“Non esistono soluzioni personali, biografiche a contraddizioni sistemiche” in questa frase del sociologo Ulrich Beck, ripresa nel libro Modernità liquida del collega e filosofo Zygmunt Bauman, c’è racchiuso uno degli aspetti più paradossali del nostro tempo. L’espressione, in apparenza complessa, è di una logicità disarmante, una volta compresa e metabolizzata. Non esistono possibilità per il singolo individuo di poter agire sul suo malessere, quando questo ha un origine sociale e non psicologica. Le soluzioni non vanno ricercate nel biografico, in un’analisi della propria vita, in quanto non è la persona a costituire il problema, ma il sistema in cui vive e che la espone a messaggi disfunzionali.
La psicoterapia, canale preferenziale di cura e trattamento del singolo, della coppia, del sistema familiare o del gruppo ristretto, non può farsi carico di problemi non psicologici, non pertinenti il singolo, la coppia, il sistema familiare, il gruppo ristretto. La visione di un futuro in cui riporre sempre meno speranze è collettiva, un sentire comune, indipendente dalle problematicità del singolo e del suo ambiente più vicino, anche se queste ne vengono a essere esasperate.
Il malessere che si percepisce attualmente nelle persone non ha radici psicologiche, ma sociali. Se un uomo o una donna arrivano in consulenza o in terapia e il loro malessere è generato dal non riuscire a progettare una vita perché precari, la consulenza o la psicoterapia non possono risolvere la situazione. Non è un evento raro, per me terapeuta, incontrare, professionalmente e non, sempre più persone che subiscono disagi psicologici enormi a causa dell’incertezza lavorativa che li attanaglia e che cercano un sostegno. L’angoscia in loro presente non è di un esistenziale, che parte dall’interno, ma di un esistenziale che colpisce violentemente dall’esterno. Non hanno bisogno di un aiuto psicologico, ma di un lavoro, meglio se adeguato alle loro competenze ed aspirazioni.
Il modello di sviluppo occidentale si pone, come obiettivo, una crescita infinita in un mondo finito quale è il nostro. E’ follia spacciata astutamente per norma, il nostro essere coglie la contraddizione, ma non è in grado di gestirla trasformandosi in mal-essere. Nasce uno scontro tra il proprio sentire e quello che ci viene dal modello esterno. Un conflitto del genere avviene in molti contesti in cui il lavoro psicologico ha la sua utilità, ma qui non parliamo di un esterno che vede in sé stessi, nella propria famiglia e nelle relazioni più vicine e intime, una possibilità di operatività concreta.
La cornice è molto più allargata rispetto a quelle che sono le reali possibilità della persona di agire nella sua prossimità, dove ha un potere maggiore o lo può comunque riconquistare. I messaggi dove la propria salute passa attraverso il consumo (più acquisto e più acquisto io senso) ci bombardano. Ogni volta che si avverte un vuoto dentro si proverà a riempirlo, consumando e consumandosi di un piacere fugace ed effimero. Appena l’effetto della novità sarà scomparso, il vuoto si farà nuovamente avanti e si ricomincerà a cercare le soluzioni nelle cose anziché nelle relazioni. “Se sto bene, non ho bisogno di consumare” è un principio ineludibile, il mio equilibrio è direttamente proporzionale alla mia capacità di dare e ricevere come persona, indipendentemente dalle cose materiali e dall’immagine che agli altri voglio dare di me.
Bauman parla della scissione tra cittadino e individuo avvenuta nella modernità. Il cittadino che si sentiva parte di una polis, i cui problemi erano i problemi della comunità alla quale appartiene e viceversa, si è trasformato in individuo, il quale si sente separato dagli altri, non di rado entra con essi in lotta e competizione, e di conseguenza tende a fare i suoi esclusivi interessi personali, segue un egoismo di difesa. In una realtà sempre più precaria e competitiva, dove la persona viene ridotta a merce o, nel migliore dei casi, a consumatore di merce, il senso di inadeguatezza cresce. Il rischio concreto è che questo venga interiorizzato a tal punto che lo si accetti, lo si consideri inevitabile. Di fronte a quel che si è convinti di non poter cambiare si soffre e/o si prova ad accettarlo, ma non a combatterlo. E’ il meccanismo per cui la rabbia viene a essere sedata o meglio introiettata anziché esternata, creando una pericolosa assuefazione al continuum di disagio quotidiano dove è sempre tutto un lottare per arrivare alla fine del mese o avere l’ultimo smartphone.
