Alla fine la cessione della sede storica del Corriere della Sera è andata in porto come nei piani di manager e azionisti di Rcs. E questo nonostante le proteste dei giornalisti e della Federazione nazionale della stampa che aveva chiesto al cda dell’editrice, per bocca del segretario Franco Siddi “di cambiare marcia e di fare una proposta all’Inpgi (l’istituto privato di previdenza di categoria, ndr) o alle casse previdenziali nel loro insieme”. A votare contro l’operazione che porterà nelle casse di Rcs 120 milioni di euro – meno della metà dei 250 milioni della valutazione di fine 2010 quando la cessione era alle prime battute – sono stati solo l’ex presidente Piergaetano Marchetti e il rappresentante degli eredi Rotelli, Attilio Guarneri.
E così la storia si ripete ancora una volta. L’immobile che ospita il Corriere della Sera, già passato di mano negli anni peggiori della gestione Romiti per essere ricomprato dall’editrice nel giro di pochi anni, andrà al fondo d’investimento americano Blackstone che sin da subito era apparso come l’interlocutore privilegiato del management di Rcs. Del resto si tratta di un operatore ben noto ai soci e ai creditori dell’editrice. Non solo perché il suo numero uno in Italia, Paolo Bottelli, è un ex manager di lungo corso di Prelios, la ex Pirelli Re di Marco Tronchetti Provera che era stata tra i protagonisti dell’ultima compravendita del mattone di Rcs. Blackstone è ben noto anche a Intesa e Unicredit che sono finanziatori del Fondo immbiliare Due in cui il gruppo americano ha investito anni fa rappresentando oggi l’ago della bilancia in una delicata situazione contabile.
Più nel dettaglio Blackstone è, al pari dei due istituti italiani, un creditore del Fondo il cui debito da 300 milioni è scaduto a febbraio. Tuttavia la sua esposizione è minore rispetto alle banche italiane perché la sua quota del debito (il 20% del totale) è stata acquistata a metà prezzo da Société Générale. Dettaglio, quest’ultimo, non da poco visto che con il debito scaduto, salvo accordo di ristrutturazione, ogni creditore può chiedere la liquidazione del fondo che a Blackstone converrebbe perché rientrerebbe dell’investimento. Non si può dire lo stesso per le banche italiane che sarebbero costrette a iscrivere in bilancio la perdita corrispondente al credito offerto al fondo quando la valutazione dei suoi immobili era di 300 milioni contro gli attuali 200 di mercato.
La vicenda è quanto mai complessa perché la liquidazione del Fondo Due, in cui ci sono immobili di pregio fra Milano e Roma, accenderebbe nuovamente i riflettori sulla società che lo gestisce, Prisma sgr e sui suoi soci. Fra questi la Jallerop Aps di Roberto Villa, finanziere emiliano noto alle cronache giudiziarie per il fallimento della Richard Ginori e del suo braccio destro, Alberto Carpani, oggi ad di Prisma e dal 2001 al 2010 ai vertici della svizzera Gdp sim, la finanziaria di Villa coinvolta nella seconda tranche di intermediazione di Alexandria, il derivato segreto di Mps al centro delle indagini della Procura di Siena.
Due partite diverse, insomma, quella di via Solferino e quella del Fondo Due, ma con alcuni protagonisti di rilievo in comune. Una situazione che avrebbe richiesto massima trasparenza per una società quotata come Rcs e che invece resta ancora molto riservata sui termini di una trattativa che, oltre alla cessione dell’immobile, già venduto nel 2000 a Hdp, Milano Centrale (Pirelli) e Morgan Stanley Real Estate Funds per poi essere riacquistato nel 2003, prevede a latere, come in passato, un contratto di locazione per Rcs. Secondo quanto riportato il 6 ottobre dal Sole24Ore, il fondo statunitense avrebbe spuntato un rendimento del 7%, che sarebbe in linea con la fascia alta di mercato della zona ed equivarebbe ad un canone di affitto da circa 8,5 milioni di euro. Tuttavia le indiscrezioni di mercato parlano di un tasso vicino al 9 per cento. Interpellata in merito Blackstone non ha voluto confermare né smentire nulla. Tuttavia se confermato, il dato rappresenterebbe un vero e proprio affare per la società americana con un canone di locazione annuo superiore ai dieci milioni. Se così fosse, in pratica, con dodici anni di affitto l’immobile sarebbe praticamente ricomprato. Con la benedizione delle banche creditrici di Rcs che grazie alla cessione rientrano di parte dei loro crediti.
