Il mondo FQ

Regno Unito, reclute under 18. “Vittime di stress post traumatico e alcolismo”

Un'inchiesta del Guardian e uno studio dell’associazione di volontariato ForcesWatch mettono in luce i rischi per i giovani che dai 16 anni alla maggiore età decidono di intraprendere la carriera militare
Esercito
Commenti

Alcolismo, depressione, tentati suicidi – spesso riusciti – e malattie psichiatriche. Il Regno Unito si interroga sulle sue giovani reclute. Infatti, come altre 19 nazioni al mondo, accetta militari dai 16 ai 18 anni di età ma ora si trova ad affrontare i loro traumi, dovuti a scene di guerra e morte. Tutto nasce da un’inchiesta del Guardian, storico giornale di sinistra britannico, e da uno studio dell’associazione di volontariato ForcesWatch, che promuove campagne per un esercito più “etico” e “giusto”.

Il report, basato su 41 pubblicazioni scientifiche e interviste ai veterani di guerra, ha messo in luce come gli under 18 che intraprendono la carriera militare – ovvero il 23% del totale del personale dell’esercito di Sua Maestà – siano più esposti ad alcolismo e stress post-traumatico. L’8%, inoltre, svilupperebbe problemi psichiatrici dopo un’esperienza nell’esercito nonostante chi è sotto la maggiore età non venga impiegato in azioni di combattimento in prima linea.

Intervistato dal Guardian, un alto funzionario del ministero della Difesa britannico, rimasto anonimo, ha detto come “questo studio in realtà non tiene conto di tutti gli aspetti positivi dell’essere militare, tra cui benefit economici, carriera assicurata, integrazione nella società e formazione. Certo, esistono problemi nel modo in cui giovani e giovanissimi vengono reclutati, ma il governo spenderà oltre 7 milioni di sterline per riformare il proprio sistema di arruolamento”. La stampa britannica, però, punta il dito anche contro la pubblicità sui giornali e per le strade, dove la vita militare sembra affascinante e intrigante. Pubblicità che, però, non fanno mai riferimento a morte, guerra e distruzione. E nemmeno a bombardamenti, attentati, sangue e violenze. Tutte cose sperimentate da chi ha preso parte, per esempio, alla guerra del Kosovo.

“Chi ha fatto un’esperienza in quell’area – spiega lo studio – oggi è molto a rischio oppure ha già sviluppato problemi psichiatrici”. Tra i veterani, infatti, c’è chi annega la disperazione nell’alcol e chi assume psicofarmaci, e probabilmente dovrà farlo per tutta la vita. La ricerca di Forces Watch, per la prima volta, cerca di creare una base statistica per dimostrare la solidità di quanto dice da tempo a governi e istituzioni. E cioè che forse reclutare minori di 18 anni – e il Regno Unito è l’unico Paese europeo a farlo – non è propriamente motivo di grande vanto. Ma, se lo devono fare, che operino nel modo più etico e meno traumatico possibile. Nel 2012, ha ricordato recentemente un servizio della Bbc, nel Regno Unito 21 soldati in servizio e 29 veterani di guerra si sono tolti la vita. Addirittura più degli stessi soldati morti sul fronte di guerra in Afghanistan (44, di cui 40 venuti a mancare mentre combattevano in prima linea).

Resta in contatto con la community de Il Fatto Quotidiano

L'amato strillone del Fatto

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione