“Un successo”. No, un mezzo flop. Mentre i giovani affogano in un mare di disoccupazione la politica si azzuffa sul bicchiere per dimostrare, a seconda dei punti di vista, che è mezzo pieno o mezzo vuoto. E a discutere se 9.550 assunzioni su 3 milioni di disoccupati siano un successo o un fallimento. Casus belli è la notizia del mezzo flop del “bonus giovani”, l’incentivo alle assunzioni per gli under 30 varato a giugno da un Letta pieno di ottimismo perché “ridarà ai giovani quello che gli è stato tolto in passato, perché sono loro la priorità”. Doveva portare in tre anni a 100mila assunzioni per disoccupati tra i 18 e i 29 anni, ma dopo un mese le prenotazioni sono state soltanto 13mila.
A segnalare la questione è il Corriere della Sera con un articolo che confronta le premesse del provvedimento con i primi risultati misurabili, forniti dall’Inps, a distanza di un mese. Il titolo è di per sé una doccia fredda per il premier e per il ministro del Lavoro Enrico Giovanni, cofirmatario del provvedimento: “Giovani, fallisce il bonus assunzioni”. E giù tutti i numeri del mezzo flop: 13.770 domande, 11.348 per contratti a termine, 2.422 a tempo indeterminato. Il tutto mentre il dato sulla disoccupazione giovanile infrangeva la soglia del 40.7% e riportava l’Italia al 1977. La notizia sembrava destinata a scivolare via per accumularsi agli altri provvedimenti che non brillano per efficacia: il taglio del cuneo fiscale che pare fermarsi ai fantomatici 10 euro in busta paga, la pressione fiscale sulle imprese che doveva scendere e invece salirà, passando per l’odiata Imu che rinasce sotto mentite spoglie e il taglio dell’Iva che è diventato un aumento, mentre sullo sfondo la ripresa che il governo dava per imminente scivola ormai di mese in mese, per essere poi deferita al 2014.
Ma a far deflagrare la questione del bonus-flop, trasformandola in un frutto avvelenato, è un post sul sito di Beppe Grillo (“Letta, rifacce Tarzan“) che la riprende e la spende per dimostrare la fondatezza dei dubbi sul provvedimento espressi dal M5S già all’indomani della sua presentazione. Avevamo ragione, sintetizza il post. “Grillo fa disinformazione”, replica Letta a mezzo Facebook che non se la prende più di tanto con via Solferino, cui arriverà invece una velata replica da parte del ministro Giovannini: “Le 14mila domande pervenute a fine ottobre sono un valore coerente in rapporto ai 20 mesi di vigenza dell’incentivo, con circa 100mila assunzioni finanziabili entro il 2015”. Ma sul web la polemica continua a correre, come agli esordi dell’incentivo.
Il precedente risale al giorno in cui è stato varato del decreto. Il 26 giugno sul blog di Grillo viene pubblicato un commento caustico sul pacchetto di incentivi (“Letta facce Tarzan”) per la ridotta platea dei possibili richiedenti. Per usufruire del bonus – che vale 12 mesi e per un massimo di 650 euro per lavoratore – bisognava rispettare una di queste tre condizioni: essere privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; essere privi di un diploma di scuola media superiore o professionale; vivere soli con una o più persone a carico. “Quindi per accedere devi essere un disoccupato cronico (se sei a casa da cinque mesi non vale), o un semianalfabeta (se hai studiato sono cazzi tuoi) o non vivere con i genitori ma da solo (infatti un giovane senza reddito esce sempre di casa) e avere a carico la vecchia nonna o moglie e figli. Chi, in nome di Dio, possiede questi requisiti in Italia?”, concludeva il post.
Letta contrattaccava, come oggi, il disfattismo degli scettici guidati dall’ex comico. E lo fa ancora, via Facebook, pubblicando a sua volta un post nel quale rivendica la bontà del provvedimento. La lotta alla disoccupazione giovanile resta “il pilastro della nostra azione”, “io non mollerò questa lotta”, garantisce il premier. Che non smentisce i dati del Corriere-Inps ma ne offre una lettura opposta, da bicchiere mezzo pieno: “Grazie ai nuovi incentivi a ottobre 14 mila giovani hanno trovato lavoro. L’obiettivo finale dell’intero progetto, triennale, è di 100 mila giovani occupati. E il fatto che al primo mese si sia arrivati già al 14 per cento del totale è evidentemente un buon segnale”.
In realtà, quello che Letta (e altri) non dicono, è che il bicchiere si riempie progressivamente ma il suo vero “appeal” si può misurare fin dai primi giorni. Quando il 1 ottobre ministero ha messo a disposizione il sito per le prenotazioni telematiche, ci si aspettava una corsa al Bonus, anche perché gli incentivi (800 milioni in un triennio, 148 milioni per il 2013) sono “ad esaurimento”. E invece nelle prime 24 ore, il cosiddetto clic-day attira 5.500 mila richieste, a fine mese saranno 13.770, ma quelle poi confermate “solo” 9.284. Il potenziale, una volta entrati a regime, si agirebbe dunque intorno alle 4-6mila richieste al mese, sempre che non calino dopo il picco iniziale.
A scommettere su un andamento parabolico dell’operazione è anche il sito LaVoce.info che a metà del guado, cioè quindici giorni dopo l’avvio delle iscrizioni e 15 prima della chiusura del primo mese, già vaticinava polemiche e numeri risicati. “I dati forniti da Inps, tutto sono tranne che una valutazione dello strumento. Le nuove assunzioni possono nascondere collocamenti che si sarebbero comunque realizzati, anche in assenza di incentivo”, scriveva Francesco Giubileo. “Il dubbio, è che queste assunzioni rappresentino più un richiamo mediatico intorno ad uno strumento marginale nel mercato del lavoro, piuttosto che un concreto intervento a favore dell’occupazione giovanile”.
Politica
Bonus assunzioni giovani, scontro Letta-Grillo. E il governo rischia il flop
Il Corriere della Sera pubblica i primi dati degli incentivi, che dovevano creare 100mila posti di lavoro in tre anni. Tuttavia, in un mese sono state registrate "solo" 13.770 domande (9.248 confermate). Un post sul sito del leader M5S attacca il presidente del Consiglio che si difende via Facebook: "Fa disinformazione"
“Un successo”. No, un mezzo flop. Mentre i giovani affogano in un mare di disoccupazione la politica si azzuffa sul bicchiere per dimostrare, a seconda dei punti di vista, che è mezzo pieno o mezzo vuoto. E a discutere se 9.550 assunzioni su 3 milioni di disoccupati siano un successo o un fallimento. Casus belli è la notizia del mezzo flop del “bonus giovani”, l’incentivo alle assunzioni per gli under 30 varato a giugno da un Letta pieno di ottimismo perché “ridarà ai giovani quello che gli è stato tolto in passato, perché sono loro la priorità”. Doveva portare in tre anni a 100mila assunzioni per disoccupati tra i 18 e i 29 anni, ma dopo un mese le prenotazioni sono state soltanto 13mila.
A segnalare la questione è il Corriere della Sera con un articolo che confronta le premesse del provvedimento con i primi risultati misurabili, forniti dall’Inps, a distanza di un mese. Il titolo è di per sé una doccia fredda per il premier e per il ministro del Lavoro Enrico Giovanni, cofirmatario del provvedimento: “Giovani, fallisce il bonus assunzioni”. E giù tutti i numeri del mezzo flop: 13.770 domande, 11.348 per contratti a termine, 2.422 a tempo indeterminato. Il tutto mentre il dato sulla disoccupazione giovanile infrangeva la soglia del 40.7% e riportava l’Italia al 1977. La notizia sembrava destinata a scivolare via per accumularsi agli altri provvedimenti che non brillano per efficacia: il taglio del cuneo fiscale che pare fermarsi ai fantomatici 10 euro in busta paga, la pressione fiscale sulle imprese che doveva scendere e invece salirà, passando per l’odiata Imu che rinasce sotto mentite spoglie e il taglio dell’Iva che è diventato un aumento, mentre sullo sfondo la ripresa che il governo dava per imminente scivola ormai di mese in mese, per essere poi deferita al 2014.
Ma a far deflagrare la questione del bonus-flop, trasformandola in un frutto avvelenato, è un post sul sito di Beppe Grillo (“Letta, rifacce Tarzan“) che la riprende e la spende per dimostrare la fondatezza dei dubbi sul provvedimento espressi dal M5S già all’indomani della sua presentazione. Avevamo ragione, sintetizza il post. “Grillo fa disinformazione”, replica Letta a mezzo Facebook che non se la prende più di tanto con via Solferino, cui arriverà invece una velata replica da parte del ministro Giovannini: “Le 14mila domande pervenute a fine ottobre sono un valore coerente in rapporto ai 20 mesi di vigenza dell’incentivo, con circa 100mila assunzioni finanziabili entro il 2015”. Ma sul web la polemica continua a correre, come agli esordi dell’incentivo.