E l’industria del vuoto è sempre la più fiorente. L’assenza della propria essenza ci deve far riflettere sull’essenza della propria assenza. Non smettere mai di desiderare è l’inferno dei tanti vuoti individuali che convergono in una voragine sociale. Sempre Beck afferma: “Chi arranca nella nebbia del proprio io, non è più in grado di notare che tale isolamento, tale segregazione dell’ego, è una condanna di massa”. Ci si convince di essere responsabili del proprio fallimento, la critica ricade su sé stessi, si cerca di darsi sempre più da fare, ma il contesto è tale per cui non è la nostra operosità a portare il cambiamento, quindi decade la fiducia nelle nostre potenzialità. Il singolo individuo è impotente di fronte al sistema nel suo complesso e, a breve termine, non può che rimanerne sconfitto. Egli non deve lavorare su di sé, ma sul cogliere le contraddizioni del sistema e consapevolizzarle come altro da sé.
Deresponsabilizzare la persona rispetto a quel che subisce non significa non responsabilizzarla in merito a dove invece può svolgere un ruolo attivo. Cultura,educazione, corretta informazione, gruppi di autoconsapevolezza sono gli unici strumenti adeguati per agire a livello sociale. Non è un’epoca facile e non immagino cambiamenti rapidi e sicuri. I tempi del cambiamento sono l’unico paragone che penso sia sensato associare alla psicologia. In terapia il cambiamento è tanto più efficace quanto più diventa stabile, ecco perché chi comincia un percorso terapeutico ne conosce l’inizio, ma non la fine. Il tempo è garanzia di stabilità, ma non come mero dato quantitativo bensì qualitativo perché sottintende la complessità dei processi in corso. Se abbiamo o meno tempo, prima di eventuali stravolgimenti sociali dovuti al modello di sistema imperante, è una domanda alla quale non so però rispondere.
Mario De Maglie
Psicologo psicoterapeuta
Società - 5 Novembre 2013
Psicologia: il malessere che percepiamo ha radici sociali
“Non esistono soluzioni personali, biografiche a contraddizioni sistemiche” in questa frase del sociologo Ulrich Beck, ripresa nel libro Modernità liquida del collega e filosofo Zygmunt Bauman, c’è racchiuso uno degli aspetti più paradossali del nostro tempo. L’espressione, in apparenza complessa, è di una logicità disarmante, una volta compresa e metabolizzata. Non esistono possibilità per il singolo individuo di poter agire sul suo malessere, quando questo ha un origine sociale e non psicologica. Le soluzioni non vanno ricercate nel biografico, in un’analisi della propria vita, in quanto non è la persona a costituire il problema, ma il sistema in cui vive e che la espone a messaggi disfunzionali.
La psicoterapia, canale preferenziale di cura e trattamento del singolo, della coppia, del sistema familiare o del gruppo ristretto, non può farsi carico di problemi non psicologici, non pertinenti il singolo, la coppia, il sistema familiare, il gruppo ristretto. La visione di un futuro in cui riporre sempre meno speranze è collettiva, un sentire comune, indipendente dalle problematicità del singolo e del suo ambiente più vicino, anche se queste ne vengono a essere esasperate.
Il malessere che si percepisce attualmente nelle persone non ha radici psicologiche, ma sociali. Se un uomo o una donna arrivano in consulenza o in terapia e il loro malessere è generato dal non riuscire a progettare una vita perché precari, la consulenza o la psicoterapia non possono risolvere la situazione. Non è un evento raro, per me terapeuta, incontrare, professionalmente e non, sempre più persone che subiscono disagi psicologici enormi a causa dell’incertezza lavorativa che li attanaglia e che cercano un sostegno. L’angoscia in loro presente non è di un esistenziale, che parte dall’interno, ma di un esistenziale che colpisce violentemente dall’esterno. Non hanno bisogno di un aiuto psicologico, ma di un lavoro, meglio se adeguato alle loro competenze ed aspirazioni.