Dal Fatto Quotidiano del 7 ottobre 2013 aggiornato da Redazione web alle 8.00
Riceviamo e pubblichiamo la seguente precisazione di Prisma sgr
In riferimento a quanto riportato nell’articolo “Sede RCS, il doppio gioco di banca Intesa” pubblicato il 7 novembre, sottolineiamo quanto segue: 1) in alcun modo le vicende personali del sig. Roberto Villa hanno interessato e/o interessano Prisma SGR e/o gli amministratori della stessa in carica; 2) risulta destituita di ogni fondamento la notizia di un coinvolgimento di Gdp Sim s.p.a. (della quale Alberto Carpani è stato ad dal 2001 al 2010) nell’inchiesta Mps: Gdp Sim, società di intermediazione mobiliare di diritto italiano (e non svizzero), è sottoposta alla vigilanza della Consob e della Banca d’Italia e non ha mai svolto attività di intermediazione in strumenti finanziari derivati e/o altri titoli; conseguentemente Gdp Sim è del tutto estranea alle vicende ricordate nell’articolo; 3) in merito al citato fondo Due-Fondo Portafoglio, Prisma Sgr è subentrata nella gestione dello stesso per effetto della fusione per incorporazione di Zero Sgr Spa (all’epoca controllata totalmente da società riconducibili ad altri soggetti), perfezionatasi nel dicembre 2011. A tale data, il fondo in oggetto già risultava inadempiente nei confronti delle banche.
Image Building Ufficio Stampa Prisma Sgr
Ringrazio Image Building per la cortese segnalazione che arricchisce, pur non modificandolo, il quadro delineato dall’articolo. In merito ai punti evidenziati dalla società è doveroso fare alcune precisazioni: 1) il fallimento di un’azienda quotata in Borsa come la Richard Ginori non è una vicenda personale del signor Villa, oggi azionista di peso di Prisma; 2) in effetti la Gdp che avrebbe intermediato il derivato Alexandria è l’omonima società svizzera e non Gdp sim spa e mi scuso per il refuso. Ciò non toglie che entrambe le società siano state parte integrante della complessa struttura che ruota attorno alle attività del signor Villa di cui Carpani è lo storico braccio destro.
c.i.
Lobby
Corriere della Sera, il doppio gioco di Banca Intesa nella vendita della sede
L'istituto presieduto da Giovanni Bazoli azionista e creditore di Rcs Mediagroup ha altri affari aperti con il fondo Usa che ha comprato l'immobile di via Solferino
Alla fine la cessione della sede storica del Corriere della Sera è andata in porto come nei piani di manager e azionisti di Rcs. E questo nonostante le proteste dei giornalisti e della Federazione nazionale della stampa che aveva chiesto al cda dell’editrice, per bocca del segretario Franco Siddi “di cambiare marcia e di fare una proposta all’Inpgi (l’istituto privato di previdenza di categoria, ndr) o alle casse previdenziali nel loro insieme”. A votare contro l’operazione che porterà nelle casse di Rcs 120 milioni di euro – meno della metà dei 250 milioni della valutazione di fine 2010 quando la cessione era alle prime battute – sono stati solo l’ex presidente Piergaetano Marchetti e il rappresentante degli eredi Rotelli, Attilio Guarneri.
E così la storia si ripete ancora una volta. L’immobile che ospita il Corriere della Sera, già passato di mano negli anni peggiori della gestione Romiti per essere ricomprato dall’editrice nel giro di pochi anni, andrà al fondo d’investimento americano Blackstone che sin da subito era apparso come l’interlocutore privilegiato del management di Rcs. Del resto si tratta di un operatore ben noto ai soci e ai creditori dell’editrice. Non solo perché il suo numero uno in Italia, Paolo Bottelli, è un ex manager di lungo corso di Prelios, la ex Pirelli Re di Marco Tronchetti Provera che era stata tra i protagonisti dell’ultima compravendita del mattone di Rcs. Blackstone è ben noto anche a Intesa e Unicredit che sono finanziatori del Fondo immbiliare Due in cui il gruppo americano ha investito anni fa rappresentando oggi l’ago della bilancia in una delicata situazione contabile.