Il precedente risale al giorno in cui è stato varato del decreto. Il 26 giugno sul blog di Grillo viene pubblicato un commento caustico sul pacchetto di incentivi (“Letta facce Tarzan”) per la ridotta platea dei possibili richiedenti. Per usufruire del bonus – che vale 12 mesi e per un massimo di 650 euro per lavoratore – bisognava rispettare una di queste tre condizioni: essere privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; essere privi di un diploma di scuola media superiore o professionale; vivere soli con una o più persone a carico. “Quindi per accedere devi essere un disoccupato cronico (se sei a casa da cinque mesi non vale), o un semianalfabeta (se hai studiato sono cazzi tuoi) o non vivere con i genitori ma da solo (infatti un giovane senza reddito esce sempre di casa) e avere a carico la vecchia nonna o moglie e figli. Chi, in nome di Dio, possiede questi requisiti in Italia?”, concludeva il post.
Letta contrattaccava, come oggi, il disfattismo degli scettici guidati dall’ex comico. E lo fa ancora, via Facebook, pubblicando a sua volta un post nel quale rivendica la bontà del provvedimento. La lotta alla disoccupazione giovanile resta “il pilastro della nostra azione”, “io non mollerò questa lotta”, garantisce il premier. Che non smentisce i dati del Corriere-Inps ma ne offre una lettura opposta, da bicchiere mezzo pieno: “Grazie ai nuovi incentivi a ottobre 14 mila giovani hanno trovato lavoro. L’obiettivo finale dell’intero progetto, triennale, è di 100 mila giovani occupati. E il fatto che al primo mese si sia arrivati già al 14 per cento del totale è evidentemente un buon segnale”.
In realtà, quello che Letta (e altri) non dicono, è che il bicchiere si riempie progressivamente ma il suo vero “appeal” si può misurare fin dai primi giorni. Quando il 1 ottobre ministero ha messo a disposizione il sito per le prenotazioni telematiche, ci si aspettava una corsa al Bonus, anche perché gli incentivi (800 milioni in un triennio, 148 milioni per il 2013) sono “ad esaurimento”. E invece nelle prime 24 ore, il cosiddetto clic-day attira 5.500 mila richieste, a fine mese saranno 13.770, ma quelle poi confermate “solo” 9.284. Il potenziale, una volta entrati a regime, si agirebbe dunque intorno alle 4-6mila richieste al mese, sempre che non calino dopo il picco iniziale.
A scommettere su un andamento parabolico dell’operazione è anche il sito LaVoce.info che a metà del guado, cioè quindici giorni dopo l’avvio delle iscrizioni e 15 prima della chiusura del primo mese, già vaticinava polemiche e numeri risicati. “I dati forniti da Inps, tutto sono tranne che una valutazione dello strumento. Le nuove assunzioni possono nascondere collocamenti che si sarebbero comunque realizzati, anche in assenza di incentivo”, scriveva Francesco Giubileo. “Il dubbio, è che queste assunzioni rappresentino più un richiamo mediatico intorno ad uno strumento marginale nel mercato del lavoro, piuttosto che un concreto intervento a favore dell’occupazione giovanile”.
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Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato che l'Europa è consapevole che i suoi legami con gli Stati Uniti sono entrati in una "nuova fase", dopo aver partecipato a una riunione di emergenza sulla sicurezza con altri leader europei a Parigi. "Tutti a questo incontro sono consapevoli che le relazioni transatlantiche, l'alleanza Nato e la nostra amicizia con gli Stati Uniti sono entrate in una nuova fase. Lo vediamo tutti", ha detto Tusk ai giornalisti a Parigi.
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha invitato gli Stati Uniti a fornire "una garanzia di sicurezza" in Ucraina, affermando che è "l'unico modo" per dissuadere la Russia dall'attaccare nuovamente il Paese.
"Sono pronto a prendere in considerazione un impegno delle forze britanniche sul terreno insieme ad altri se si raggiungerà un accordo di pace duraturo", ha dichiarato il leader, dopo un incontro di emergenza a Parigi con i suoi omologhi europei. “Ma deve esserci il sostegno degli Stati Uniti, perché una garanzia di sicurezza da parte degli Stati Uniti è l’unico modo per scoraggiare efficacemente la Russia dall’attaccare nuovamente l’Ucraina”, ha aggiunto.
