“Siamo sicuri che le argomentazioni che il ministro Cancellieri svilupperà convinceranno le Camere e fugheranno ogni dubbio”. Dopo lunghe ore di silenzio, la nota trasmessa da Palazzo Chigi esprime fiducia nel chiarimento che la titolare del dicastero alla Giustizia farà in Aula il 5 novembre. “Non possiamo ammettere che ci siano zone d’ombra”. Dopo il caso politico scoppiato per l’interessamento per la scarcerazione di Giulia Ligresti, Anna Maria Cancellieri dovrà fornire numerose spiegazioni. “Sono serenissima e tranquilla”, ha commentato, “Il mio è stato un intervento mosso dal fatto che un detenuto poteva morire. Non ci sono detenuti di serie A e serie B”. La sua difesa per il momento gode di due alleati d’eccezione: Napolitano e il premier Enrico Letta. Secondo le ricostruzioni di Repubblica e Corriere della Sera, il ministro ha incontrato il presidente della Repubblica con il quale ha un rapporto molto stretto e il risultato è stato un silenzio pubblico di molte ore. Nessuna intenzione di fare passi indietro e una fermezza che ha scatenato numerose reazioni. Il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione di sfiducia e il responsabile Giustizia del Pd, Danilo Leva, ha chiesto che non vengano fatte minimizzazioni del caso. “Brava Cancellieri, parola sante”, ha commentato invece la deputata Pdl Daniela Santanchè, “Ma la libertà di essere trattati come esseri umani deve essere garantita a tutti i politici e a tutti i cittadini”.
Grillo: “Letta e Napolitano tacciono per paura di essere travolti” – E sul lungo silenzio è intervenuto il leader del Movimento 5 stelle Beppe Grillo con un post sul suo blog: “La Idem a causa dell’Ici non pagata ha dato le dimissioni in dieci giorni. La Cancellieri forse non le darà mai. Il motivo è semplice. La Cancellieri fa parte di quel mondo composto da politici, banchieri, istituzioni, finanzieri, inestricabile come una foresta pietrificata. Nessun monito da parte di Napolitano per questo scandalo per l’ingerenza di un ministro su una detenzione, avvenuta grazie a rapporti di lunga data con Ligresti. Non un fiato da Capitan Findus Letta. Hanno paura di essere travolti e credono che il silenzio li salverà, ma sono già condannati“. A chiedere subito le dimissioni sono i Cinque stelle che hanno presentato una mozione di sfiducia: “Il Ministro della Giustizia Cancellieri”, ha commentato il senatore Mario Giarrusso, “uno dei peggiori di tutti i tempi, dovrebbe dimettersi subito. Senza se e senza ma. Siamo però in Italia e la cosiddetta etica pubblica è stata uccisa da tempo e sostituita dal vergognoso attaccamento alle poltrone”.
Il timore per le dimissioni della Cancellieri e per il possibile rimpasto – Del resto la casella della giustizia è fondamentale per il governo delle larghe intese che potrebbe non superare il terremoto scatenato dalle eventuali dimissioni della Cancellieri. Silvio Berlusconi e i “falchi” del Pdl, impegnati nella lotta interna per la guida di Forza Italia, potrebbero tornare alla carica proponendo non solo la sostituzione della Cancellieri con un pasdaran berlusconiano, ad esempio Francesco Nitto Palma, già eletto a capo della Commissione giustizia in Senato l’8 maggio scorso (senza i voti del Pd), ma per chiedere un vero e proprio rimpasto.
La difesa del ministro: “Sono intervenuta in decine e decine di casi” – Anna Maria Cancellieri dice di non avere preoccupazioni. “Sono serena, tranquilla”, ha dichiarato, “Sono pronta a rispondere a tutte le domande: non ho nessun problema, è stato un intervento mosso dal fatto che un detenuto poteva morire. Escludo che ci siano cittadini di serie A e B. Ho il diritto di essere un essere umano. Sono intervenuta altre 110 volte“. Una posizione espressa nella nota ufficiale e ribadita anche a chi ha avuto modo di parlarle, sottolineando che il “punto chiave” è sempre lo stesso: c’è stata una segnalazione ed era “doveroso” trasferirla agli organi competenti. Al ministero stanno anche lavorando a una ricostruzione degli altri casi in cui c’è stato un intervento del ministro: “Mi sono comportata nello stesso modo quando sono pervenute al mio ufficio segnalazioni, da chiunque inoltrate, che manifestassero preoccupazioni circa le condizioni sullo stato psicofisico di persone in stato di detenzione”. La responsabile di via Arenula avrebbe già acquisito tutti gli interventi che sono stati svolti di persona, per telefono o per iscritto rispetto a segnalazioni arrivate da parenti, da autorità, da semplici cittadini su condizione critiche di detenuti. Si tratterebbe di decine e decine di casi, in cui ci si è mossi per verificare, aiutare, risolvere.
