Cultura

Picasso, Matisse, Chagall. Trovate 1500 opere confiscate dai nazisti agli ebrei

I dipinti erano nascosti in un appartamento di Monaco di Baviera, dietro scaffali pieni di cibo avariato. A tenerli nascosti, il figlio di un collezionista, che li vendeva per vivere. Secondo gli esperti, i capolavori valgono più di un miliardo di euro

di RQuotidiano

Picasso, Renoir, Matisse e Chagall. E’ un vero tesoro di capolavori quello ritrovato in un appartamento di Monaco di Baviera. Le 1500 opere d’arte erano state confiscate dai nazisti durante il Terzo Reich: secondo gli esperti, valgono più di un miliardo di euro. Si pensava che i capolavori fossero stati distrutti dai bombardamenti dell’aviazione inglese durante la Seconda guerra mondiale, invece erano nascosti da mezzo secolo dietro un muro di lattine di cibo avariato. Lo riferisce il sito del Daily Mail, che a sua volta cita la rivista tedesca Focus.

Tra le opere scoperte, anche il ritratto di una donna del francese Henri Matisse che apparteneva alla collezione di Paul Rosenberg, l’esperto d’arte nonno di Anne Sinclair, moglie di Dominique Strauss-Kahn. Ma i grandi nomi presenti nella collezione comprendono anche Emil Nolde, Franz Marc, Otto Dix, Max Beckmann, Paul Klee, Oskar Kokoschka, Ernst Ludwig Kirchner e Max Liebermann. Alcune opere d’arte furono rubate o confiscate ai proprietari ebrei dal regime nazista, altre acquistate dal commerciante d’arte Hildebrand Gurlitt da collezionisti ebrei disposti a vendere capolavori a prezzi stracciati pur di trovare un modo per fuggire dalla Germania. Il ministro della Propaganda Goebbels chiese a Gurlitt di “monetizzare” questo patrimonio artistico. Centinaia di questi quadri furono esibiti alla mostra nazista “L’arte degenerata“: il Terzo Reich intendeva esporre le opere al pubblico spregio, ottenendo invece l’effetto di destare l’interesse nei confronti delle nuove forme d’arte. Una volta finita la Seconda guerra mondiale, il gallerista dichiarò che i dipinti erano andati distrutti nei bombardamenti dell’aviazione inglese su Dresda.

Poi non si è avuta più notizia della collezione Gurlitt fino alla scoperta che, secondo il giornale online, è stata fatta dalla polizia doganale tedesca nella primavera del 2011. Gli agenti, tuttavia, non hanno smentito né confermato l’informazione. L’appartamento dove avrebbe avuto luogo la scoperta appartiene a Cornelius Gurlitt, figlio del gallerista Hildebrand: la polizia sarebbe entrata in caso dell’uomo, 80 anni, dopo averlo fermato con una grande quantità di denaro su un treno tra la Svizzera e Monaco. Pur non avendo mai lavorato e senza entrate dichiarate, l’anziano fu trovato con 9mila euro in contanti in una busta. Secondo Focus, Gurlitt nascondeva i dipinti dietro a scaffali pieni di lattine di fagioli e frutta e ne vendeva occasionalmente qualcuno per vivere: ora gli investigatori lo indagano per evasione fiscale e riciclaggio di denaro. Eppure, se non si trovassero gli eredi dei legittimi proprietari dei quadri, molti dei dipinti potrebbero essergli restituiti.

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