Il modello di sviluppo occidentale si pone, come obiettivo, una crescita infinita in un mondo finito quale è il nostro. E’ follia spacciata astutamente per norma, il nostro essere coglie la contraddizione, ma non è in grado di gestirla trasformandosi in mal-essere. Nasce uno scontro tra il proprio sentire e quello che ci viene dal modello esterno. Un conflitto del genere avviene in molti contesti in cui il lavoro psicologico ha la sua utilità, ma qui non parliamo di un esterno che vede in sé stessi, nella propria famiglia e nelle relazioni più vicine e intime, una possibilità di operatività concreta.
La cornice è molto più allargata rispetto a quelle che sono le reali possibilità della persona di agire nella sua prossimità, dove ha un potere maggiore o lo può comunque riconquistare. I messaggi dove la propria salute passa attraverso il consumo (più acquisto e più acquisto io senso) ci bombardano. Ogni volta che si avverte un vuoto dentro si proverà a riempirlo, consumando e consumandosi di un piacere fugace ed effimero. Appena l’effetto della novità sarà scomparso, il vuoto si farà nuovamente avanti e si ricomincerà a cercare le soluzioni nelle cose anziché nelle relazioni. “Se sto bene, non ho bisogno di consumare” è un principio ineludibile, il mio equilibrio è direttamente proporzionale alla mia capacità di dare e ricevere come persona, indipendentemente dalle cose materiali e dall’immagine che agli altri voglio dare di me.
Bauman parla della scissione tra cittadino e individuo avvenuta nella modernità. Il cittadino che si sentiva parte di una polis, i cui problemi erano i problemi della comunità alla quale appartiene e viceversa, si è trasformato in individuo, il quale si sente separato dagli altri, non di rado entra con essi in lotta e competizione, e di conseguenza tende a fare i suoi esclusivi interessi personali, segue un egoismo di difesa. In una realtà sempre più precaria e competitiva, dove la persona viene ridotta a merce o, nel migliore dei casi, a consumatore di merce, il senso di inadeguatezza cresce. Il rischio concreto è che questo venga interiorizzato a tal punto che lo si accetti, lo si consideri inevitabile. Di fronte a quel che si è convinti di non poter cambiare si soffre e/o si prova ad accettarlo, ma non a combatterlo. E’ il meccanismo per cui la rabbia viene a essere sedata o meglio introiettata anziché esternata, creando una pericolosa assuefazione al continuum di disagio quotidiano dove è sempre tutto un lottare per arrivare alla fine del mese o avere l’ultimo smartphone.
E l’industria del vuoto è sempre la più fiorente. L’assenza della propria essenza ci deve far riflettere sull’essenza della propria assenza. Non smettere mai di desiderare è l’inferno dei tanti vuoti individuali che convergono in una voragine sociale. Sempre Beck afferma: “Chi arranca nella nebbia del proprio io, non è più in grado di notare che tale isolamento, tale segregazione dell’ego, è una condanna di massa”. Ci si convince di essere responsabili del proprio fallimento, la critica ricade su sé stessi, si cerca di darsi sempre più da fare, ma il contesto è tale per cui non è la nostra operosità a portare il cambiamento, quindi decade la fiducia nelle nostre potenzialità. Il singolo individuo è impotente di fronte al sistema nel suo complesso e, a breve termine, non può che rimanerne sconfitto. Egli non deve lavorare su di sé, ma sul cogliere le contraddizioni del sistema e consapevolizzarle come altro da sé.
Deresponsabilizzare la persona rispetto a quel che subisce non significa non responsabilizzarla in merito a dove invece può svolgere un ruolo attivo. Cultura,educazione, corretta informazione, gruppi di autoconsapevolezza sono gli unici strumenti adeguati per agire a livello sociale. Non è un’epoca facile e non immagino cambiamenti rapidi e sicuri. I tempi del cambiamento sono l’unico paragone che penso sia sensato associare alla psicologia. In terapia il cambiamento è tanto più efficace quanto più diventa stabile, ecco perché chi comincia un percorso terapeutico ne conosce l’inizio, ma non la fine. Il tempo è garanzia di stabilità, ma non come mero dato quantitativo bensì qualitativo perché sottintende la complessità dei processi in corso. Se abbiamo o meno tempo, prima di eventuali stravolgimenti sociali dovuti al modello di sistema imperante, è una domanda alla quale non so però rispondere.
