sapere se le statistiche che hanno sempre visto le squadre di Garcia finire in crescendo a primavera siano replicabili in Italia, la Roma dei record mette fieno in cascina per l’inverno e si gode una splendida ottobrata romana.
Il buono Higuain, il brutto Tevez e il cattivo Vidal, implacabili gaucho dalla mano ferma e dal grilletto facile, abbattono a colpo sicuro rispettivamente il Torino e il Genoa. E Napoli e Juventus vincono partite facili e mai in discussione limitando a cinque l’emorragia di punti dalla capolista. Per il pistolero argentino, rivoluzionario bolivariano che sul suo profilo twitter scrive Hasta la victoria siempre, si tratta dei primi due penalty in maglia azzurra, forse riparatori dopo una lunga assenza mai chiarita che alimentava ogni tipo di sospetto, al posto del solito rigorista Hamsik. Per l’apache bianconero è un colpo letale in coda alla solita prestazione da leader, e per il suo compare cileno il rigore del quarto scalpo personale in campionato. Due squadre, Napoli e Juve, che a parità di punti si distinguono tra loro per il gioco e la guida tecnica, da una parte la tranquillità assoluta di Benitez, dall’altra la nevrosi compulsiva di Conte: per ora funzionano entrambe.
Seguono Fiorentina e Inter. Sabato a San Siro, per l’ultima di Moratti applaudito in tribuna, la squadra di Mazzarri cala sul tavolo il poker contro un ottimo Verona. Il gol del difensore Rolando, decimo nerazzurro a segno, conferma di una certa facilità nell’andare a segno: 23 reti fatte, tante quante la Roma. Ma i due gol subiti, 11 finora in campionato, sottolineano una sorprendente fragilità difensiva per una squadra del tecnico livornese: bisogna ancora registrare qualcosa nella fase difensiva, oltre che negli uomini che compongono l’ultima linea. Continua a macinare punti e bel gioco la Fiorentina di Montella, da vedere ora contro le big, in trasferta a Napoli questo mercoledì e poi in casa con il Milan domenica, tenendo a mente che quattro gol in un quarto d’ora come contro la Juve non sempre si possono fare. Per adesso bastano due gol di Cuadrado per vincere in rimonta contro il Chievo, e per confermare la squadra viola come una delle più belle realtà del campionato.
Se la prima mossa del poliziotto condannato per il massacro della Diaz come tutor di Balotelli è stata di fargli abbassare la cresta rasandolo a zero, e di toglierli l’orecchino. Beh, è stata una mossa totalmente sbagliata. Il Mario pelato, come Sansone perde tutta la sua forza, vaga svogliato per il campo, si butta simulando alla ricerca di un rigore e viene sostituito da Allegri per non beccarsi un secondo, inutile, cartellino giallo. E il Milan che con il suo ritorno avrebbe dovuto far tremare il mondo, rabbrividisce impaurito come una foglia davanti al piccolo Parma che lo castiga con i gol di un immenso Parolo e di un sereno Cassano, e l’apporto decisivo di un umile Sansone: di nome e non certo di fatto. In casa Milan è crisi nera. Per chiudere, vincono in casa la Lazio con il Cagliari, la Sampdoria con l’Atalanta, e il Bologna contro un Livorno partito bene e al quarto ko consecutivo. Mentre il pareggio a reti inviolate tra Catania e Sassuolo mantiene entrambe in piena zona retrocessione.
IL PERSONAGGIO
E’ il settembre del 2011, seconda uscita di Allegri sulla panchina del Milan, quando i rossoneri cadono 2-0 al Manuzzi contro il neopromosso Cesena. Quel giorno in campo con i romagnoli c’è Marco Parolo: nato a Gallarate e cresciuto calcisticamente nel Como, Parolo è un grande tifoso milanista e prima di esordire in A col Cesena si è fatto tutta la gavetta nelle serie minori. In camera il poster di Van Basten, poi durante la carriera il mito di Kakà, anche per una certa somiglianza nell’interpretazione del ruolo, fatta d’inserimenti centrali con e senza il pallone: poi il brasiliano che Ancelotti vedeva mediano si trasforma in trequartista, e il lombardo dai piedi buoni arretra a mediano, ma non perde il vizio del gol oltre che della costruzione del gioco. Convocato una volta in Nazionale da Prandelli proprio per l’ottima stagione a Cesena, da due anni Parolo gioca a Parma e ieri con un grande doppietta (quinto gol in campionato come Hamsik, Tevez e Higuain) ha affossato proprio il suo Milan. Ieri sia Parolo che il suo idolo Kakà hanno fatto piangere Allegri e Galliani: ma uno nel Milan ci gioca, per 9 milioni l’anno, l’altro invece gli segna, per 360 mila euro. E’ il libero mercato del calcio, bellezza.