Milano, 17 feb. (Adnkronos) - Luca Tomassini, ex rappresentante legale della Vetrya, che si era aggiudicata l'incarico per lo sviluppo dei servizi digital delle Olimpiadi e Paraolimpiadi Milano-Cortina 2026, si è presentato in procura a Milano e si è riservato di tornare per spiegare alcuni aspetti dell'inchiesta per turbativa d'asta e corruzione. Accompagnato dal difensore Giordano Balossi, l'indagato ha interloquito con i titolari dell'indagine - l'aggiunta Tiziana Siciliano e coi pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis - e si è riservato su un possibile interrogatorio più approfondito. Confronto atteso a breve e comunque prima della scadenza del termine delle indagini che è previsto per metà marzo.
Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha annunciato di voler creare un'agenzia speciale per la "partenza volontaria" dei residenti di Gaza, dopo l'impegno del primo ministro a rispettare il piano del presidente americano di prendere il controllo del territorio palestinese e di sfollarne gli abitanti.
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Almaty, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Sette persone sono rimaste intrappolate in una miniera di rame nel Kazakistan centrale a causa di un crollo. Lo hanno reso noto le autorità locali, aggiungendo che sono in corso le operazioni di soccorso. Secondo quanto riportato dai media kazaki, l'incidente è avvenuto a una profondità di circa 640 metri.
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"La presidente Meloni deve venire in aula a riferire su quanto sta accadendo. Su quella -dice Nicola Fratoianni- che potrebbe diventare la road map per una pace, per un cessate il fuoco, per un accordo in Ucraina. Si annuncia a Riad l'incontro tra la delegazione americana e quella russa. Un incontro in cui l'Europa non esiste e penso che questo sia un problema di cui il Parlamento, tutto il Parlamento, dovrebbe discutere. Non c'è tempo da perdere".
A nome del Pd parla il responsabile Esteri, Peppe Provenzano: "Giorgia Meloni deve venire in Aula, perché siamo alla fine del mondo di ieri", esordisce. "Gli alleati che ci avevano aiutato a liberarci dall'abisso del nazifascismo, oggi spalleggiano gli estremisti di destra, nostalgici del nazismo, in Germania. L'idea di escludere l'Europa dal negoziato per la pace in Ucraina è un attacco diretto al nostro continente". Di fronte a tutto questo, incalzano i dem, la premier "deve dirci da che parte vuole stare". Provenzano richiama "l'improvvida solitaria presenza della premier alla cerimonia giuramento di Trump", modo per sottolineare un "rapporto privilegiato" con la nuova amministrazione. Ma "in pochi giorni si è aperta una voragine nell'Atlantico" E "l'Italia deve scegliere da che parte stare. Il governo deve dirci da che parte vuole stare. Se partecipare al rilancio di un necessario protagonismo dell'Europa o continuare a stare dalla parte di chi vuole picconare la nostra costruzione comune".
E se il Pd conferma la linea del supporto a Kiev insieme alla richiesta di uno sforzo diplomatico europeo, i 5 Stelle rivendicano di sostenere "da tempo che andava trovata una soluzione diplomatica". Fino "a pochi mesi fa la premier Meloni diceva che con Putin era inutile parlare. Mi chiedo se ora direbbe lo stesso anche a Trump. Vogliamo delle comunicazioni del governo sulle novità della situazione ucraina, e le vogliamo con voto. Vorremmo sentire almeno per una volta Giorgia Meloni. La aspettiamo''.
Sul punto è poi tornato anche il capogruppo M5S, Riccardo Ricciardi, quando tutta l'aula si è alzata per una standing ovation in solidarietà al presidente Sergio Mattarella per gli attacchi subiti da parte del governo russo. Ricciardi nel dare solidarietà sottolinea però che il passaggio fatto dal capo dello Stato a Marsiglia, "che sicuramente è stato male interpretato, è un passaggio che noi non avremmo fatto perché dà la leva alla narrazione che da più due anni si sta facendo in Italia e in Europa, che giustifica il continuo invio di armi per continuare una guerra che ora si rendono tutti conto dovrà arrivare a una trattativa".
A stretto giro la replica in aula del capogruppo Fdi, Galeazzo Bignami: "Sono maldestri i tentativi di qualcuno di aprire, anche su questo, una distinzione che non ha ragione d’essere perché ci sarà tempo e modo di poter discutere se la trattiva di pace” sull’Ucraina “si aprirà grazie magari all’invio delle brigate del reddito di cittadinanza o grazie al fatto che qualcuno è stato al fianco di Kiev, grazie alla postura di questo governo, in continuità anche rispetto a quando voi avevate votato a favore dell’invio di armi".
Riad, 7 feb. (Adnkronos/Afp) - La delegazione russa, tra cui il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, è arrivata in Arabia Saudita per colloqui di alto livello con funzionari statunitensi. Lo ha riferito la televisione di Stato russa.
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