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Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Martedì prossimo, 18 marzo, alle ore 10, presso la Sala Koch del Senato, le commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato svolgeranno l'audizione di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta webtv.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Ad un mese dalla finale del festival della canzone italiana 2025, nella classifica dei singoli brani è ancora Sanremomania, con ben 13 brani passati in gara al Teatro Ariston nelle prime 13 posizioni. E questo fa segnare all'edizione 2025 un nuovo record rispetto agli ultimi anni, per numero di brani di Sanremo nella top ten ad un mese dal festival: se infatti quest'anno sono 10 (cioè l'intera top ten è composta da brani in gara al festival un mese fa), l'anno scorso era stati 7 come nel 2023, nel 2022 e nel 2021 erano stati 8 e nel 2024.
Nella top ten dei singoli infatti, al primo posto c'è proprio il brano vincitore del festival: 'Balorda Nostalgia' di Olly. Al secondo 'La cura per me' di Giorgia, al terzo 'Incoscienti giovani' di Achille Lauro, al quarto 'Battito' di Fedez, al quinto 'Cuoricini' dei Coma_Cose, al sesto 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi, al settimo 'Fuorilegge' di Rose Villain, all'ottavo 'La mia parola' di Shablo feat Joshua e Tormento, al nono 'Tu con chi fai l'amore' dei The Kolors, al decimo 'La tana del granchio' di Bresh. Ma l'elenco sanremese prosegue ininterrotto fino alla tredicesima posizione, con 'Anema e core' di Serena Brancale all'undicesimo posto, 'Chiamo io chiami tu' di Gaia al dodicesimo e 'Il ritmo delle cose' di Rkomi al tredicesimo.
Tra gli album l'arrivo di Lady Gaga con 'Mayhem' si piazza in vetta e scalza dalla prima posizione 'Tutta vita', l'album di Olly, che scende al terzo posto, per fare spazio a 'Vasco Live Milano Sansiro', che entra al secondo posto. In quarta posizione 'Dio lo sa - Atto II' di Geolier, in quinta entra direttamente 'Vita_Fusa' dei Coma_Cose, in sesta 'Debi tirar mas fotos' di Bad Bunny, in settima 'Tropico del capricorno' di Guè, in ottava posizione 'Locura' di Lazza, in nona 'È finita la pace' di Marracash e in decima chiude la top ten 'Icon' di Tony Effe. Mentre la compilation di Sanremo 2025 scende dal nono al quindicesimo posto.
Tra i vinili, è primo il 'Vasco Live Milano Sansiro', al secondo posto 'Mayhem' di Lady Gaga e al terzo la compilation 'Sanremo 2025'.
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - È già un caso che un condannato, sia pur in primo grado, occupi un ruolo di sottosegretario alla Giustizia, ma ora le parole di Delmastro pongono un problema serio al Governo e al Paese intero. Dall’interno viene criticata una delle pessime riforme portate avanti con protervia dalla maggioranza. Come fa a restare al suo posto? Cosa dice la premier Meloni? Le parole di Delmastro sono gravi anche perché ci fanno conoscere le vere intenzioni del Governo, quelle che andiamo denunciando da mesi: assoggettare il potere giudiziario al controllo dell’Esecutivo. E questo è inaccettabile. Dopo la smentita che non smentisce, la registrazione dell’intervista, Meloni deve pretendere che Delmastro lasci l’incarico". Lo afferma Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Giovedì prossimo 20 marzo, alle ore 9, avrà luogo alla Camera l'informativa urgente del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, sui recenti eventi sismici che hanno colpito l'area dei Campi Flegrei e sullo stato di attuazione degli interventi per la popolazione.
Milano, 14 mar. (Adnkronos) - Il Dna di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, indagato per l'omicidio del 13 agosto 2007 a Garlasco, va confrontato con il Dna trovato "sotto le unghie della vittima e con le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine". E' quanto ha disposto, con un provvedimento del 6 marzo scorso, la giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli che ha autorizzato il prelievo coattivo della traccia biologica dell'indagato effettuato ieri.