1 /10 Bologna vs Livorno – Serie A Tim 2013/2014
LA SPIGOLATURA
Non sparate sul pianista, e nemmeno su Birsa. Solo la settimana scorsa, dopo il gol decisivo contro l’Udinese, alle domande sul suo acquisto il vicepresidente milanista Galliani gongolava, rispondendo con aneddoti da spiaggia, mentre i giornali sportivi sprecavano titoli sulla sua sapienza in fase di mercato e definivano lo sloveno come “l’ennesimo colpo” o “la grande intuizione”. Una settimana dopo, ecco che le telecamere inquadrano lo stesso plenipotenziario rossonero mentre in tribuna smoccola un sonoro vaffanculo all’indirizzo del giocatore, colpevole di aver sparato alto un calcio di punizione da buona posizione a pochi minuti dalla fine. Un’imprecazione profetica, che pochi minuti dopo il Parma avrebbe segnato il gol della vittoria. In realtà il povero Valter Birsa, che nonostante il numero 14 sulla maglia non passerà certo alla storia come il Cruyff di Nuova Gorica, ha pochissime colpe, se non quella di essere passato da riserva del Genoa e del Torino a trequartista titolare di un Milan allo sbando. Il vaffanculo di Galliani, a rischio di permanenza al Milan tanto quanto Allegri, dato il sempre maggior spazio occupato in società da Barbara Berlusconi, sebbene esplicitamente diretto allo sloveno diventa quindi metafisico, e va a coprire una stagione che potrebbe segnare la fine di uno e di molti cicli. Nel frattempo, si prega di non sparare su Birsa.
Inter-Verona 4-2 (autogol di Moras (V) al 9’ p.t., Palacio (I) al 12’ p.t., Martinho (V) al 32’ p.t., Cambiasso (I) al 38’ p.t., Rolando (I) al 11’ s.t. e Romulo (V) al 27’ s.t.)
Napoli-Torino (Higuain su rigore al 14’ p.t. e su rigore al 32’ p.t.)
Bologna-Livorno 1-0 (Crespo al 3’ p.t.)
Catania-Sassuolo 0-0
Chievo-Fiorentina 1-2 (Cesar (C) al 13’ p.t., Cuadrado (F) al 45’ p.t. e al 19’ s.t.)
Juventus-Genoa 2-0 (Vidal su rigore al 23’ p.t. e Tevez al 36’ p.t.)
Parma-Milan 3-2 (Parolo (P) al 11’ p.t., Cassano (P) al 46’ s.t., Matri (M) al 16’ s.t., Silvestre (M) al 18’ p.t. e Parolo (P) al 49’ s.t.)
Udinese-Roma 0-1 (Bradley al 37’ s.t.)
Lazio-Cagliari 2-0 (Klose al 8’ s.t. e Candreva su rigore al 10′ s.t.)
CLASSIFICA
Roma 27 Napoli e Juventus 22 Fiorentina e Inter 18 Verona 16 Lazio 14 Parma e Atalanta 12 Milan 11 Cagliari, Torino e Udinese 10 Sampdoria 9 Genoa e Livorno 8 Catania Bologna e Sassuolo 6 Chievo 4
MARCATORI
8 gol: G. Rossi (Fiorentina), 6 gol: Palacio (Inter) e Cerci (Torino), 5 gol: Hamsik e Higuain (Napoli), Jorginho (Verona), Parolo (Parma) e Tevez (Juventus)
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La Redazione
Roma, 22 dic. (Adnkronos) - "L'orchestra Cherubini, pensata e voluta" dal maestro Riccardo Muti "per i giovani e composta da giovani, è una delle tante eccellenze italiane che nella musica vede da sempre uno dei suoi momenti migliori". Lo ha affermato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del concerto di Natale a palazzo Madama, giunto alla 27ma edizione, diretto quest'anno dal maestro Riccardo Muti e che vede esibirsi l'Orchestra giovanile Luigi Cherubini.
Muti dirige il Concerto di Natale al Senato per la quinta volta, dopo i precedenti del 2005, 2009, 2012 e 2019, mentre per l'Orchestra Cherubini è il quarto ritorno a Palazzo Madama e l'occasione per celebrare i venti anni dalla propria fondazione, avvenuta nel 2004.
In programma, l'ouverture Coriolano op. 62 di Ludwig van Beethoven e la Sinfonia Roma op. 37 di Georges Bizet.
(Adnkronos) - Un Napoli a due facce batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte parte bene, soffre nella ripresa e liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un Napoli a due facce batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte parte bene, soffre nella ripresa e liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un bel Napoli batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un bel Napoli batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa i tre punti. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - Il concerto di Natale alla Camera "Morricone dirige Morricone", registrato questo pomeriggio nell'Aula di Montecitorio, sarà in onda su Rai 1, a cura di Rai Parlamento, lunedì 23 dicembre alle 15.30. Alla stessa ora sarà trasmesso anche sulla webtv della Camera e sul canale satellitare. Lo rende noto la Camera.
L'evento è introdotto dal Presidente Lorenzo Fontana. Il Maestro Andrea Morricone esegue molte delle celebri composizioni del padre Ennio. Il programma, introdotto dall'Inno italiano, abbraccia i brani più famosi, da "Gli Intoccabili" a "The Mission". A interpretare le musiche sono: l'orchestra Roma Sinfonietta, con la direzione del Maestro Andrea Morricone e il Coro Claudio Casini dell'Università di Roma Tor Vergata diretto dal Maestro Stefano Cucci. La direzione artistica è a cura di Luigi Lanzillotta.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - “Le dimissioni del capo del Dap Giovanni Russo sono il segno evidente del fallimento delle politiche del governo sul carcere a fronte delle tragiche condizioni in cui versano". Lo dice Riccardo Magi.
"Sovraffollamento, suicidi, abusi, condizioni disumane indegne per un Paese europeo. Ed evidentemente sono anche il frutto del fatto che la linea portata avanti dal sottosegretario Delmastro Delle Vedove non ha favorito una visione e un approccio ai problemi del carcere compatibili con la Costituzione. Nordio riferisca in aula al più presto in aula e spieghi se sulle carceri vuole cambiare rotta o proseguire su questa linea disastrosa”, conclude il segretario di Più Europa.
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