Lo scorso anno, nei giorni della Conferenza delle Parti (COP), eravamo a Doha e rimanemmo tutti colpiti dall’umanità dell’intervento del negoziatore filippino durante la plenaria: in quelle ore il suo paese era colpito dal Tifone Bopha. Uno dei più grandi mai visti, una specie di fratello più piccolo di Sandy, che si era abbattuto solo qualche settimana prima sulle coste orientali degli Stati Uniti. Sono passati meno di 12 mesi da allora: la COP è alle porte, inizierà formalmente lunedì 11 – e useremo questo spazio per raccontarvela, e ancora una volta le Filippine si trovano a fronteggiare una grandissima catastrofe naturale. Il suo nome? Haiyan.
Haiyan, lo potete vedere nella foto accanto, è il più grande tifone mai osservato. Sulle colonne dei quotidiani italiani si utilizzano il condizionale “potrebbe essere” o dubbi “forse è il ciclone più grande” e occupa un taglio secondario nelle sezioni notizie. Gli Americani, invece non usano mezze misure. Sui quotidiani americani si leggono frasi del tipo “i venti che caratterizzano Haiyan rendono la supertempesta Sandy una specie di cugino piccolo” oppure “ai suoi occhi Katrina – che è la misura moderna con cui negli Usa si confrontano gli effetti di un evento naturale – impallidisce“. Forse gli americani sono troppo emotivi? Può essere. O forse il ricordo di Katrina e Sandy (che era stata definita la tempesta perfetta) sono ancora molto forti nell’immaginario collettivo americano? Può darsi. Ma questo non può far passare in secondo piano un evento raro, che raro oramai non è più, perché tempeste come Sandy, Bopha e Haiyan sono troppo intense per essere diventate così frequenti.
Non possiamo permetterci di ignorare gli effetti che eventi meteorologici di questa intensità hanno sulle collettività solo perché questa volta accade a qualche decina di migliaia di chilometri di distanza e non sulla costa dell’Oceano a noi più vicina. Non si può dire che è certamente il cambiamento climatico la causa di Haiyan, ma l’incremento della frequenza con cui fenomeni come i sopracitati Sandy, Bopha e ora Haiyan si stanno verificando si. E per renderci conto della gravità di questo fatto non dobbiamo aspettare che un evento catastrofico si abbatta sul nostro Paese. La costruzione di una coscienza collettiva di prevenzione e pianificazione si costruisce giorno dopo giorno, e non solo come risposta una tantum per la ricostruzione di una distruzione.