Matteo Renzi sembra muoversi si muove come avesse già vinto: riunisce, alla Camera, i quasi 200 parlamentari firmatari della sua mozione per spronarli a fare cose concrete, sostiene la battaglia di Roberto Giachetti contro il Porcellum incalzando il governo ad impegnarsi sulle riforme istituzionali. E soprattutto marca la sua distanza dal Palazzo, descrivendo le sue iniziative a Firenze, quasi un anticipo della figura di segretario-sindaco perché “voglio fare del Pd un luogo di amministratori e cittadini e non solo di funzionari”. A Montecitorio ha riunito deputati e senatori che lo sostengono, oltre 160 in tutto. Tra i presenti ci sono, tra gli altri, oltre ai parlamentari della stretta cerchia del sindaco ed esponenti di Areadem e veltroniani anche i ministri Graziano Delrio e Dario Franceschini, oltre a Francesco Boccia, Nicola Latorre e Marco Minniti. Presente anche il coordinatore del comitato per Renzi, Stefano Bonaccini.
Matteo Renzi non dà grande peso al primo round del congresso, il voto degli iscritti, e allo scambio di accuse tra tifoserie su exploit sospetti nel tesseramento. “Possono gonfiare quello che vogliono ma se anche tra gli iscritti vincesse Paolo Bianchi, il segretario viene eletto con le primarie”, attacca il sindaco di Firenze, minimizzando i primi risultati nei circoli dove Gianni Cuperlo tiene testa all’ex rottamatore. “Un’offesa agli iscritti”, si indignano i rivali che puntano proprio sulla conta tra gli iscritti per avere peso nel partito dopo il congresso.
A quasi un mese e mezzo dalle primarie, si surriscalda quindi il clima tra i democratici. Basta leggere le parole di Massimo D’Alema nei confronti dello stesso Renzi: “E’ come Virna Lisi: con quella bocca può dire tutto”, nel senso che ripete le stesse cose che dice da tempo il Pd promuovendole come novità. E per chiarire che non è una battaglia solo di facciata, dietro la quale i due principali sfidanti nascondono un accordo, il sindaco esclude un ticket post 8 dicembre con Cuperlo vicesegretario e tutti, rottamatori e rottamati, felici e contenti. “Non riduciamolo ad un grande ‘inciucione’ con distribuzione di posti, è l’esatto opposto di quello che stiamo facendo”, chiarisce il sindaco di Firenze che punta a richiamare ai gazebo non solo gli iscritti ma anche elettori di altre bandiere, quasi un assaggio di test futuri.
“E’ possibile stilare un primo bilancio dei congressi in svolgimento in tutta Italia: dai dati aggregati in nostro possesso 136mila persone hanno già dato il loro voto e, tra questi, più del 50% ha espresso la propria fiducia a candidati che sostengono Gianni Cuperlo”, fanno sapere dal comitato. Renzi non si scompone: il segretario, dice, si elegge con le primarie e “lì, ai gazebo, votano i cittadini”.
Restano le molte discussioni, polemiche, ricorsi, come ha raccontato anche ilfattoquotidiano.it con i casi di Torino, Livorno e Bari. Secondo Davide Zoggia, che ha riunito la commissione congresso, sono “6 o 7” i casi di tesseramento anomalo. Spiega il responsabile organizzazione del Pd: “Saranno 6 o 7 casi e molte volte sono legati a scontri tra i gruppi locali. Ci sono dei casi che sono segnalati alle varie commissioni, però stiamo parlando di un processo democratico che porterà al voto alla fine dei congressi provinciali circa 700-800mila persone quindi è evidente che ci possano essere situazioni di questo tipo”. Della questione parla anche Renzi. Cita il caso di Catania, quello di Lecce. Casi sollevati dai renziani. “Possono gonfiare tutto quello che vogliono, ma il segretario non lo eleggono solo gli iscritti, i tesserati più o meno gonfiati, ma il cittadino che, senza nessun obbligo, va a votare ai gazebo”, scandisce il sindaco. Parole che non sono piaciute ai sostenitori di Cuperlo. “Siamo sconcertati -dice Matteo Mecacci, coordinatore del comitato Cuperlo- è una grave mancanza di rispetto verso tutte quelle donne e uomini che hanno portato avanti la carretta anche senza riflettori accesi, mettere in contrapposizione i nostri iscritti e un popolo più largo di quello delle primarie”. Ribatte Bonaccini, coordinatore della campagna del sindaco di Firenze: “Consiglio a Mecacci di indignarsi meno e in ogni caso di riascoltare bene le parole di Matteo Renzi prima di lanciare accuse fuori luogo”.
Scambio di battute a distanza, poi, tra Renzi e Cuperlo sulla riforma delle pensione targata Fornero. Per il sindaco è una buona riforma tolto l’errore sugli esodati. Ribatte Cuperlo: “Se Renzi considera la riforma Fornero una buona legge abbiamo una idea diversa di come vadano affrontati problemi urgenti che riguardano l’equità sociale”.