Uno “messo lì dalle banche”, uno “che ha distrutto tutto”, uno “talmente protetto” che dopo aver incassato “cinque milioni e mezzo” da FonSai “figurati cosa gli daranno in Telecom”. E’ il ritratto che Giulia Maria Ligresti, ex vice presidente del CdA della società assicurativa, fa di Piergiorgio Peluso, figlio del ministro Anna Maria Cancellieri, che per 14 mesi di lavoro da direttore generale aveva incassato nell’ottobre dell’anno scorso 3,6 milioni di euro solo di buonuscita.
Chissà cosa penserà la Guardasigilli finita nella bufera proprio per essersi messa a disposizione della famiglia siciliana per aiutare Giulia (detenuta e malata ma poi scarcerata) di questa fotografia del figlio. Certo è che il manager, 45 anni, bocconiano, ora dirigente finanziario Telecom, ha proseguito “a intrattenere rapporti con alcuni dirigenti del Gruppo, interessandosi sia alle vicende giudiziarie che di quelle societarie” anche molto dopo il suo addio d’oro. Il report delle Fiamme Gialle in cui si sottolineano questi contatti è del 29 agosto, Giulia viene scarcerata il 28.
Eppure il 19 ottobre dell’anno prima la Ligresti parlava così del figlio della ministra “…omissis… sto Peluso che è entrato da noi un anno, è uscito con cinque – rivela al telefono a una amica – ieri gli hanno deliberato in consiglio la buona uscita di cinque milioni e mezzo capito? Tutto è stato deciso dalla banche, noi ci fanno il mazzo, infatti c’era lì una persona che lì con mio papà, diceva, se quel nome o quei soldi fossero stati deliberati per te o per me o per Paolo, per qualcuno, il giorno dopo dal consiglio veniva fuori una denuncia, per questo qui che è entrato, ha distrutto tutto eh, è venuto ha avuto il mandato come se tu entri in una azienda svalorizzi tutto, distruggi tutto, fai in modo che, che uno se la può prendere zero, e pi si vedeva che era uno mandato, è uscito appena fatta con cinque milioni e mezzo”. A inviare Peluso per un tentativo di salvataggio è Unicredit detentrice del 6,6 per cento della compagnia assicurativa. Una operazione impossibile o quasi visto che lo stesso top manager confessa ai pm che lo chiamano a testimoniare che la compagnia non ha abbastanza riserve. La fusione con Unipol va avanti nonostante tutto. Poi Peluso va via con un piccolo tesoretto considerato che la società aveva 800 milioni di buco.
Sul compenso di Peluso ha qualcosa da dire anche l’ex ad di FonSai, Fausto Marchionni. Al telefono con Alberto Alderisio, vicino alla famiglia Ligresti, si sfoga raccontandogli che di aver declinato l’invito della trasmissione Report sulle onorificenze. Il cavaliere del Lavoro Marchionni (che ha incassato come buonuscita 10 milioni stando alle cronache dell’epoca, ndr) ha paura che intervenire possa essere boomerang: “E per me verrà fuori l’azienda ha fatto crack, lui si è messo in tasca questi soldi magari il figlio della ministra se n’è messi in tasca di più di me ma ce lo dimentichiamo e… verrà fuori qualcuno! Ma te lo faccio sapere! Bah insomma, speriamo, speriamo!”. L’interlocutore non ha dubbi: “Na sai il figlio della ministra, ma intanto questo lo sanno cani e porci, tanto gliel’ha dati non certo eh….ma glieli ha dati Unpiol…eh sì Unipol”.
Su Peluso si concentrano anche i dubbi della pm di Torino quando disponendo l’intercettazione del suo cellulare si chiedono se sia stato “il promotore di quella che è stata una vera e propria ‘pulizia di bilancio‘” oppure abbia agito “con l’intento di escludere l’azionista di riferimento (famiglia Ligresti) ovvero abbia fatto emergere lacune (e quindi falsità) relative ai bilanci relativi agli esercizi precedenti”. Il manager ha ricoperto il ruolo di dg nel periodo “più delicato” attraversato da FonSai, coinciso con la chiusura di bilancio 2011 che ha registrato una perdita di oltre un miliardo di euro. Nel documento i pm Vittorio Nessi e Marco Gianoglio spiegano è necessario intercettarlo in considerazione del suo ruolo ruolo e “anche alla luce delle relazioni che Peluso ancora intrattiene con alcuni indagati (ed in particolare con Emanuele Erbetta, ad di Fonsai nel periodo di interesse”. Non solo la Procura di Torino si interessa a Peluso; il pm di Milano Luigi Orsi sta vagliando il suo ruolo nell’ingresso del fondo Amber nel capitale della compagnia assicurativa.