Più nel dettaglio Blackstone è, al pari dei due istituti italiani, un creditore del Fondo il cui debito da 300 milioni è scaduto a febbraio. Tuttavia la sua esposizione è minore rispetto alle banche italiane perché la sua quota del debito (il 20% del totale) è stata acquistata a metà prezzo da Société Générale. Dettaglio, quest’ultimo, non da poco visto che con il debito scaduto, salvo accordo di ristrutturazione, ogni creditore può chiedere la liquidazione del fondo che a Blackstone converrebbe perché rientrerebbe dell’investimento. Non si può dire lo stesso per le banche italiane che sarebbero costrette a iscrivere in bilancio la perdita corrispondente al credito offerto al fondo quando la valutazione dei suoi immobili era di 300 milioni contro gli attuali 200 di mercato.
La vicenda è quanto mai complessa perché la liquidazione del Fondo Due, in cui ci sono immobili di pregio fra Milano e Roma, accenderebbe nuovamente i riflettori sulla società che lo gestisce, Prisma sgr e sui suoi soci. Fra questi la Jallerop Aps di Roberto Villa, finanziere emiliano noto alle cronache giudiziarie per il fallimento della Richard Ginori e del suo braccio destro, Alberto Carpani, oggi ad di Prisma e dal 2001 al 2010 ai vertici della svizzera Gdp sim, la finanziaria di Villa coinvolta nella seconda tranche di intermediazione di Alexandria, il derivato segreto di Mps al centro delle indagini della Procura di Siena.
Due partite diverse, insomma, quella di via Solferino e quella del Fondo Due, ma con alcuni protagonisti di rilievo in comune. Una situazione che avrebbe richiesto massima trasparenza per una società quotata come Rcs e che invece resta ancora molto riservata sui termini di una trattativa che, oltre alla cessione dell’immobile, già venduto nel 2000 a Hdp, Milano Centrale (Pirelli) e Morgan Stanley Real Estate Funds per poi essere riacquistato nel 2003, prevede a latere, come in passato, un contratto di locazione per Rcs. Secondo quanto riportato il 6 ottobre dal Sole24Ore, il fondo statunitense avrebbe spuntato un rendimento del 7%, che sarebbe in linea con la fascia alta di mercato della zona ed equivarebbe ad un canone di affitto da circa 8,5 milioni di euro. Tuttavia le indiscrezioni di mercato parlano di un tasso vicino al 9 per cento. Interpellata in merito Blackstone non ha voluto confermare né smentire nulla. Tuttavia se confermato, il dato rappresenterebbe un vero e proprio affare per la società americana con un canone di locazione annuo superiore ai dieci milioni. Se così fosse, in pratica, con dodici anni di affitto l’immobile sarebbe praticamente ricomprato. Con la benedizione delle banche creditrici di Rcs che grazie alla cessione rientrano di parte dei loro crediti.
Dal Fatto Quotidiano del 7 ottobre 2013 aggiornato da Redazione web alle 8.00
Riceviamo e pubblichiamo la seguente precisazione di Prisma sgr
In riferimento a quanto riportato nell’articolo “Sede RCS, il doppio gioco di banca Intesa” pubblicato il 7 novembre, sottolineiamo quanto segue: 1) in alcun modo le vicende personali del sig. Roberto Villa hanno interessato e/o interessano Prisma SGR e/o gli amministratori della stessa in carica; 2) risulta destituita di ogni fondamento la notizia di un coinvolgimento di Gdp Sim s.p.a. (della quale Alberto Carpani è stato ad dal 2001 al 2010) nell’inchiesta Mps: Gdp Sim, società di intermediazione mobiliare di diritto italiano (e non svizzero), è sottoposta alla vigilanza della Consob e della Banca d’Italia e non ha mai svolto attività di intermediazione in strumenti finanziari derivati e/o altri titoli; conseguentemente Gdp Sim è del tutto estranea alle vicende ricordate nell’articolo; 3) in merito al citato fondo Due-Fondo Portafoglio, Prisma Sgr è subentrata nella gestione dello stesso per effetto della fusione per incorporazione di Zero Sgr Spa (all’epoca controllata totalmente da società riconducibili ad altri soggetti), perfezionatasi nel dicembre 2011. A tale data, il fondo in oggetto già risultava inadempiente nei confronti delle banche.