Su Avvenire alcuni interventi del ministro su detenuti comuni – Ed è sul tasto degli “altri interventi umanitari” fatti dalla Cancellieri che si fonderà la sua informativa in Aula. Il quotidiano Avvenire ha potuto visionare alcuni appelli giunti al dicastero e presi in considerazione dal Guardasigilli attraverso il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. Fra questi, c’è “la lettera scritta da R., campano 48enne ‘allocato in una casa lavoro’ dell’Emilia Romagna in procinto di essere trasferito a Favignana, nel Trapanese, ‘difficilmente raggiungibile dai familiari, che risiedono in Campania’. Per evitarlo, il detenuto attua uno sciopero della fame, rifiuta di assumere medicine e scrive al ministro. A metà agosto R. viene trasferito in una casa lavoro in Abruzzo, più vicina alla sua famiglia”. C’è anche, prosegue l’articolo, “la toccante raccomandata di A., moglie di un recluso pugliese (fine pena 2016). La signora comunica di aver inoltrato richiesta di grazia al capo dello Stato e allega le cartelle sanitarie sulla propria, grave, malattia, che potrebbe impedirle di prendersi cura dei figli piccoli. Il marito ha già chiesto di scontare la pena residua (inferiore a 3 anni) attraverso misure alternative e il magistrato di sorveglianza ha disposto ‘l’osservazione scientifica’ del detenuto e fissato un’udienza il 10 dicembre”.
Pd in ordine sparso – Secondo Matteo Orfini, renziano del Pd, “la genesi dell’intervento del ministro Cancellieri è sicuramente opaca. Ma l’intervento nel merito è ineccepibile”. Il capogruppo del Pd in commissione Giustizia alla Camera Walter Verini preconizza l’arrivo di “giorni cruciali”: “Le ombre vanno diradate. È nell’interesse di tutti, del ministro innanzitutto, ma anche del governo, del Parlamento, dell’Italia intera… Siamo preoccupati dalla situazione che s’è venuta a creare”. Il governatore democratico della Toscana Enrico Rossi scrive su Facebook: “A mio parere il punto è uno solo: dimostrare che la ministra si è comportata nello stesso modo per tutti coloro che si sono rivolti a lei” anche se, per Rossi, “ciò che scandalizza è un’altra storia: i cinque e oltre milioni di euro andati al figlio della ministra per avere lavorato un anno e mezzo alla Fonsai, un’azienda in crisi”. E il responsabile Giustiza del Partito democratico, Danilo Leva, chiede di fermare ogni minimizzazione di un caso che resta grave: “Il ministro Cancellieri afferma ‘che certe cose non aiutano. Probabilmente si riferiva alle reazioni provocate dalla sua telefonata. Noi siamo i primi a non accettare facili strumentalizzazioni della vicenda ma, allo stesso modo, non ne consentiamo una sua minimizzazione. Le carceri sono piene di migliaia di persone, poveri Cristi, che non hanno il numero di cellulare del ministro o di altri parlamentari da poter chiamare. Per loro e per i loro familiari c’è bisogno di chiarezza e trasparenza. Il passaggio alle Camere è necessario proprio per tutelare la credibilità delle Istituzioni che tutti insieme rappresentiamo”.
Pdl a difesa del ministro – “A parte i giochi strumentali”, ha commentato Fabrizio Cicchitto, “di chi cerca di servirsi di questa vicenda per tentare di far cadere il governo, c’è anche un parossismo giustizialista con il quale bisogna fare esplictamente i conti. Leggiamo che alcuni esponenti del Pd imputano alla Cancellieri l’amicizia con la famiglia Ligresti e un colloquio con la moglie di Ligresti che piangeva per gli arresti: sembra che costoro ci vogliano far vivere in Urss. In ogni caso diciamo senza esitazione che la Cancellieri ha fatto benissimo ad interessarsi come di altri carcerati per le malattie di cui soffrivano, malgrado quello che afferma qualche demagogo a proposito della giustizia in base al censo”. Ma il pensiero va subito al pregiudicato Silvio Berlusconi: “Personalmente”, ha dichiarato Daniele Capezzone, “sottoscrivo fino alle virgole le parole del ministro Cancellieri, sia sul carcere sia sulla sua vicenda, e trovo assolutamente ingiusta e strumentale la campagna scatenata contro di lei dal fronte giustizialista. Vorrei però che questo ‘diritto ad essere un essere umano’ fosse valso e valesse anche per Silvio Berlusconi. Altrimenti saremmo dinanzi a un clamoroso caso di doppiopesismo”.