Image Building Ufficio Stampa Prisma Sgr
Ringrazio Image Building per la cortese segnalazione che arricchisce, pur non modificandolo, il quadro delineato dall’articolo. In merito ai punti evidenziati dalla società è doveroso fare alcune precisazioni: 1) il fallimento di un’azienda quotata in Borsa come la Richard Ginori non è una vicenda personale del signor Villa, oggi azionista di peso di Prisma; 2) in effetti la Gdp che avrebbe intermediato il derivato Alexandria è l’omonima società svizzera e non Gdp sim spa e mi scuso per il refuso. Ciò non toglie che entrambe le società siano state parte integrante della complessa struttura che ruota attorno alle attività del signor Villa di cui Carpani è lo storico braccio destro.
c.i.
Articolo Precedente
Parigi contro Autostrade per l’ecotassa sui tir. Ma Lupi la difende: “Sbagliano”
Articolo Successivo
Giulia Ligresti sexy manager: “Faceva tutto papà”. A lei solo 4,4 milioni all’anno
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Politica
Salvini assolto, ma attacca: “Processo costato milioni”. I penalisti: “Toghe hanno tratti eversivi”. L’Anm si difende: la sentenza dimostra l’autonomia dei giudici
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
“Da Mani pulite a Valpreda: le carte dei vecchi processi a rischio. Ho scritto a Nordio, ma non risponde”
Mondo
Strage a Magdeburgo, tra i 5 morti un bambino di 9 anni: oltre 200 i feriti. La polizia: “L’attentatore era nel mirino già un anno fa”
(Adnkronos) - Un Napoli a due facce batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte parte bene, soffre nella ripresa e liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un Napoli a due facce batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte parte bene, soffre nella ripresa e liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un bel Napoli batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un bel Napoli batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa i tre punti. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - Il concerto di Natale alla Camera "Morricone dirige Morricone", registrato questo pomeriggio nell'Aula di Montecitorio, sarà in onda su Rai 1, a cura di Rai Parlamento, lunedì 23 dicembre alle 15.30. Alla stessa ora sarà trasmesso anche sulla webtv della Camera e sul canale satellitare. Lo rende noto la Camera.
L'evento è introdotto dal Presidente Lorenzo Fontana. Il Maestro Andrea Morricone esegue molte delle celebri composizioni del padre Ennio. Il programma, introdotto dall'Inno italiano, abbraccia i brani più famosi, da "Gli Intoccabili" a "The Mission". A interpretare le musiche sono: l'orchestra Roma Sinfonietta, con la direzione del Maestro Andrea Morricone e il Coro Claudio Casini dell'Università di Roma Tor Vergata diretto dal Maestro Stefano Cucci. La direzione artistica è a cura di Luigi Lanzillotta.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - “Le dimissioni del capo del Dap Giovanni Russo sono il segno evidente del fallimento delle politiche del governo sul carcere a fronte delle tragiche condizioni in cui versano". Lo dice Riccardo Magi.
"Sovraffollamento, suicidi, abusi, condizioni disumane indegne per un Paese europeo. Ed evidentemente sono anche il frutto del fatto che la linea portata avanti dal sottosegretario Delmastro Delle Vedove non ha favorito una visione e un approccio ai problemi del carcere compatibili con la Costituzione. Nordio riferisca in aula al più presto in aula e spieghi se sulle carceri vuole cambiare rotta o proseguire su questa linea disastrosa”, conclude il segretario di Più Europa.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - "Le dimissioni di Giovanni Russo dal vertice del Dap sono una conferma del fallimento di una politica carceraria di questo Ministero, di questo Governo". Lo dicono la responsabile Giustizia Pd Debora Serracchiani, il capogruppo dem in Bicamerale Antimafia Walter Verini e i due capigruppo dem delle commissioni Giustizia Senato e Camera Alfredo Bazoli e Federico Gianassi.
"Questi due anni hanno aggravato una situazione difficile, con il dramma dei suicidi dei detenuti, con un sovraffollamento disumano, con condizioni difficilissime anche per il lavoro della Polizia Penitenziaria. E con risposte inesistenti e ciniche da parte di Ministro e Sottosegretari. Anche le condizioni di lavoro del Dap sono state rese certamente più difficili. Chiameremo Nordio a riferire alle Camere sulla gravità ulteriore della situazione", aggiungono.